Arte e RestauroLe Antiche Chiavi

Le Chiavi nella storia:Chiavi carolinge

Fonte: Testi e immagini nella forma integrale sono pubblicati sul libro “Le antiche chiavi, tecnica, arte e simbologia” di Roberto Borali, Burgo editore 1993.

752-987 d.C.

A Clodoveo della dinastia dei Merovingi, autore della grandezza del regno dei Franchi (481-511 d.C.) succedettero i cosiddetti re fannulloni. Della loro inettitudine seppero approfittare i maestri di palazzo: Pipino di Herisal, Carlo Martello e Pipino il Breve. Quest’ultimo, dopo aver fatto rinchiudere in un convento l’ultimo dei Merovingi, si proclamò re dei Franchi (752 d.C.). Il figlio, Carlo I, detto Carlo Magno, (724-814 d.C.), suo successore, fu re dei Franchi dal 768 all’ 800 e Imperatore del Sacro Romano Impero dall’ 800 all’ 814. Egli influì moltissimo sui grandi movimenti artistici di quell’epoca, attorniandosi di letterati, di persone erudite e di artisti che rivoluzionarono ogni comparto dell’arte in genere. 

Chiavi carolinge in ferro forgiato. Francia, VIII-IX secolo d.C. (immagine di copertina). Modo d’uso a “rotazione”. La grande: impugnatura piatta, di forma ovale, con cuspide e foro centrale; asta di sezione rettangolare, rastremata, con incisioni longitudinali alla base e profondo taglio di guida; pettine composto da due denti rettangolari piatti molto pronunciati. La piccola: impugnatura tonda, piatta, con foro centrale e fessura quadrata circonferenziale alla sommità; fusto di sezione tonda, con probabile perno d’innesto all’estremità; pettine di forma rettangolare piatta. Lunghezze 12 e 9 centimetri.

I maestri artigiani fabbrili carolingi si preoccuparono di abbellire ogni componente della chiave dando alla stessa, oltre che praticità, eleganza e raffinatezza. Costruirono quasi esclusivamente chiavi in bronzo, con la tecnica di fusione a cera persa, e rarissime in ferro forgiato. Sono più facilmente riconoscibili rispetto a quelle merovinge in quanto la loro composizione è molto caratteristica.

Le chiavi forgiate in ferro hanno le impugnature molto larghe, piatte e di grandi dimensioni; la base non esiste o è appena accennata; l’asta, di sezione rettangolare o tonda, è sempre piena; i pettini sono piuttosto semplici. Quelle fuse in bronzo hanno le impugnature molto grandi, rispetto al resto della composizione, a forma di grate (inferriate), di vegetai (fogliami) o riproducono disegni geometrici asimmetrici, e sono dotate nella parte superiore, quasi sempre dell’anellino di sospensione a forma circolare, quadrata o romboidale. Le basi non esistono o sono appena accennate. Le aste sono di sezione circolare, quasi sempre cave e molto corte, facendo risaltare ancor di più le impugnature.

I pettini hanno mappe alterne: alcune molto semplici e altre molto complicate con intagli a croce, orizzontali o verticali, lobati, a pettine e in taluni casi composti dagli uni e gli altri assieme. L’intera composizione è spesso decorata a bulino con disegni geometrici. Il modo d’uso, sia per quelle in ferro sia per quelle in bronzo, era a rotazione.

Non esistono esemplari di grande lunghezza: come quelle merovinge, non superano i 15 centimetri e, da quest’epoca in poi, non verranno più usate chiavi con il modo d’uso a doppia spinta.

Con la morte di Carlo Magno, nel giro di pochi anni l’ Impero si sfasciò e le condizioni di vita nel periodo che seguì furono fra le più tristi di tutto il Medio Evo, tanto che parve scomparire per sempre il desiderio del bello e dell’arte. 

Antiche Chiavi e serramenti

Chiavi carolinge in bronzo fuse a “cera persa”. Francia, VIII secolo d.C. Museo Le Secq des Tournelles, Rouen. Impugnatura esagonale di grandi dimensioni con motivi geometrici al centro e con anellino di sospensione; canna con foro tondo; pettine rettangolare con intaglio orizzontale. Incisioni a bulino. Modo d’uso a “rotazione”. Lunghezza 11 centimetri. Impugnatura a motivi vegetali con anellino di sospensione; canna di forma esterna esagonale e interna tonda; pettine rettangolare con intaglio ovale sul lato inferiore. Incisioni a bulino. Modo d’uso a “rotazione”. Lunghezza 10.7 centimetri. Impugnatura ovale di grandi dimensioni con decorazioni geometriche al centro e con anellino di sospensione di forma romboidale; canna tonda; pettine rettangolare con intagli contrapposti. Incisioni a bulino. Modo d’uso a “rotazione”. Lunghezza 8.7 centimetri

Una nuova forma di organizzazione politica, il feudalesimo, si sostituì a quella del Sacro Romano Impero e caratterizzò la storia dell’Europa dalla fine del IX a tutto il XII secolo. Solo in seguito al profondo rinnovamento economico, politico e sociale, che si verificò in tutta l’Europa, e in particolare in Italia, a partire dalla seconda metà dell’ XI secolo, le forme d’arte, in genere, andarono via via migliorando, dando ancora nuovo vigore alle espressioni d’arte, compresa quella della forgiatura del ferro.

Verso l’anno 900 si hanno le prime notizie di chiavi forgiate in Inghilterra e precisamente sotto il regno di Alfredo il Grande (re degli Anglosassoni), dall’ 878 al 900 d.C., il quale, oltre che organizzare lo Stato, proteggere le lettere e le arti, fu grande cultore, ed egli stesso appassionato, dell’arte fabbrile. Parrebbe che proprio sotto il suo regno siano state costruite le prime chiavi con un’asta e due pettini opposti all’estremità (chiavi passe-partout).

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