Restauro pittorico

Ritocco Pittorico: Il ritocco normale

Diverse tipologie di ritocco

Nel chiarire il problema dell’integrazione, così come riusciamo a intenderlo oggi e a considerarlo in una prospettiva storica, emergono alcune questioni di fondo che vanno analizzate prima di ogni opera di ritocco – quale che sia il metodo in base al quale lo si effettua.
Ad ogni intervento è importante rendersi conto che ciò che si restaura è un opera d arte.

Già la più piccola modificazione della materia può pregiudicare il valore di un dipinto, falsificare il “documento” e trasformare in modo sostanziale l’aspetto complessivo.

L intento di rendere giustizia all’opera d arte in quanto documento con interventi puramente conservativi è destinato a fallire, poiché la realtà artistica dell’opera d arte non è scindibile da quella storica. Prendendo in considerazione soltanto quest’ultima può accadere di rompere l’unità del dipinto e comprometterne la leggibilità. Per il restauro, che significa occuparsi in modo pratico e reale della materia dell’opera d arte, questo punto di vista teorico costituisce una scappatoia e non porta a risolvere il problema.

L’ opera d arte è unica e irripetibile: l’integrazione imitativa della superficie visiva con l’intento di ripristinare l’originale perduto, è un illusione. Se tuttavia si tenta di colmare la lacuna, la parte mancante può essere sostituita soltanto con la realtà artistica del presente.
Solo dopo aver compreso questo dato di fatto, che chiarisce come non vi sia differenza sostanziale tra un integrazione totale “ineccepibile” e un ritocco neutro, si possono effettuare tentativi per diminuire o eliminare l’effetto, sgradevole in senso visivo ed estetico, del ritocco neutro.
Nel caso si riconosca l’ opera d’ arte unicamente come fenomeno storico-documentario l’intervento è concluso dopo aver portato alla luce e salvaguardato la parte originale, mentre altri restauratori utilizzano il resto autentico riscoperto come una possibilità di risolvere il problema estetico ancora esistente. Per loro conservare la realtà storica dell’opera d arte non è l’intento ultimo, ma soltanto il punto di partenza di un ripristino, il più ampio possibile, del dipinto nella sua totalità.

Tra le due alternative – non integrare o integrare totalmente – vi sono tentativi di soddisfare sia l’aspetto artistico che storico dell’opera d arte. Conseguentemente al trasformarsi delle esigenze del culto e della moda, si sviluppano metodi sempre nuovi e si condannano quelli vecchi.

Per i quadri in questione questo avvicendamento è pericoloso: si eliminano vecchie integrazioni, se ne apportano di nuove, su quadri già sottoposti al ritocco neutro si effettua l’integrazione totale e viceversa ecc. Ogni intervento rappresenta però un pericolo per l’opera d arte.

Si possono suddividere i metodi di integrazione in cinque grandi gruppi:

il ritocco normale,
il ritocco totale,
il ritocco neutro,
il tratteggio (o rigatino)
il restauro del “dipinto in quanto frammento”.
 

Esistono soluzioni intermedie e forme miste: nel medesimo quadro possono comparire contemporaneamente diverse possibilità.
Esistono perciò casi in cui l’integrazione totale compare insieme al restauro del “dipinto in quanto frammento”, l’integrazione totale con il ritocco neutro ecc. L uso di uno specifico genere di ritocco dipende in larga parte dal caso da affrontare, dall’idea del restauratore, così come dal valore, dalla finalità e dal luogo di conservazione del dipinto.

E quindi impossibile tradurre in pratica lo schema di una ricerca teorica rigidamente sistematica. Di certo però queste considerazioni possono contribuire a chiarire i fondamenti della scelta e ricondurla dall’ambito puramente empirico ad una valutazione più responsabile e consapevole. I mezzi tecnici e le competenze personali non dovrebbero costituire mai l’unico punto di partenza di un restauro.

Ritocco Normale

Nel caso del ritocco normale non si possono aprire dibattiti basati su di una teoria. Esso dimostra con molti esempi, che mediante una valutazione critica di ogni singolo compito è possibile, anche senza anteporre principi, trovare soluzioni che affrontano con successo il problema dell’integrazione delle lacune. In ogni caso evita forme di integrazione che già a causa della loro astratta sistematicità possono apparire spesso più sgradevoli di una integrazione priva di presupposti e suggerita dall’oggetto stesso.

Che cos è
Il ritocco normale deve assolvere la sua funzione in un caso specifico, ovvero deve far apparire il quadro visivamente completo alla distanza normale, tenendo conto del suo valore documentario.
In molti casi questo è il metodo di fatto probabilmente più adeguato e ineccepibile.
Ci si limita a uniformare semplicemente la superficie del dipinto colmando le lacune, in modo che l’occhio disarmato dell’osservatore non sia più disturbato o distratto.
Già con il modesto ingrandimento di una lente normale o ad una osservazione ravvicinata l’area integrata si rivela chiaramente come ritocco.
Integrazioni di questo genere evitano da una parte gli sgradevoli effetti per esempio di un ritocco neutro, senza cercare dall’altra di simulare un inesistente originalità.

Intensità e genere dell’integrazione dipendono dalla zona di quadro interessata e dall’importanza, dal formato, nonché dal modo in cui il dipinto è appeso e illuminato.
Zone importanti per il quadro saranno colmate in modo più intenso rispetto ad esempio ad uno sfondo neutro, così come dipinti di piccolo formato e che si osservano da vicino più di quelli di grande formato, il quadro di una galleria di studi meno di un opera di uso cultuale ecc.
Essenziale per prendere una decisione sarà allora anche il carattere e la superficie visiva del dipinto. Se prevalgono gli elementi grafici, nel restauro occorrerà tenere conto in modo più sostanziale di questi, di fronte ad opere pittoriche o fortemente policrome al contrario occorrerà operare con i relativi effetti di colore.
Lo stesso vale per il risanamento di superfici dal forte impatto strutturale, interrotte da lacune. Soltanto l’integrazione effettiva o visiva di queste strutture può rendere in alcuni casi perlopiù superfluo un ripristino oggettivo e cromatico.
È inoltre possibile che la forma, il colore e la struttura di una lacuna si inseriscano nell’area circostante senza alcuna elaborazione o si leghino all’originale con mezzi molto limitati. Proprio in casi simili non si comprende perché questa possibilità offerta dalle condizioni dell’opera debba essere rovinata da un integrazione neutra o perfezionata da un integrazione totale.
Dal punto di vista tecnico in questo metodo non va trascurato il vantaggio di poter utilizzare materiali facilmente rimovibili, mentre nel caso del ritocco totale proprio il tentativo di imitazione “ineccepibile” è spesso motivo di utilizzo di materiali che facilitano o rendono possibile copiare fedelmente, ma dopo qualche tempo non sono più reversibili.
Lo spettro di variazione e la libertà da principi del ritocco normale – che entra in gioco ogniqualvolta lacune non troppo grandi escludono fin dall’inizio ogni integrazione – per natura celano in special modo il pericolo di interventi arbitrari e fuorvianti. Esige perciò un grandissimo impegno da parte della responsabilità personale e della sensibilità del restauratore.

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