Arte & Artigianato

Arte e Restauro dei Tessuti

Tessuti artistici

Tra le tante attività che hanno caratterizzato il progresso dell’umanità, la tessitura occupa un posto del tutto particolare perché ha segnato, per l’uomo primitivo, un punto di snodo tra la semplice attività di caccia e una più complessa attività di allevamento, per le fibre naturali, come la lana, e di agricoltura per le fibre vegetali quali il lino, la canapa e il cotone. L importanza delle lavorazione delle fibre tessili e della tessitura ci è suggerita anche dal fatto che il mito e l’epica abbiano usato con una certa frequenza alcuni simbolismi legati a quest’arte antica e raffinata. Se pensiamo che le tre Parche (o Moire): Cloto, Lachesi e Atropo, determinano, con la loro attività di tessitura, la vita e la morte degli umani, abbiamo il senso dell’importanza che questa attività aveva presso gli antichi. Anche l’omerica Penelope che con la sua attività tessitoria condiziona la politica del suo piccolo regno ritardando o accelerando il difficile passaggio della successione dinastica, offre una eloquente metafora circa l’importanza della tessitura e della donna dal momento che questa attività era generalmente da lei praticata. In oriente l’attività tessile fu sempre molto sviluppata e raggiunse livelli di eccellente qualità, tanto che le sete, e i drappi lavorati orientali furono importati in tutto l’Occidente, per molti secoli. Il tappeto orientale rimane una delle più nobili ed apprezzate espressioni di quest’arte.

 

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Tessuto copto in lino e lana con figura di orante, Egitto. VI sec. d.C. Drappo con ricami in seta e cotone, Daghestan, Caucaso, fine del XVIII sec. Velluto lavorato, Chiesa Arcipretale di Mirano (VE) sec. XVIII.

  

A differenza di altre lavorazioni artigianali la tessitura risente delle condizioni economiche generali per ritirarsi nell’economia domestica o per espandersi in manifatture più o meno specializzate in grado di esportare il prodotto, in luoghi anche lontani. Nel mondo antico, Padova è ricordata, dagli storici e dai letterati, per la buona produzione di lane. Per rimanere in Europa, va detto subito che le lane inglesi e irlandesi, per la loro caratteristica fibra lunga, così come i tessuti in lana con esse prodotti, sono stati sempre molto apprezzati in tutta Europa, dove i prodotti inglesi hanno mantenuto a lungo posizioni di predominio. Le regioni storiche delle Fiandre e il Brabante eccelsero nella produzione di tessuti in lana e in cotone, e soprattutto nella produzione di arazzi, tanto che lo stesso termine “arazzo” viene dalla città di Arras un centro tessile che, assieme a Oudenaarde e Bruxelles, sviluppò, tra il XII e il XVII secolo, una fiorente arte degli arazzi. La Spagna, la Sicilia e l’Italia centro-meridionale, hanno detenuto per molto tempo il primato dei prodotti tessili di qualità, favorevolmente influenzate dalla cultura araba e bizantina.

Se consideriamo che per molti secoli e fino alla burrasca napoleonica, i paramenti utilizzati per l’incoronazione degli Imperatori del Sacro Romano Impero, furono tessuti e confezionati presso la corte normanna di Palermo, nella seconda metà del XII secolo, allora abbiamo la prova dell’importanza e della considerazione che le tessiture siciliane rivestivano per tutta l’Europa.

 

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Particolare della broccatura di un tessuto, dall’Encyclopédie, 175 -1771 Armatura del raso, dall’Encyclopédie, 1758-1771 Telai orizzontali ed esempi di navette per il lancio delle trame, dall’Encyclopédie, 1758-1771

 

In questo panorama, anche grazie ai contatti con Bisanzio, nel XIII secolo Venezia non fu da meno, con una vasta e raffinata produzione di tessuti preziosi che furono importati nel resto d Europa, specialmente in Germania e in Scandinavia . Nel XIV secolo alcuni artigiani fuoriusciti dalla città di Lucca, dove era una fiorente attività tessile, si stabilirono a Venezia ed incrementarono la produzione di tessuti riccamente lavorati. Venezia eccelse nella lavorazione della seta e del cotone, importato dall’Oriente. In terraferma, Verona, in posizione strategica sull’asse Milano – Venezia e su quello che congiunge l’area tedesca e Bologna, prossima a due grandi arterie fluviali, il Po e l’Adige, occupa una posizione di preminenza nell’artigianato tessile della lana, favorita, già nel XII secolo, dalla presenza di gualchiere, e dall’introduzione di un nuovo tipo di telaio largo, già alla fine del XIII secolo. I suoi prodotti migliori vengono infatti venduti fino nel Regno di Napoli. Anche Vicenza, Bassano Treviso e Padova vedono fiorire (per Padova era un rifiorire, come abbiamo visto) ricche officine artigianali per la lavorazione della lana, mentre successivamente si sviluppa un interessante produzione della seta, concentrata a Vicenza e a Verona. La pianura veneta e l’Altopiano di Asiago erano particolarmente adatti all’allevamento delle pecore che fornivano la materia prima, così come il clima favoriva l’allevamento del baco da seta.

Non era, tuttavia, solo questione di reperimento della materia prima, la lana infatti ha bisogno di lavorazioni che presuppongono la presenze di spazi a ciò destinati, le gualchiere, di fiumi o canali con acqua corrente, di tecnologie e di abilità artigiana: la lana doveva essere lavata, cardata o pettinata, filata, tessuta, mentre i panni, così ottenuti, dovevano essere “follati”, cioè sottoposti al follone, una macchina i cui cilindri e magli, erano mossi dalla forza motrice dell’acqua corrente che faceva girare grandi ruote a pale ad essi collegati. I panni dovevano poi essere asciugati in apposite strutture chiamate “chiodare”. La lavorazione della lana, ed in particolare il lavaggio e la tintura, emanava cattivi odori e tendeva ad inquinare i corsi d acqua, per questi motivi, Venezia preferì decentrare queste fasi di lavorazione, mantenendole a Padova, a Vicenza e a Verona e riservandosi le fasi finali della lavorazione. Nell’Ottocento e nel Novecento, a differenza delle altre città del Veneto, Vicenza e il suo territorio hanno trasformato le attività artigianali in attività di tipo industriale. Anche la produzione e la lavorazione del lino erano molto diffuse nel Veneto: già all’inizio del XI secolo, il Comune di Piove di Sacco era obbligato a conferire gratuitamente al Doge di Venezia duecento libbre di lino.

 

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Telaio verticale, dall’Encyclopédie, 1758 1771 Gualchiera, macchina mossa dalla forza idraulica per la follatura dei panni, xilografia del 1656 Telaio verticale del XVIII secolo, modificato nell’Ottocento con il sistema Jacquard, Museo storico della tappezzeria,  

 

La produzione di tele in cotone, lino e canapa, che non richiedevano particolari abilità artigianali erano diffuse in tutto il contado veneto, in Friuli e nel Bergamasco. Jacopo Linussio a Tolmezzo, in Carnia fondò una manifattura tessile che divenne ben presto tra le più grandi d Europa, con produzione di damaschi, tafetas, rasi e tele rigate che venivano esportate in Europa e in Asia e perfino in America. I tessuti, oltre ad essere lavorati con telai sempre più perfezionati ed in grado di fornire tessuti operati, come i damaschi o i broccati, venivano anche impreziositi con fili d oro e d argento, con perle, gemme, bottoni, rosette,

Tra il XIII e il XVIII secolo, Milano sviluppò importanti manifatture laniere e della seta; Firenze e Prato, furono due centri tessili di grande importanza per tutto il Medioevo, tanto con prodotti di lusso che con prodotti di uso comune, ancor oggi Prato è uno dei maggiori centro dell’industria laniera italiana.

Fino al XIII secolo le stoffe pregiate rimangono un privilegio delle classi sociali dominanti, ma con lo sviluppo dei commerci con l’Oriente e con i progressi tecnici che si sviluppavano in quel secolo, l’uso di tessuti pregiati si estende alle classi borghesi. I tessuti non venivano impiegati solo nell’abbigliamento o per i paramenti sacri, ma anche nell’arredamento, dove i muri, spesso freddi e umidi, venivano coperti con drappi: esistevano velari che coprivano solo la parte bassa della parete, velari appesi a mensole alte che rivestivano l’intera parete, velari che coprivano il letto. A partire dal XVI secolo, i tessuti vennero impiegati per imbottiture di letti, sedie poltrone e divani, per rivestire internamente cassapanche e armadi, per rivestire carrozze e portantine.

 

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