Arte e RestauroLe Antiche Chiavi

Le antiche chiavi: Introduzione dell’autore

Fonte: Testi e immagini nella forma integrale sono pubblicati sul libro “Le antiche chiavi, tecnica, arte e simbologia” di Roberto Borali, Burgo editore 1993.

Da oltre vent’anni dedico con entusiasmo gran parte del mio tempo libero alla ricerca e allo studio di un oggetto che è a tutti famigliare e all’apparenza tanto comune: la chiave.
Durante questi anni ho avuto la fortuna di trovarne in gran numero, di ogni forma, stile e tipo. Il mio interesse, col passare del tempo, invece di diminuire, aumentava; venivo sempre più attratto dal fascino di questo oggetto magico e misterioso; cresceva ogni giorno di più in me il desiderio di scoprirne ogni aspetto: tecnico, storico-artistico, simbolico, eccetera.
 
Quando e chi inventò la prima chiave? Come si costruivano e come funzionavano?Che cos’è la mappa? Che cosa sono i riscontri? Perchè sono considerate oggetto d’arte? Qual è il vero significato di questo vocabolo? Perchè da un oggetto così semplice scaturisce tanto fascino? Quando…? Chi… ? Perchè…?
 
A queste domande o non trovavo risposta o risposte incomplete.

 
Scrivere libri non è il mio mestiere: l’idea di questo libro è nata per dare una risposta ad alcuni quesiti relativi alla chiave, in quanto fare luce su tutti è impossibile.
 
La chiave non è mai banale, anche la più semplice è opera unica, diversa in tutto o in alcune sue parti dalle altre in quanto è costruita artigianalmente, in esemplare unico, dall’abilità e dal gusto di un uomo: il fabbro forgiatore.
 
Le chiavi prese normalmente in considerazione, sui testi specializzati, sono state quelle in cui il costruttore ha raggiunto i risultati più significativi. Soffermarsi ancora a descrivere solo quelle chiavi sarebbe come, per esempio, insistere a parlare unicamente del picco di ghiaccio affiorante dell’ iceberg dimenticandosi della parte sommersa, a mio parere, altrettanto interessante, se non fosse altro per le dimensioni e per il fatto che, essendo nascosta, è da scoprire.
 
Gli artigiani del ferro battuto hanno prodotto, spesso, manufatti (chiavi, serrature, catenacci, lucchetti, picchiotti, grate, eccetera) utilizzabili a fini pratici, senza la pretesa di creare ogni volta un’opera d’arte. Questi lavori che non sono pubblicati sui libri, non si trovano nelle monografie e non figurano nelle esposizioni, sono però degni del più grande interesse in quanto sono stati la ragione di essere di un’arte. Vorrei, dedicando larga parte di questo libro proprio a opere ritenute minori, ma di uso senz’altro più comune e sicuramente più utili, rendere sufficiente giustizia e onore agli ignoti artefici che le hanno costruite.
 
Chiavi simili a quelle pubblicate si possono trovare ancora, con un po’ di fortuna, rovistando tra i mercatini d’antiquariato, presso i rigattieri, o presso private abitazioni. Ciò deve essere d’incoraggiamento a tutte le persone che desiderassero iniziare una collezione.
 
Naturalmente questo sarà possibile solo se, assieme a un forte desiderio, ci saranno la sufficiente pazienza e l’indispensabile costanza.
 
In questa opera ho voluto analizzare, soprattutto, le chiavi in ferro e il materiale metallico a partire dall’epoca romana sino agli inizio del XX° secolo, tralasciando di proposito quelle costruite in legno o altri materiali. Il libro, sostanzialmente, è strutturato in quattro capitoli: il primo tratta la parte didattica della chiave, il secondo quella tecnica, il terzo quella storico-artistica e il quarto quella simbolica.
 
Siccome credo che, in opere di questo tipo, una fotografia renda l’idea meglio di tante parole, mi sono sforzato di scrivere in maniera sintetica, cercando di essere il più schematico possibile, e di riservare così più spazio alla documentazione fotografica. L’apparato fotografico, con larga presenza di oggetti inediti, è perciò da considerarsi parte integrante del testo.
 
L’ampia documentazione, oltre che aiutare il lettore ad apprezzare meglio le opere di forgiatura, ha lo scopo di onorare, in modo veramente nuovo, gli innumerevoli ignoti artigiani che sono entrati, senza nome, nella storia proprio per la qualità delle loro opere.
 
La convinzione che certi manufatti antichi in ferro forgiato siano da considerare delle vere opere d’arte, perciò motivo di collezione, oltre che di investimento, a parte qualche caso sporadico, è “cultura” piuttosto giovane.
 
Da qualche anno però le persone che si interessano di opere in ferro e in particolare di chiavi e serrature sono in aumento. È a loro, soprattutto, che mi rivolgo ed è a loro che dedico questa pubblicazione.

 …Nulla è più misterioso di una chiave antica di cui non si conosca ciò che abbia rinchiuso…

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