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Corso di Intaglio – Gli attrezzi

Fonte: I testi sono tratti dal sito di Ornella Crétaz www.intaglionline.it

Nelle pagine che seguono sono descritti gli utensili usati per l’intaglio su legno.

Coltelli : Quali sono e come impugnarli correttamente
Scalpelli e Sgorbie:  Descrizione degli scalpelli e sgorbie loro utilizzo nell’intaglio del legno
Punzoni
Affilatura :
Vi insegna ad affilare gli utensili

I Coltelli

L’attrezzo più usato dall’intagliatore a tacche è il coltello, che dev’essere ben affilato e deve tagliare soprattutto in punta; il manico , solitamente di legno, deve essere solido e ben impugnabile. Il manico, di legno duro, in alcuni casi è sagomato a punta nella parte opposta alla lama, per poter lisciare i solchi eseguiti.

Nelle foto che seguono sono evidenziati alcuni modi per impugnare correttamente il coltello in funzione dell’uso che se ne deve fare.

 
 
 
 
Gli Scalpelli e Sgorbie

Gli intagli floreali e gotici vanno fatti con uno scalpello o una sgorbia.

Scalpello. È uno strumento composto da un manico in legno e una lama molto tagliente in acciaio temperato. Questa va appoggiata obliquamente (o perpendicolarmente) sul legno tenendo l’attrezzo con la mano sinistra, mentre con la destra si maneggia un mazzuolo di legno picchiandolo sull’estremità superiore del manico. Lo scalpello si può anche impugnare con le due mani, premendolo sul legno e asportandone piccoli frammenti. È importante che durante il lavoro il pezzo di legno sia saldamente fissato al tavolo con dei morsetti, perchè se si sposta, o se lo scalpello scappa di mano, si corre il rischio di farsi male seriamente. Bisogna fare la massima attenzione nel maneggiare questo attrezzo e non tenerlo mai rivolto con la lama verso il corpo: basta un falso movimento per trasformare lo scalpello in un’arma molto pericolosa.

Sgorbia. È un piccolo scalpello con lama sagomata a sezione curva, che serve per fare scanalature e raccordi curvi. A differenza dello scalpello, questo attrezzo non si percuote sul legno col mazzuolo, ma con colpetti leggeri dati con il palmo della mano. Bisogna usarlo con delicatezza, cercando sempre di seguire la direzione delle fibre.
Per iniziare un lavoro di scalpello, si deve innanzitutto segnare con la matita da falegname i contorni dell’intaglio da fare, poi dare dei colpetti , asportando piccoli pezzi di legno per volta. In tal modo si praticano tanti minuscoli intagli sulla zona da asportare e, successivamente, si ricomincia da capo, posizionando lo scalpello in senso perpendicolare alle intaccature già fatte. Bisogna poi procedere con colpetti leggeri, fino ad arrivare alla profondità desiderata.

Di seguito e riportata la foto di una sgorbia e la tabella con in evidenza il profilo di taglio corrispondente ai tipi.

TipoProfiloTipoProfilo

 

8/4 Pfeil

 

7/6 Pfeil
8/7 Pfeil
8/10 Pfeil
8/13 Pfeil
11/4 Pfeil

 

5/5 Pfeil

 

 

3F/8 Pfeil

 

12/4 Pfeil
6/2 Stubai
12/6 Pfeil
4/12 Stubai
12/8 Pfeil
4/16 Stubai

Di seguito sono riportati i profili di taglio disponibili

I Bulini, punzoni e affilatura attrezzi

Si intendono per punzonature quelle operazioni in cui il legno viene pressato da uno strumento che non lo taglia asportandone una parte ma produce un impronta di varia profondità. Possono essere usati sostanzialmente per creare degli sfondi, per camuffare gli errori di lavorazione o per creare decorazioni, anche minuscole e non eseguibili in altro modo. Troviamo in commercio una grande varietà di punzoni, ma soprattutto è possibile e facile costruirseli utilizzando chiodi d acciaio, vecchi cacciaviti, o lime, punte elicoidali, sgorbie e scalpelli rovinati e così via. Possono avere la superficie di battuta piatta, o svasata con varie angolazioni, funzionali all’impronta che devono lasciare. Questa tecnica, tradizionalmente usata per finire sfondi di problematica pulitura, come quelli dietro gli ornati floreali, ci permette di realizzare, all’interno di una scultura, decorazioni in miniatura, che riproducano ad esempio, i ricami dei vestiti o mantelli, bottoni, piccole fessure, sottolineature di linee e angoli e così via.

L’ affilatura degli utensili

vedi approfondimento

La parte terminale dei ferri da taglio ha uno smusso che viene chiamato bisello ( o ugnatura o scarpa ), che penetra nel legno separandone le fibre. Il filo può essere a tagliente interno, esterno o a due taglienti, e l’angolo di sfoglia, che determina la lunghezza del bisello, può andare da 20° a 30°. L affilatura consiste, in sostanza, nel trovare per ogni situazione di scavo il giusto angolo di penetrazione asportando il metallo in eccedenza fino a ottenere un taglio dal filo finissimo e uniforme. E evidente che tanto più l’angolo di sfoglia è acuto, quanto più la lama taglia e penetra facilmente, ma il suo filo è fragile, mentre in caso contrario ha più resistenza al taglio ma una durata superiore. I parametri che condizionano l’angolo di taglio sono :

•Il materiale che stiamo lavorando, ad esempio, angolo più acuto per legni teneri come tiglio o pino cembro, più aperto per legni duri come frassino o bosso. 

•La qualità e la durezza della lama che stiamo usando.

•Il tipo di pressione  a cui sottoponiamo l’attrezzo, cioè smusso più stretto per gli utensili da finitura che usiamo con la sola forza delle mani, e più largo per le sgorbie e gli scalpelli da sgrossatura che devono sopportare l’urto di un mazzuolo pesante.

•La forza con cui siamo soliti lavorare.

Si può paragonare la lunghezza del bisello alla mina di una matita che ognuno sceglie in base alla maggiore o minore leggerezza del tratto, della carta e così via.

Affilatura con mola ad acqua

Le affilatrici ad umido che troviamo in commercio possono avere la mola in pietra orizzontale o verticale, saturata con acqua od olio. Le più comuni sono quelle con la mola verticale, raffreddata ad acqua con una velocità di rotazione che varia da 100 a 200 giri al minuto e con una grana fine ( 250 grani ), media ( 180 grani) o grossolana ( 50 grani ). L affilatura viene eseguita posando lo smusso sulla pietra ed esercitando una pressione costante. Le sgorbie vanno fatte ruotare lentamente in modo che il bisello sia uniforme da un capo all’altro del taglio. Gli scalpelli si muovono lateralmente nei due sensi, per correggere le leggere imperfezioni della superficie della pietra; gli scalpelli a V vanno affilati come se fossero due scalpelli, l’angolo delle due ali della lame è però quasi sempre non perfettamente a spigolo e si formerà perciò in fondo al V una sorta di rostro che andrà eliminato arrotondando esteriormente lo spigolo fino a raggiungere il filo.

Pietre ad acqua e ad olio 

Le pietre per affilare limano il metallo della lama dando al tagliente la forma voluta e il filo. Possono essere a taglio grosso, e in questo caso asportano più materiale ma lasciano un filo più grossolano, a taglio medio e a taglio fine, che consentono un affilatura migliore. Possono inoltre essere sagomate con forme diverse per aderire alle diverse fogge di sgorbie e scalpelli e essere ad acqua o a olio. Le pietre ad acqua ( la più fine è quella dell’Arkansas ) si bagnano con acqua e petrolio. Le pietre ad olio di qualità pressoché pari a quelle ad acqua ma di durata superiore, non devono mai essere usate asciutte, perché se ne otturerebbero i pori e vanno lubrificate con olio da macchina raffinato o olio di paraffina. Le pietre nuove vanno saturate d olio e tenute al riparo dalla polvere. Si può rettificare la superficie di una pietra o modificarne la forma strofinando la stessa su una lastra di marmo con acqua e polvere per smerigliare per le pietre naturali e acqua e carborundum per le pietre artificiali. Per finire l’affilatura si passa l’utensile su una striscia di cuoio, detta coramella, trattata con il rosso da gioiellieri o polvere di crocus o sego, che può essere incollata sul legno, piano per l’affilatura esterna, e sagomato per l’affilatura interna.

Affilatura degli scalpelli

Si posa il ferro sulla pietra e si spinge in avanti con una pressione che diminuirà portandolo indietro, cercando di non cambiare l’angolazione e che l’affilatura sia a squadro per evitare che l’utensile tenda durante lo scavo a deviare. Si ripete l’operazione sulla pietra a grana fine, su tutti e due i lati e infine si passa sulla coramella.

Affilatura delle sgorbie a tagliente interno

Si passa il bisello della sgorbia da un capo all’altro della pietra con un movimento rotatorio stando attenti a non smussare gli spigoli laterali e con un movimento a spirale per utilizzare tutta la superficie della pietra. Si toglie la sbavatura con una pietra sagomata movendola avanti e indietro nella scanalatura dell’attrezzo, nello stesso modo si passa sia il lato interno che quello esterno sulla coramella.

Affilatura dello scalpello a V

Come già descritto, lo scalpello a V si affila come due scalpelli piatti, eliminando successivamente il rostro centrale. La sequenza è quella descritta per gli altri attrezzi. Per l’angolo interno si usa un pezzo di cuoio sagomato longitudinalmente a punta. 

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