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Gli utensili usati nell’intarsio

Fonte: Mastro Santi Del Sere restauratore in Anghiari

Scalpelli, sgorbie, seghetto a traforo, pialletti e altri utensili che descriveremo e approfondiremo in seguito, vengono adoperati per l’arte della tarsia.
Gli utensili devono essere sempre ben affilati e adoperati con maestria, per ottenere dei buoni risultati.
Il consiglio migliore è quello di non scoraggiarsi se ai primi tentativi non si ottengono risultati soddisfacenti, perché la buona riuscita è relativa alle prove che l’operatore esercita.

Utensili Manuali

Scalpelli e sgorbie: Gli scarpelli sono utensili d acciaio di forma piatta, di diverse dimensioni di larghezza e sono usati per incidere il legno nelle parti dove il disegno è rettilineo, per rettificare le listre dove hanno delle imperfezioni, per raddrizzare o spianare qualunque difetto. Le sgorbie sono di forma curva, di vari tipi e dimensioni, si usano come gli scalpelli, ma verranno usate nelle parti dove il disegno da incidere o da rettificare avrà delle curve o sagome rotonde.

Di questi utensili ce ne sono di vario tipo in commercio; consiglio di usare quelli professionali da intagliatore, che come acciaio e tempra è notevolmente superiore e hanno una raffinatezza che il ferro più scadente non possiede.

Arrotatura e affilatura (vedi approfondimento):  

Come ho accennato nell’introduzione, l’ affilatura di questi arnesi da lavoro è molto importante. L’arrotatura può essere effettuata con una mola a smeriglio azionata con motore elettrico, o fatta funzionare manualmente. Per quest’ ultima occorrerà molta esercitazione, perché una mano dovrà far girare l’ apposita manovella che fa girare la mola, e l’altra mano far muovere il ferro correttamente. 

Prima d’ iniziare arrotature sarà opportuno usare la pietra apposita per ravvivare la mola, che permette di avere una mola efficiente e non impastata dalle precedenti arrotature. Seguendo questo consiglio otterremo una affilatura corretta senza il rischio di poter bruciare l’utensile, per il cattivo funzionamento di questa.

Per una buona arrotatura la pressione che si deve esercitare sull’utensile non deve essere mai forte e allo stesso tempo costante. Osservando queste indicazioni otterremo una superficie di arrotatura piana, che chiameremo “scarpa” come dimostra la (fig. 1). Se la scarpa non risulterà perfettamente piatta (fig.2) operare riuscirà faticoso perché l’utensile farà poca presa sul pezzo da tagliare. L’ arrotatura ha fine quando noi abbiamo ottenuto la scarpa desiderata e quando vediamo che nella parte arrotata si è formato un filo sottilissimo che percorre tutta la superficie di taglio dell’utensile.
Il “filo” e la “scarpa” sono due definizioni che servono per specificare:
Il filo, l’avvenuta arrotatura; la scarpa, l’angolatura che abbiamo dato al ferro.Più acuto è l’angolo della scarpa più l’utensile si indebolirà, però avremo una penetrazione più profonda e un taglio più netto nel legno; se la scarpa avrà un angolo più aperto avremo l’effetto inverso. Fatte queste operazioni si passa all’affilatura, che si ottiene passando il ferro nella pietra per affilare.

Per l’affilatura dei ferri da intaglio ci sono molte pietre in commercio da quelle sintetiche a quelle naturali, che sono le migliori. Io uso e consiglio due tipi di pietre, la pietra di CANDIA e la pietra ARKANSAS. Questi tipi di pietre hanno una proprietà di grana molto raffinata, al contrario di quelle sintetiche che sono di grana grossolana.

Come si adoperano le pietre per affilare: per prima cosa dovremo bagnare la pietra con dell’olio, buono è anche quello da cucina. Si prende l’utensile e si appoggia la scarpa nella pietra, per poi passarla con un movimento orizzontale, alternando questo movimento anche nell’altra faccia dell’utensile di forma piana (scalpello), stando attenti a non far battere solamente la punta o il tacco del ferro. L utensile dovrà appoggiare costantemente in tutta la sua superficie durante l’operazione, nella pietra, fino al completo distacco del cosiddetto filo. Un comportamento quasi identico viene usato anche per affilare la sgorbia, che come ho già detto è di forma curva; infatti dovremo passare la pietra sulla parte convessa e su quella concava del ferro per togliere il filo. Per la parte convessa si potrà usare una pietra di forma piana, ma per la parte concava dovremo usare una pietra di forma curva che mi permetta di toccare tutti i punti interni.

Il pialletto : Le operazioni di arrotatura e affilatura, che ho sottolineato fino adesso, servono anche per il pialletto, altro utensile indispensabile per la tarsia. Il pialletto viene usato sia per far accostare precisamente due listre di legno fra di loro, o raddrizzarle singolarmente, per spianare e portare la tarsia al liscio del piano su cui l’ abbiamo incassata.
Di pialletti, in vendita, ne troviamo di vari tipi e dimensioni: ci sono di legno, di metallo e azionati a motore elettrico. È bene averne di varie specie. Non trascurerei i pialletti di metallo che hanno il ferro regolabile e che possono servire, se vogliamo togliere più legno da una parte, per lasciare intatta la parte opposta.

Ci sono anche pialletti metallici di piccole dimensioni che servono per piallare contro venatura o trasversalmente questa. Non è un compito facile lavorare contro vena: adoperare un piccolo pialletto che tagli poca superficie di legno alla volta, limiterà le possibili sgranature e gli strappi di venatura che si possono causare operando in questa circostanza.

Per ottenere più incisione di taglio del pialletto, dovremo agire nel ferro spingendolo con il martello verso la suola (indicazione nel disegno freccia rossa).
Se vorremo avere l’ effetto inverso, dovremo colpire con il martello il ceppo della pialla,( indicazione nel disegno freccia gialla).
Quando avremo ottenuto la regolazione voluta fisseremo con un colpo di martello il cuneo, ( indicazione nel disegno freccia verde).

Utensili Elettrici

Altri utensili indispensabili sono la sega a nastro con motore elettrico o quella a traforo che può essere elettrica anch’essa.
Nel mio laboratorio ne possiedo di tre tipi: una grande a nastro che mi permette di fare listre di legno di varie altezze e spessori, una più piccola che utilizzo per piccoli tagli e il seghetto a traforo elettrico macchina indispensabile per la tarsia.
Altre macchine da taglio sono la troncatrice e la sega a disco. La prima serve per ottenere tutti gli angoli possibili che si vogliono ricavare. La sega a disco o circolare mi occorre per fare piccoli filetti e lavori che devono essere perfettamente paralleli o per ottenere tagli ortogonali.

Non tutti potranno dotarsi di macchine elettriche; il bello di quest’arte è anche quello di poter supplire, nei limiti del possibile, con gli utensili manuali. Chiaramente ci vorrà una esperienza maggiore e un esercizio notevole.

Le macchine da traforo: Lo strumento principe per la tarsia applicata al mobile dal XVI secolo fino ai giorni nostri è il traforo.
Questa macchina ha avuto uno sviluppo tecnologico rilevante dai suoi esordi che si presumono all’epoca di Luigi XIII. Certamente i primi seghetti alternativi erano costruiti di legno e azionati a pedale.

cavalletto da intarsiatore

La tradizione francese conserva ed usa magistralmente ancora oggi un tipo di macchina azionata manualmente: il cavalletto da intarsiatore. Questo tipo di traforo è stato sicuramente inventato e usato dai tempi di Boulle; quindi si può dedurre anche la data della sua invenzione da individuare nel XVII secolo. In commercio si trovano vari tipi di traforo alternativi di piccole dimensioni che possono essere usati, senza voler ottenere troppo, da principianti e hobbisti.

Per gli operatori consiglio macchine più serie, certamente molto più costose. Nel mio laboratorio ho una macchina professionale da traforo alternativa elettrica che, come caratteristiche, si differenzia moltissimo da quelle che si trovano nelle ferramenta. Sarà opportuno, se vogliamo acquistare una apparecchio professionale, consultare ditte specializzate per la vendita di macchinari per la lavorazione del legno.

Se non possediamo un traforo elettrico si può usare il traforo manuale che, se usato con maestria fornisce risultati identici, direi migliori del seghetto alternativo elettrico.

Le seghette per il traforo:  In commercio ci sono vari tipi di seghetta per traforo che si differenziano per grossezza della lama e per le diverse dentature di taglio.
Le gradazioni relative alla grossezza si dividono da numeri che partono dallo zero, per le più sottili, al numero dodici per quelle più grosse.
Le dentature delle seghette si differenziano dalla distanza che si interpone tra un dente e l’altro. Se avremo scelto una lama con denti molto radi otterremo un taglio più aggressivo e incisivo; se vogliamo un taglio più morbido adopereremo una seghetta con denti ravvicinati.
La seghetta da adottare verrà scelta, per quanto riguarda la grossezza della lama, dal numero di listre sovrapposte (pacchetto di legni) che vorremo tagliare e per il tipo di dentatura dalla durezza relativa all’essenza di legno d adoperare.

La fresatrice o pantografo: Altra macchina molto importante per la tarsia, in special modo per quella a buio, è la fresatrice.
Questo utensile si trova in commercio corredato di frese di vario tipo e dimensioni di diametro.
Comunemente la fresatrice si adopera per fare la sede ad un intarsio e per riquadrare un piano con maccheroni e filetti

Le macchine levigatrici: Di questo tipo di macchine in commercio ce ne sono di vario tipo. Quelle più adatte per la tarsia sono due: la calibratrice e la levigatrice combinata.
La calibratrice è una macchina molto importante che ha la funzione di portarmi tutte le listre ad uno stesso spessore, ed è indicata anche per la ripulitura finale di un piano intarsiato. 

La levigatrice combinata possiede un piano dove scorre un nastro e a lato della macchina un disco abrasivo; il nastro e il disco possono variare di grandezza o di diametro a secondo della potenza della macchina.
Il piano della levigatrice serve per la maggior parte dei casi per spianare o aggiustare e far combaciare due listre o più insieme.
Il disco si adopera per ritoccare le tessere e per ottenere delle sagome rotondeggianti.

L unica nota dolente sono i costi elevati di queste macchine, ma è altrettanto vero che servono moltissimo ed alleviano il lavoro in maniera consistente. 

Leggi gli altri argomenti del Corso di Intarsio di

Mastro Santi del Sere

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