Storia del Mobile

Il Mobile Impero – Storia del Mobile

Nel 1799 Madame Bonaparte, che divenne poi l’imperatrice Giuseppina, ingaggiò gli architetti Percier e Fontaine per decorare e arredare la sua residenza nel castello di Malmaison. Da parte sua Napoleone  dovendo affermare la sua credibilità, come imperatore presso gli altri monarchi europei, non trascurò l’importanza di un immagine che  era fatta anche di palazzi riccamente e sontuosamente arredati. Così i mobili di Percier e Fontaine divennero parte di un enorme palcoscenico.

Il disegno era a tal punto subordinato all’espressione del messaggio “imperiale” che rendeva eccessivamente monumentale il mobile.

Mobile austero

L avvento dell’Impero, per il rigido squadrarsi delle strutture, per l’austerità delle masse scure e piene, per l’uniformità delle decorazioni bronzee, valse a calare su tutto l’arredamento un manto di severa misura e di compostezza tali da escludere ogni possibilità di abbandono inventivo costringendolo entro moduli prestabiliti, generando così un senso di freddezza e di silenzio.

Seppe tuttavia produrre arredi di una nobile dignità, di una grazia elegante e contenuta evitando ogni leziosaggine.

Il mobile Impero obbedisce sempre ad un rigoroso senso della misura.

E solido ma non opprimente, proporzionato e mai volgare con carattere sempre aristocratico.

Il mogano scuro e lucente, usato principalmente in Francia, sostituisce le infinite varietà di legni preziosi quali Bois de Rose, Bois de Violette, Bois Satinè ecc., usati per intarsi e filettature.

Essenze in uso

La nuova moda delle larghe superfici in legno rese popolari le essenze a grana molto fine come l’amboyua e la tuia, il cui bell’alone era ottenuto impiegando le parti del fusto più vicine alle radici.

Le impiallacciature si estendono in ampie superfici su ogni lato dei cassettoni, dei tavoli, che non sono più ravvivati da filettature e intarsi leggeri e sfumati con colori tenui; ora si hanno i riflessi dorati delle decorazioni di bronzo con motivi desunti dal repertorio mitologico del più severo classicismo.

Il mogano, legno proveniente dalle Antille e da Cuba, di grana finissima, compatto molto resistente al tempo, con le sue molte varietà (a marezzature, a fiamme, a fiori), fu largamente usato per mobili aulici. Tuttavia, dopo il blocco continentale, l’importazione dei legni esotici si fece più difficile e si fece ricorso all’acero, alla radice dei tasso, all’olmo fiorito, al noce, all’ulivo. In rarissimi casi troviamo mobili in legno dipinto, per lo più bianchi con lumeggiature in oro oppure interamente dorati.

Fisionomia del mobile

Sui mobili impero spariscono i segni delle modanature; gli sportelli si presentano assolutamente lisci o ornati sobriamente di sculture in bronzo che ne sottolineano la struttura geometrica  quali sfingi, teste leonine, aquile intagliate nel legno o nel bronzo.

Molto diffuso l’ornamento a colonna o a colonnette  cilindriche generalmente poste agli angoli in maniera da lasciare in vista lo spigolo del mobile. I basamenti sono pesanti: ritorna in  auge lo zoccolo pieno per i cassettoni, armadi, scrittoi e consolles.

I piedi sono generalmente corti, a forma di cilindro o di parallelepipedo e sovente costituiti da zampe di leone, sfingi, grifoni o corte colonne cinte da anelli metallici. I marmi sono scelti tra i grigi, i bianchi, i rossi ed i neri. Ma la decorazione per eccellenza è rappresentata dai bronzi dorati in oro opaco o brillante.

Ornamenti e decorazioni dominanti

Motivi dominanti delle decorazioni di tutta l’epoca imperiale, è la famosa “N” e la “I” di Napoleone Imperatore, maiuscole chiuse in una corona d alloro che appare sui troni, sulle sedie, sui tappeti, sui tessuti con le api napoleoniche, l’aquila con le ali spiegate, le stelle ecc….

Assai caro all’imperatrice Giuseppina fu l’emblema del cigno che diventa l’elemento ornamentale dei braccioli di poltrone, di appliques ecc. Uccelli. grifoni, delfini, centauri completano il lessico di ispirazione animale.

Nelle bocchette delle serrature troviamo corone di alloro o di rosette, rami, foglie di acanto stilizzate, vittorie alate, sfingi, figure di egiziani, spade e lire.

Logicamente i caratteri celebrativi di fasto, solennità, potenza, si ritrovano solo  nella produzione più alta, destinata ad ambienti di rappresentanza dove le direttive stilistiche di Parigi vengono seguite con grande attenzione.

La produzione minore

Nella produzione minore, priva di simboli imperiali e modesta nelle decorazioni, sono presenti solo la bella linea rigida e sicura e la grande pulizia dei piani lisci senza cornici e modanature.

Talora la semplicità di questi pezzi, costruiti  all’ombra dello stile ufficiale, unita alla severa e rigorosa impostazione di linee, raggiunge risultati di grande bellezza.

Nella produzione francese sono presenti a volte le leggere e belle filettature metalliche e una decorazione bronzea, mentre in quella italiana l’uso del bronzo è più misurato e spesso sostituito con elementi in legno intagliato e dorato.

La produzione italiana, e non solo questa, prolunga il gusto neoclassico ben oltre il 1830 con temi e modelli, specie nel mobilio più diffuso, che si rifanno tanto a Luigi XVI quanto al Direttorio e all’Impero. Di conseguenza è difficile datare i pezzi minori con esattezza; spesso sono minimi particolari che rivelano se la fabbricazione è Ottocentesca o Tardo Ottocentesca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate »