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Metodi di finitura non filmante per esterno negli U.S.A.

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 BLO
(@blo)
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Estimable Member
Topic starter
 

        Un saluto cordiale a tutti e complimenti per il forum che trovo molto interessante.
        Premetto che non sono un addetto ai lavori e che mi sono avvicinato all’affascinante mondo della finitura per la curiosità che mi ha spinto a decidere di rifinire da me le finestre alla veneziana della casa al mare.
       Nel cercare  di acquisire sul web quante più informazioni possibili sull’argomento mi sono imbattuto in diversi siti americani, non foss’altro perché lì è più diffusa la cultura del “ fai da te “.
        Le finiture non filmanti utilizzate sono in ordine crescente di resistenza all’umidità ed ai raggi U.V. , ma con identico metodo d’applicazione ( impregnazione a pennello fino a saturazione delle cellule del legno ed asporto, dopo 30 min.,dell’eccedenza con panno  ) :

1) Oil Finish  :  50% olio di lino cotto ( o di Tung ) + 50% essenza trementina . Minimo 6 mani.
Scarsa resistenza ai raggi U.V. ( tranne che non vengano aggiunti pigmenti es. terra siena ) ed all’umido, soprattutto con l’olio di lino che dà possibili problemi di muffa.
2) Oil / Varnish blends : 1/3 Olio di lino cotto ( o di Tung ) + 1/3 Vernice alchidica o fenolica ( a scelta del consumatore )  con filtri U.V.  + 1/3 essenza trementina (es. prodotto O./V. b. commerciale già preconfezionato Watco Danish Oil ). 3 o 4 mani. Effetto satinato.
3) Wiping Varnish  : 50% Vernice alchidica o fenolica ( a scelta ) con filtri U.V. + 50% essenza trementina. Se limitata a 3 mani è leggermente filmante, oltre diviene una vernice a tutti gli effetti. Delle precedenti tre è quella che ,a parità di buon risultato estetico, unisce migliori caratteristiche di resistenza ed isolamento del legno  ( es. prodotto commerciale già preparato Waterlox ).
4) F.P.L.N.F. ( Forest Product Laboratory Natural Finish ) o “ Madison formula “ sviluppata nel 1950/1970 dall’U.S. Department of Agricolture . Finitura per esterno semi-trasparente e molto resistente ad umidità e raggi U.V.  : Da test fatti in laboratorio è risultato che un prima applicazione di 2 mani data su legno completamente esposto alle intemperie è durata 3 anni. Una seconda applicazione sullo stesso legno allo scadere del triennio è durata 10 anni.

                                            % formula Madison originale          %   possibili variazioni alla formula

Olio di lino cotto :                                             60%                                        ( 20-60 % )
Acqua ragia,trementina,
o solvente per lacca :                                        17%                                         ( 43-17%)
pentacrlorophenol 
nella concentrazione di 10:1 =                           13%                                         ( 13-26%)
Cera di paraffina :                                             2,5%                                        (0,5 – 2,5%)
Zinc stearate  :                                                 0,3%                                        ( 0,0-0,3%)
Tinting colors,colors pigment
( burnt sienna,raw umber )  :                                8%                                        ( 8% - 16% )

Sotto la voce “ % possibili variazioni formula” sono riportate le possibilità di variazione ( per venire incontro a differenti risultati estetici ) che lo stesso Departement of Agriculture ha ritenuto applicabili alla formula originale senza significativa diminuzione delle originarie caratteristiche di durata ed resa.

   Lo zinc stearate serve a mantenere in sospensione i pigmenti di colore e pertanto può essere omesso a condizione di mescolare frequentemente  la tintura durante l’applicazione.
   La stessa finitura,può peratro essere preparata senza pigmenti, ma ha minore durata e necessita di essere rifinita dopo 2 anni.
Preparazione : sciogliere a bagno maria in un recipiente la cera di paraffina,mescolarla ed aggiungerla  lentamente alla trementina (a temperatura ambiente) mescolando. Quando il prodotto si è raffreddato aggiungere il  pentacrlorophenol, lo zinc stearate ( se usato ) e l’olio di lino cotto. Infine aggiungere mescolando nei pigmenti un po’ alla volta finchè la miscela non raggiunge un colore uniforme.
Applicazione : massimo 2 mani ad impregnazione. La seconda mano và applicata dopo 4 ore dalla prima ( quando ancora è umida ) e le eccedenze vanno tolte con un panno asciutto dopo un ora dall’applicazione della seconda mano.
Il pentacrlorophenol è un funghicida per combattere le muffe che nelle zone con forte umidità si possono sviluppare con l’olio di lino cotto.
Poiché il pentacrlorophenol non è più venduto negli USA ( e credo nemmeno in Italia )perché pericoloso per la  salute lo stesso Dipartimento ha in seguito suggerito di modificare la formula sostituendo all’olio di lino cotto vernice di tipo spar o marina. La vernice, a differenza dell’olio di lino non dava problemi di muffe per cui non inserendo l’olio nella formula poteva farsi a meno del pentacrlorophenol.
Pertanto la formula veniva così modificata :

Spar varnish con filtri U.V.e
con contenuto di circa 50% circa di resina alchidica  :                                               20%
Cera di paraffina :                                                                                    dall’1%  al 3%
Trementina :                                                                                           dal 77% al 79%
Pigmenti colorati : a discrezione.

Volendo trarre le conclusioni del discorso avrei pensato di rifinire le mie persiane nel seguente modo :
1) N° 1 mano olio lino cotto + trementina al 50% ( penetra più in profondità e tira fuori il colore
               dall’essenza del legno )  ;
2) N° 2 mani a seguire ( intervallate di 2 giorni ognuna )  di miscela  oil/varnish blend ( 1/3 olio 
                + 1/3 + vernice + 1/3 trementina ) ;
3) N° 1 mano, dopo 3 giorni , di wiping varnish ( miscela 50% vernice spar + 50%
               trementina ) ;

1^ Domanda :
Secondo voi il procedimento predetto è fattibile o vi sono problemi di aderenza o altre controindicazioni ?

2^ Domanda :
Circa la “ Madison formula “ mi sembra di poter concludere che l’elemento che fa la differenza, nel senso di rendere fortemente idrorepellente ed efficiente contro l’umidità detta miscela è quel 1%-3% di cera di paraffina.
Volendo aggiungere un po’ di cera di paraffina la dovrei mettere nella 1^ mano ( olio lino + trementina ) o nell’ultima ( vernice + trementina ) ? Se messa nella 1^ nella percentuale consigliata ci possono essere problemi di aderenza delle successive?
Ringrazio per l’attenzione.     

 
Pubblicato : 20/12/2011 6:17 pm
(@pierpaolomasoni)
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Noble Member
 

Poni un quesito abbastanza complesso, almeno per me che non sono un chimico. Le vernici che descrivi sono più o meno tutte derivate da formule storiche, anche se usano resine sintetiche anziché naturali.
Tenterò di semplificare sperando di esserti utile.
Il deterioramento di questo tipo di vernici è dato da un processo di spolimerizzazione che l’olio subisce a causa dell’azione dei raggi u.v. Da prove che ho fatto su legni esposti alle intemperie e verso sud la durata dell’olio di lino si aggira intorno ai 3-4 anni. Tale periodo si allunga se la vernice è pigmentata o se protetta da cera. Dei filtri u.v. ne ho discusso a lungo con chimici delle vernici, e, da quello che mi è dato di capire, funzionano poco.
Per quello che ne so l’olio di thung non può essere usato da solo perché seccando cavilla. Di solito viene aggiunto all’olio di lino per un massimo del 15%. Serve per conferire alla vernice più durezza e resistenza. Attenzione se lo devi comprare singolarmente: ne esistono di 5 o 6 tipi molto diversi tra di loro. Quello vero proviene dalla Cina.
Fra gli oli il migliore è quello di lino perché polimerizzando crea un reticolo tridimensionale idrorepellente ma permeabile dal vapore. Quindi mantiene la traspirazione del legno. Non capisco i problemi di muffa: non dovrebbe darne.
Col termine “vernice alchidica o fenolica” si esprime qualcosa di impreciso: un componente è una resina alchidica o fenolica, ma il veicolo qual è? Ed il legante?
La Wiping Varnish la scarterei a priori: troppa resina, tende a filmare con possibili distacchi.
Eviterei di mescolare la paraffina alla vernice nelle prime mani perché toglie traspirazione (il legno per durare deve respirare, ed anche per evitare muffe); la darei piuttosto alla fine.
Il procedimento che proponi è, tutto sommato, corretto ( continuo a non capire “olio di lino o di thung”), ma devi tener presente che di solito l’olio di lino cotto che si trova in commercio è in effetti uno standolio; cioè è cotto più volte, il che accentua l’inizio di polimerizzazione causato dalla cottura e, quindi, anche se lo diluisci molto, non penetra quanto credi. Devi leggere con attenzione le schede tecnica e di sicurezza per capirlo. Al limite puoi usare olio crudo e dargli un po’ di tempo perché asciughi ed inizi a polimerizzarsi (meglio se esposto al sole o a lampada di Wood). Nell’ultima mano puoi aggiungere un 20% di paraffina.
Io uso una vernice simile (Linfoil della ditta Geal): olio di lino cotto, resina alchidica, olio di thung e diluente, seguito da una cera della stessa marca. I risultati sono ottimi. Puoi anche telefonare al loro ufficio tecnico: sono molto gentili e competenti.

 
Pubblicato : 20/12/2011 8:11 pm
 BLO
(@blo)
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Estimable Member
Topic starter
 

Pierpaolo leggo ora la tua risposta e ti ringrazio per i preziosi consigli.
Per “ vernici alchidiche o fenoliche “ intendevo solo vernici aventi come leganti olii siccativi.
Il fatto di poter mescolare olio di lino , vernice oleo-alchidica ,e trementina partendo da un iniziale dosaggio in parti uguali e di poter sperimentare e personalizzare miscele più o meno resinose, diminuendo od aumentando la quantità di olio , è un aspetto che mi interessa molto.
Intuisco comunque che le oleoresine già pronte all’uso, in quanto cotte in fabbrica ,vedano meglio amalgamati i relativi componenti rispetto a quello che si può ottenere con miscele personalizzate, ma pur sempre unite “ a freddo “.
Approfitto ancora della tua cortesia per un consiglio :
Le persiane che devo trattare sono a filo di muro e totalmente esposte alle intemperie.
E’ preferibile aggiungere all’ultima mano  cera di parraffina nella percentuale del 20% 
o rifinirle con pasta di cera di carnauba e d’api una volta che l’ultima mano è ben essiccata?
Mi interessa più l’aspetto protettivo che quello estetico.

 
Pubblicato : 20/12/2011 10:15 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
Noble Member
 

Vi sono vari vantaggi derivanti dall’affidarsi a prodotti prefabbricati. Alcuni riguardano ovviamente la sperimentazione che può essere fatta dal fabbricante e l’esperienza acquisita in anni di lavoro (e di inevitabili errori), altri riguardano il fatto che queste vernici hanno alcuni componenti naturali le cui qualità organolettiche non sono costanti per molti motivi che vanno, per esempio per le cere, dal periodo di raccolta, al luogo di produzione, ai sistemi di estrazione e di raffinazione. I fabbricanti grazie elle quantità di prodotti che acquistano hanno  risultati costanti. Come penso di aver già precisato non sono un chimico, ma mi interesso solo dell’aspetto storico. Ti posso assicurare che in passato nessun falegname o ebanista si è mai fatto da sé le vernici.
In quanto alla finitura con cera d’api e carnauba o una cera a base di paraffina, onestamente non saprei diti quale duri di più. Le cere naturali tendono col tempo a saponificare ed a raggrumarsi; la paraffina no. Io quando rifinisco con una cera lo faccio con una soluzione di olioresina e paraffina e sono certo di una durata di almeno sei anni, dopodiché mi basta ridare una mano di olioresina che va a reintegrare l’olio che si è polimerizzato.

 
Pubblicato : 20/12/2011 11:29 pm
(@cassiopea)
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La paraffina è un idrocarburo ossia derivato dal petrolio, le cere che contengono una grossa percentuale di paraffina sono da considerarsi scadenti, invece la carnauba è estratta da una palma quindi naturale che mischiata con la cera d'api da durezza è lucentezza al mobile, difatti le cere che troviamo sul mercato quelle che hanno la carnauba sono da considerarsi quelle di migliore qualità.

L'America non è un buon esempio di sostenibilità ambientale, quindi non è che produca vernici al top come qualità, che va verificata con l'esperienza, sicuramente queste vernici a base di olio richiedono manutenzione è hanno derivati del petrolio dentro di se, che non è sinonimo di qualità, anzi.

Ciao

 
Pubblicato : 21/12/2011 12:01 am
(@aporia)
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Prominent Member
 

Lascerei stare i discorsi sulla sostenibilità ambientale perchè ci porterebbero molto lontano: si trovano prodotti eco e prodotti che recuperano più o meno le antiche tecniche in ogni paese solo perchè vendono. Carnauba + cera d'api all'esterno servirebbero solo a perdere tempo. Premetto che non conosco i prodotti di cui state discutendo, ma solo i componenti e posso affermare che l'olio di lino cotto con manutenzione progressiva proteggerà i serramenti senza dover spendere cifre folli per prodotti pseudo-ecologici che danno veramente scarsi risultati.

 
Pubblicato : 22/12/2011 12:15 pm
(@cassiopea)
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New Member
 

Aporia capisco benissimo il senso del tuo intervento, fatto per invogliare a una discussione, ma delle precisazioni vanno fatte, la paraffina è un prodotto industriale derivato dal petrolio è di scarsa qualità questo è un fatto non una chiacchiera, su un infisso può anche starci ma su un mobile direi proprio di no, in quanto hai prodotti ecologici, come definiti da te, non denigrerei la cera carnauba, cera molto dura è brillante di ottima qualità, invito sempre a chi legge all'informazione, con questo vostro modo di informare gli utenti, provocate danni, le vernici ecologiche non costano cifre enormi, il vostro tanto decantato linfoil  della geal, viene classificato tra i prodotti naturali ma non è l'unico, qui viene citato talmente tante volte che sembra ormai un disco rotto....invito alla riflessione la mia opinione sugli infissi lo espressa ampiamente in altri post che si possono leggere, anche con della documentazione tangibile. 

 
Pubblicato : 22/12/2011 2:22 pm
 BLO
(@blo)
Post: 146
Estimable Member
Topic starter
 

Oggetto della discussione sono le finiture non filmanti per esterno , per cui l’osservazione di Aporia secondo cui applicare cera d’api o di carnauba su di una persiana esposta ,a filo  di muro, alle intemperie sia una perdita di tempo mi sembra più che sensata.
Circa l’affermazione di Cassiopea che in America le vernici non sono “ al top “ come qualità , mi permetto di osservare come negli U.S.A. sono molto avanti nella ricerca scientifica , senza con ciò voler togliere nulla ai prodotti italiani.
Giusto per restare in tema con quanto in precedenza detto e  nell’ambito di quanto testato scientificamente riporto, per chi è interessato e si vuole divertire con l’inglese, ( per quante ricerche abbia fatto non ho trovato analoghe pubblicazioni scientifiche in italiano )  i seguenti link che consentono di consultare e scaricare free i relativi file .pdf :

1) “Forest Product Laboratory Natural Finish “ dell’ U.S. Department of Agriculture  • Forest Service Forest Products Laboratory • MADISON, WIS. In Cooperation with the University of Wisconsin anno 1979 ( E’ la formula originale con pentacrlorophenol ( funghicida  ) e pigmenti ) ;

http://www.fpl.fs.fed.us/documnts/fplrn/fplrn046.pdf

2) “Alternatives to the Madison Formula, the Original Do-It-Yourself Semitransparent Stain” dell’ USDA Forest Service Forest Product Laboratory anno 2002 ( E’ una rivisitazione della formula originale senza pentacrlorophenol e con la vernice ( spar varnish ) al posto dell’olio di lino. Mancano i pigmenti che comunque possono a discrezione essere aggiunti nelle proporzioni di cui alla formula originale ) ;

http://www.fpl.fs.fed.us/documnts/finlines/willi02a.pdf

3) “Clear finishes for exterior wood field exposure tests” del National Research Council of Canada anno 1967 . Dal test è emerso che l’U. S. F.P.L. stain (U.S.Forest Product Laboratory Natural Finish) ha ottenuto i migliori risultati dopo due anni dall’applicazione rispetto a numerose concorrenti vernici alchidiche , fenoliche ed uretaniche. Vedi tabella riepilogativa n° 3 a pag.218;

http://nparc.cisti-icist.nrc-cnrc.gc.ca/npsi/ctrl?action=rtdoc&an=5329180

4) “ Role of pigment concentration in the weathering of semitransparent stains” pubblicato in Forest Products Journal anno 1988. Viene evidenziata l’importanza dei pigmenti e della cera di paraffina quali componenti della finitura utili a rallentare l’erosione della finitura e dello stesso legno.

http://www.fpl.fs.fed.us/documnts/pdf1988/feist88a.pdf

5) “Durability of Exterior Natural Wood Finishes in the Pacific Northwest” dell’ U. S. 
Department of Agriculture Forest Service Forest Products Laboratory anno 1980;

http://www.fpl.fs.fed.us/documnts/fplrp/fplrp366.pdf

Colgo l’occasione per inviare a tutti i componenti del forum l’augurio di un sereno Natale.

 
Pubblicato : 22/12/2011 10:48 pm
(@cassiopea)
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Sulla ricerca scientifica negli Stati Uniti ai ragione sicuramente perchè si investe molto di più che in Italia ma un grande merito va ai ricercatori Italiani che lavorano li questa è la piaga del nostro paese. Molti sono brevetti di ricercatori Italiani......la paraffina rimane sempre una cera scadente questo è un fatto, non è la cera che deve proteggere adeguatamente gli infissi dalle intemperie ma una buona vernice. Non c'è la necessità di mettere tante porcherie sul legno per proteggerlo, spero sia chiaro quello che voglio dire.

 
Pubblicato : 23/12/2011 1:29 am
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Molto interessante. Me li sono scaricati; ora con calma li tradurrò: purtroppo il mio inglese non è fluido, ma piuttosto raggrumato come una vernice mal conservata. In Italia sono stati fatti molti studi sul comportamento dei vari oli nell'ambito del restauro pittorico; quelli sul comportamento delle vernici sono stati condotti per lo più in ambito privato ed qualcosa dal CNR. Ottimo è quello di Marco Susini, fondatore della Durga. Purtroppo l'ho perso e in rete non è più reperibile.
Grazie e tanti auguri.

 
Pubblicato : 23/12/2011 11:05 am
 BLO
(@blo)
Post: 146
Estimable Member
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La qualità della cera ( e quella di carnauba e d'api è di certo superiore a quella di paraffina ) è importante nella " ri-finitura " ad ulteriore protezione ed abbellimento di un mobile già finito o di una porta o persiana già finite e protette da portico.
Diverso è l'uso della cera di paraffina nella minima quantità dell'1-3% quale componente water-repellent da inserire in una finitura impregnante per serramenti esterni senza copertura . Al di là del costo minore, probabilmente l'uso della paraffina si spiega perchè ha un punto di fusione più basso rispetto alle altre due e quindi si miscela ed amalgama meglio con l'olio e gli altri componenti della finitura entrando meglio dentro al legno. Per il resto non vedo quale timore vi sia ad usare la cera di paraffina sul legno visto che la stessa viene usata a copertura di alcuni alimenti ( formaggi ) e che la paraffina liquida trova impiego in cosmesi ( creme e saponi  ) ed in ambito farmaceutico ( olio di vasellina ) .

 
Pubblicato : 23/12/2011 11:46 am
(@aporia)
Post: 833
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Non ho certo nè tempo né voglia, né ve n'è la necessità, di invogliare alla discussione. Intervengo, quando riesco, per amore nei confronti del mobile antico e senza nessun secondo fine. Non ho mai aggredito nessuno, non spiattello giudizi affrettati sugli utenti ma leggo gli interventi e se ho qualcosa da dire per portare un parere che possa servire a risolvere il problema lo faccio. Cassiopea ti prego di rispondere in linea con la domanda posta senza cercare ogni pretesto per attaccare gli altri utenti. Avrai il tempo ed il modo per dimostrare che la tua tesi, con la quale concordo, ha una validità. BLO ha fornito a tutti noi delle perle di sapere e per questo non possiamo che ringraziarlo. Non ci sono prodotti da demonizzare perchè tutto può essere utile in determinati casi, magari estremi.

 
Pubblicato : 23/12/2011 12:16 pm
(@pierpaolomasoni)
Post: 2128
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Migliore o peggiore sono concetti relativi che certuni trattano come assoluti. Anche le cere naturali hanno una certa componente di idrocarburi che ne accentuano l’effetto idrorepellente. Se ben ricordo la carnauba ne contiene circa un 3%. Nell’ambito del restauro la paraffina viene molto usata come protettivo (forse anche in modo eccessivo). Si tratta solo di un banale preconcetto che porta a pensare che tutto ciò che è naturale sia positivo e viceversa per i prodotti di sintesi. Vi sono ombre e luci sia negli uni che negli altri. 

 
Pubblicato : 23/12/2011 1:05 pm
(@cassiopea)
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Nessun attacco semplici fatti.....la disinformazione continua, fortunatamente questo forum non è l'unica fonte per raccogliere informazioni obbiettive e corrette, c'è altro 🙂

 
Pubblicato : 23/12/2011 1:48 pm
 BLO
(@blo)
Post: 146
Estimable Member
Topic starter
 

Approfitto del fatto che la discussione è stata spostata in altra sezione per cercare di dare uno scopo a quello che mi auguro sia un ampio confronto.  Come precisato sin dall’inizio non sono un addetto ai lavori. Sono rimasto attratto dall’effetto caldo, naturale e satinato che dà al legno ed alle sue venature una finitura ad olio di lino cotto ( BLO sta per boiled linseed oil ) . Purtroppo la sola finitura ad olio in esterno si dimostra poco resistente sotto l’azione dei raggi U.V. , dell’acqua e dell’umido e richiede una manutenzione almeno annuale . Per l’esterno, ho scartato da subito le vernici filmanti perché, come è ben noto ,anche quelle più elastiche, che meglio si adattano ai movimenti del legno dati  dal cambio delle stagioni, ( spesso a base di resine fenoliche che tendono ad ingiallire ) , dopo 2/3 anni si crepano comportando un laborioso lavoro di sverniciatura ( o peggio scartavetratura ) e poi finitura.  Alla ricerca di un “ metodo “ che partendo dalla classica finitura ad olio quale finitura “ dentro “ al legno  la rendesse più performante e resistente nel tempo, senza snaturarne l’effetto estetico, ho letto tutto quello che mi è capitato sul wood-finishing. Partire  da una miscela a base di olio di lino cotto ed essenza di trementina per verificare come ed in che dosi l’aggiunta di pigmenti colorati, cera di paraffina , percentuali di vernici oleo-resinose, e quant’altro possano migliorarne durata e resistenza è quello che sto cercando di capire e condividere. Per esempio la pratica dell’ “oil-varnish blend” ,tanto diffusa negli USA, forse per alcuni di voi potrà rappresentare la scoperta dell’acqua calda ma per me che non ho mai frequentato botteghe d’artigiani è stata una vera scoperta. In nessun sito italiano se ne parla.   Eppure cosa c’è di più semplice che fare un mix a freddo ( o al limite leggermente scaldato a bagnomaria )  di 1/3 di olio di lino cotto + 1/3 di vernice oleo-resinosa + 1/3 di trementina , da applicarsi esattamente come si fa con la finitura ad olio, ma col vantaggio di avere un risultato più resistente e duraturo, parimenti non filmante e di facile manutenzione consumandosi per erosione col decorso del tempo ?  Non mi ritengo depositario di alcuna certezza se non quella di volermi umilmente confrontare con chi ha alle spalle anni ed anni di pratica, consapevole che  tutti i libri di questo mondo non potranno mai sopperire alla “ vera “ esperienza maturata sul campo.
Ogni intervento, commento o critica, purchè pertinente, è ben gradito.

 
Pubblicato : 23/12/2011 10:24 pm
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