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Cornici intagliate e dorate

Fonte: Simone Beneforti
Descrizione dell’opera: Cornice 1

La cornice è parte degli arredi di Villa la Petraia in Firenze, di proprietà della Soprintendenza dei beni Ambientali ed Architettonici , il restauro risale 10 marzo 2001. La cornice è in legno di tiglio intagliato e dorato a guazzo di autore sconosciuto.

Foto 1 - Cornice 1 in stile neobarocco

Cornice intagliata e dorata, decorata con motivi floreali e vegetali, racemi e putti risalente alla prima metà del diciannovesimo secolo, tipico esempio dello stile neo barocco, gusto che si identifica con la consueta tendenza ottocentesca al “revival” cioè all’utilizzo delle antiche istanze formali rivisitate e reinterpretate.
Il retaggio estetico ottocentesco si identifica nel recupero di molte tradizioni artistiche ma negli arredi la preferenza si è senz’ altro orientata decisamente sul neobarocco soprattutto negli anni che vanno dal 1870 al 1890.

Preziosità dell’intaglio, finezza decorativa, complessità formale fanno di questa cornice esempio mirabile di abilità  artistica ed estrema padronanza del mestiere dell’intaglio

Infatti la decorazione esterna costituita da un unico pezzo di essenza di tiglio lavorato secondo le difficoltà del progetto iniziale (realizzazione dei sottosquadra, complessa esecuzione delle foglie che si accavallano), che però riesce a conferire al ritmo del decoro quella fluida armonia che elementi singoli riportati non avrebbero saputo realizzare (vedi foto di copertina).

La simmetria delle forme è solo apparente, in realtà ogni foglia, ogni fiore, ogni singolo elemento è diverso dagli altri nel continuo tentativo dello spirito barocco di sacrificare il certo, lo scontato, il geometrico allo stupore, alla fantasia, allo sbalorditivo. E infatti il perimetro strutturale così caro al classicismo in quest’opera scompare avvolto nel turbinio insistente della decorazione.

Descrizione dell’opera: Cornice 2
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Cornice intagliata e dorata con mascheroni e volute elementi tipici del repertorio decorativo fiorentino.
L’ epoca di esecuzione è ascrivibile intorno alla prima metà del diciannovesimo secolo nell’ottica di quella tendenza al “revival” di cui riferivamo per la cornice precedente.
A differenza della prima opera, entrambe sono conservate all’interno della collezione del museo di villa La Petraia, questa tenta di riprodurre fedelmente i canoni decorativi dello stile barocco e in effetti risultano subito chiare le differenze stilistiche che intercorrono tra una cornice e l’altra.

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La decorazione è ricca, energica, essenziale ma non leziosa, la voluta è libera da schemi geometrici  classici ma non si è ancora evoluta in una foglia d’ acanto che riproduce fedelmente la natura; inoltre il barocco e quindi il neo barocco pur elevando a protagonista dell’opera la decorazione non rinuncia mai a mantenere un rapporto equilibrato fra forma e motivo ornamentale.
Molto interessante è l’impiego delle tecniche per la lucidatura della doratura; qui infatti l’artista ha sfruttato a pieno la resa data dall’accostamento tra brunitura (lucidatura con pietra d’ agata) e velatura.

Il risultato è un assemblaggio di sfumature e di riflessi che conferiscono ai volumi una suggestione straordinaria.

Stato di conservazione dell’opera

Le due cornici mostravano, al momento della presa in visione, un analogo stato di conservazione e ciò ci ha permesso di procedere in parallelo durante le varie fasi del lavoro di restauro.

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Cornice con puttino

Entrambe infatti presentavano rotture multiple, più serie quelle della cornice “con puttino” perché coinvolgevano anche la  struttura e i punti di giunzione tra questa e l’ensemble decorativo.

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Elementi completamente staccati


Analizzando i vari elementi della decorazione ci si è resi conto immediatamente che molti di questi erano completamente   staccati , altri in equilibrio precario, altri seppur ancora integrati risultavano fessurati alla base e quindi soggetti a possibili rotture future.

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Parti di intaglio definitamente perse

In alcuni punti poi porzioni sono andate completamente perdute (parti di alcune foglie, visino del putto).

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Cornice a “mascheroni”

La cornice “a mascheroni” invece manifestava rotture solo nelle parti aggettanti ma purtroppo, molte di queste lacune erano andate, a loro volta, perdute costringendoci in questi casi, all’inevitabile scelta di procedere alla ricostruzione  e reintegrazione.
Fortunatamente la doratura si è conservata in ottime condizioni in entrambe le opere tanto da richiedere una pulitura leggera; ovviamente si è comunque dovuto procedere all’applicazione della foglia d oro in quei punti, non originali, reintegrati da noi.

Procedimenti tecnici e fasi di restauro

Gli interventi sono stati sostanzialmente di consolidamento, reincollaggio e reintegrazione.

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Retro della cornice con “puttino”


Il consolidamento della struttura della cornice “con puttino” ci ha imposto l’applicazione di una sverza in legno tenero che ricongiungesse l’intelaiatura alla parte decorata che, nella porzione sottostante (quella del puttino), era completamente distaccata e oscillava vistosamente.

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Consolidamento con colla a caldo

Abbiamo poi proceduto a un paziente consolidamento delle parti fessurate tramite iniezioni di colla a caldo.
I reincollaggi sono stati il lavoro che ha richiesto più tempo perché, durante la lavorazione, sono incorse numerose difficoltà a causa delle superfici di rottura che risultavano o molto sconnesse per mancanza di materia o sporche di colla reticolata (in questa fase ci siamo accorte che restauri precedenti erano stati eseguiti ricongiungendo le parti con colla termoindurente che abbiamo rimosso dove possibile).

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Reintegrazioni di intagli

Successivamente sono stati reintegrati, in essenza di tiglio, i decori andati perduti (vedi foto 13,14).

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Reintegrazioni di intagli

Infine abbiamo eseguito la reintegrazione della doratura sia nelle parti reintegrate che in quelle la cui integrità risultava compromessa (vedi foto 18 e 20).

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Reintegrazione della doratura
Disinfestazione

Applicazione: a pennello ed iniezione

Materiale usato: permetrina in essenza di petrolio.

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