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Il Restauro della Sedia

Il Restauro della sedia

La sedia è fra gli oggetti di arredamento quello che, forse più di ogni altro è sottoposto a maggiore usura. Infatti la sedia viene spesso usata strapazzandola : viene spostata in avanti o all’indietro con la persona ancora parzialmente seduta sottoponendo le gambe a forti sollecitazioni. Oppure  sulla sedia ci si dondola facendo gravare pressioni non indifferenti sui montanti posteriori, ci si sale in piedi rovinando la seduta e distribuendo malamente il peso.

Per questo le giunzioni prima o poi si allentano, e successivamente,  si incrinano o addirittura si spaccano nei punti corrispondenti agli incastri. Questo avviene in quanto quasi mai si interviene subito, tutt’ al più, si interviene cercando di rinsaldare l’unione con un chiodo piantato nella gamba in corrispondenza dell’incastro cercando di ancorare il tenone alla gamba, ma spesso  questa cura peggiora la situazione provocando quasi sempre la spaccatura. Altro metodo poco ortodosso in uso è l’applicazione di una spiaggetta a cavallo della giunzione inchiodata o avvitata. Ma anche questo metodo ha, per esperienza poca efficacia.

Il  restauro delle sedie, quando arrivano in laboratorio in queste condizioni,  si presenta il più delle volte laborioso: infatti spesso per porre rimedio, si presenta la necessità di smontare quasi completamente la sedia.

Cosa tutt’ altro che semplice, infatti capita che per smontare la sedia si dovrà allentare e scollare anche  alcune giunzioni che sono perfettamente saldate.

Se infatti consideriamo la situazione più favorevole, giunzioni allentate senza nessuna rottura, difficilmente riusciremo a rincollare il tenone all’interno della mortasa senza prima liberarlo completamente. Per fare questo occorrerà scollare, oltre la parte allentata, anche altre traverse o cavicchi.

Normalmente, le numerose parti che formano una sedia, sono assemblate fra di loro tramite incastri con tenone e mortasa.

La prima cosa da fare quando ci troviamo davanti una sedia da restaurare (così come del resto si fa ogni altro mobile), è quella di renderci conto dei guasti presenti e, se è necessario smontare, studiando il modo migliore per smontare il meno possibile.

Le parti possono essere state semplicemente incollate oppure in aggiunta si possono avere una o due spine inserite nel tenone. Tali spine sono facilmente individuabili in  quanto a vista rimane normalmente la testa o la stuccatura circolare., Dipendentemente dal punto in cui sono inserite, il loro diametro può variare da 3mm fino a 8-10 mm.

Fase di smontaggio
Alcune considerazioni

Una complicazione che si può incontrare in fase di smontaggio è la presenza di una seduta fissa, ovvero una seduta tappezzata o impagliata che sia parte integrante e solidale  della sedia e non asportabile.

Se sono presenti spaccature in corrispondenza delle giunzioni della seduta, saremo costretti in ogni modo a disfarla. In questo caso occorrerà mettere nei conti anche il lavoro di rifacimento della seduta stessa che quasi sicuramente non saremo in grado di portare a termine personalmente. Se la sedia non è nostra conviene avvisare preventivamente chi ci ha affidato il lavoro in quanto la spesa del tappezziere non sarà trascurabile.

A volte sarà possibile intervenire con la seduta montata. Converrà farlo solo se le condizioni della seduta sono veramente buone in quanto il lavoro risulterà essere senz altro più difficoltoso.  Infatti varie fasi  occorrerà porre attenzione a non sporcare la seduta e quindi allungherà i tempi e renderà poco agevole l’intervento di smontaggio e reincollaggio delle giunzioni.

Estrazione eventuali chiodi

Quando si procede allo smontaggio, si inizia con gli incastri già allentati, avendo già in mente quali smontare in successione, al fine di smontarne il meno possibile per effettuare la riparazione.

Occorre innanzitutto accertarsi se non vi siano chiodi. Questi normalmente sono stati conficcati all’interno del legno con o senza stuccatura. Oppure, sono in bella vista. Se notiamo la presenza di chiodi dobbiamo  estrarli. E qui, sull’estrazione dei chiodi si aprirebbe un altro capitolo. Per il momento  limitiamoci a dire che, se la testa non è facilmente accessibile a tanaglie o pinze, dobbiamo cercare di farci spazio piano piano con pinze appuntite cercando di estrarre anche leggermente la testa del chiodo, che finiremo per estrarre con le tenaglie proteggendo il legno con un pezzettino di compensato posto tra la tenaglia e il punto in cui questa fa leva.

Eliminazione eventuali spine

A questo punto, dobbiamo controllare se le giunzioni sono state rinforzate col delle spine. Le spine sono tondini di legno che passano trasversalmente la gamba o la traversa in corrispondenza dell’incastro andando a trapassare anche il tenone con lo scopo di assicurare una giunzione più forte, resistente e duratura.

Alcune spine in passato erano fatte con forma non cilindrica ma tronco-conica . Erano inserite dalla parte anteriore della sedia a secco, cioè senza colla. Questo metodo è stato spesso riscontrato nelle spine che assicuravano le traverse della spalliera ai montanti.

In questo caso è sufficiente spingere dal retro della spalliera la spina con l’ausilio di un punzone e questa viene rimossa facilmente. La spina, in questo caso va contrassegnata, al fine di riposizionarla correttamente a termine lavori.

Le spine che assicurano le traverse del sedile alle gambe anteriore e ai montanti, sono invece difficilmente asportabili: sarà quindi necessario intervenire in modo drastico eliminandole col trapano,  forando con molta attenzione, posizionando la punta perfettamente al centro della spina. La spina sarà poi sostituita con un tondino in noce di adeguato diametro.

Separazione delle giunzioni

A questo punto, dopo aver eliminato eventuali chiodi o spine,  si dovrà procedere a separare le giunzioni già allentate e, come si è già accennato, ci si potrebbe trovare nella condizione di dover separare anche quelle ancora ben salde per permettere il completo distacco ad esempio si una traversa del sedile che andrà poi nuovamente incollata. Se le giunzioni sono state originariamente incollate con colla da falegname, si dovrà cercare di ammorbidirla facendo penetrare, con l’ausilio di una siringa, acqua calda nella giunzione attraverso le fessure.

Una volta fatta penetrare l’acqua calda, si lascia agire qualche minuto, e si cerca di allentare maggiormente la traversa manualmente fino a che non inizia a cedere. A questo punto si deve cercare, con molta cautela, di sfilarla con l’ausilio di un martello battendo nella giusta direzione interponendo un pezzo di legno di scarto al fine di non ammaccare la sedia. E chiaro che per poter sfilare completamente il tenone, si dovranno sfilare opportunamente i tenoni delle altre traverse che tenderebbero a sforzare. Pertanto allo stesso modo si procede con le altre giunzioni individuate  fino a sfilare completamente i tenoni.

Riparazione delle parti rotte

Una volta che si è smontata la sedia, ricordo che conviene smontare solo le parti minime indispensabili per permettere la riparazione, occorre passare alla riparazione delle parti eventualmente rotte.

Analizziamo ora alcuni casi più frequenti di rottura, tenendo conto che le procedure di intervento sono molteplici, qui ne propongo alcune sperimentate personalmente.

Rottura della mortasa di un montante

Nell’esempio che segue si suppone la riparazione di una rottura del montante posteriore in corrispondenza della mortasa della traversa laterale del sedile (Fig. 2).

Come si presenta la mortasa rotta

La rottura del montante posteriore in prossimità della mortasa di incastro delle traverse del sedile è quella più frequente. La sua riparazione presenta una certa difficoltà poiché richiede buona manualità e precisione nell’intervento in quanto prevede l’inserimento di un tassello al fine di rinforzare la struttura.

Incollaggio della parte rotta o incrinata:

Per la riparazione di questo tipo di rottura, è necessario aver smontato completamente il montante.

Indipendente dalla gravità della rottura, anche in caso di completa separazione del montante, la prima operazione da fare è incollare la frattura (Fig. 3), per poi intervenire, come si è detto,  all’inserimento di un tassello.

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Una volta che la colla si è completamente asciugata, si dovrà decidere dove inserire il tassello, preferibilmente è meglio inserirlo sulla parte interna, in quanto sarà meno visibile. Per spiegarsi meglio, sarà preferibile inserirlo in corrispondenza della mortasa della traversa posteriore.

Scelta del tassello: Il tassello dovrà avere uno spessore pari al ½  di quello del montante, di una larghezza sufficiente a coprire il disegno di  curvatura del montante stesso e lunghezza tale  che superi di 3 o 4 cm al di sopra e al di sotto la frattura. Saranno proprio questi 4 cm sopra e sotto che, incollati ad una parte integra del montante,  ridaranno solidità alla sedia (Fig. 4)

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La scelta del legno per  fare il tassello, dovrà tenere conto dell’essenza, e della venatura. Sicuramente l’essenza sarà la stessa della sedia su cui si interviene e la venatura dovrà avere lo stesso senso e per lo meno dovrà assomigliare allo stesso disegno della parte che si va a sostituire.

Preparazione del tassello: Il passo successivo sarà quello di preparare il tassello, pertanto andrà tagliato nelle giuste dimensioni. Conviene, come sempre in questi casi calcolare un abbondanza di 2-3 mm che poi verranno eliminati in fase di rifinitura della riparazione (Fig. 4).

Tracciamento dello scasso: Una volta preparato il tassello, si segnerà la parte da eliminare sul montante per ottenere lo scasso che dovrà accogliere il tassello (Fig. 4). La misura in lunghezza verrà presa sovrapponendo il tassello al montante sulla parte in cui si dovrà ottenere lo scasso  segnandone i limiti di lunghezza. La profondità dello scasso, come si è detto,  verrà segnato a metà dello spessore.

Effettuazione dello scasso: Per effettuare lo scasso, conviene praticare tanti tagli paralleli distanziati circa di un cm. per tutta la lunghezza.  Fare  molta attenzione ad effettuare in modo preciso i tagli estremi che delimitano lo scasso in lunghezza. Fare attenzione anche alla profondità dei tagli che non dovranno superare la linea tracciata. Stare in questo caso in leggero difetto, si rifinirà in un secondo tempo con a raspa per ottenere la profondità voluta.

A questo punto, sarà abbastanza semplice, con l’ausilio di uno scalpello ben affilato, asportare tutto il legno in eccesso ottenendo grossolanamente lo scasso. Sarà poi la fase di finitura con  raspa e lima a perfezionare le dimensioni dello scasso (Fig. 5). Da notare che effettuando lo scasso avremo eliminato completamente la sola mortasa della traversa laterale, mentre di quella posteriore ne rimane una minima parte che comunque sarà utile come traccia per la  sua ricostruzione.

A questo punto, sarà abbastanza semplice, con l’ ausilio di uno scalpello ben affilato, asportare tutto il legno in eccesso ottenendo grossolanamente lo scasso. Sarà poi la fase di finitura con  raspa e lima a perfezionare le dimensioni dello scasso.

Incollaggio del tassello: A questo punto non rimane che posizionare il tassello nello scasso verificando anche in controluce la perfetta aderenza di tutte le facce che dovranno combaciare.  Una volta verificato ed eventualmente rettificato lo scasso e/o il tassello non rimarrà che incollare con colla da falegname e morsettare. Anche in questa fase non dimenticare di controllare il perfetto posizionamento del tassello che deve coprire completamente lo scasso. L eventuale abbondanza delle dimensioni sarà rifinita successivamente.

Rifinitura del Tassello: Dopo aver lasciato asciugare la colla si passa alla fase successiva di rifinitura del tassello.  Usando prima scalpello e raspa, poi carta vetrata di grana sempre più fine, occorre dare al tassello aggiunto le giuste dimensioni e curvatura aiutandosi  col profilo della traversa al fine di eliminare gobbe, avvallamenti o scalini (Fig. 6).

Effettuazione delle mortase: Una volta perfezionato il tassello aggiunto, sarà necessario rifare le mortase. Quella per la traversa posteriore e quella per la traversa laterale. Per prima cosa sarà necessario tracciare la posizione. Eseguendo lo scasso per l’inserimento del tassello di rinforzo, si è eliminata completamente solo una mortasa (quella laterale), mentre l’altra è stata eliminata solo in parte. Questa sarà la prima da rifare. In questo caso sia la profondità che la posizione la otterremo da ciò che è rimasto, mentre si dovrà ristabilire solo lo spessore necessario che è stato in parte ridotto dal tassello.  Una volta rimessa in opera la mortasa laterale, provandola  anche con l’inserimento a secco del rispettivo tenone, passeremo alla mortasa della traversa laterale.  Tracceremo la sua esatta posizione facendo riferimento alla mortasa corrispondente sul tenone opposto. Si tenga presente che comunemente la parte interna della traversa sarà a filo con il lato interno del montante posteriore.

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