Tecniche e Manuali

Manuale di Pittura: l’Acquerello

Fonte: ArteKiara in collaborazione con Giuseppe Puliserti e Luca Palermo

Premessa: Chiunque, dopo aver costruito qualche oggetto di legno, non può certamente definirsi falegname, così come chi, dopo aver infornato qualche chilo di pane, non può considerarsi un panettiere; analogamente non ci possiamo sentire pittori dopo aver dipinto solo una decina di opere. L’acquerello però, con la sua necessaria velocità di esecuzione e la semplicissima preparazione alla pittura, è senza dubbio una tecnica pittorica che ci permette di lavorare moltissimo e così, quasi senza accorgerci, produciamo così tanto da trovarci una mano allenata all’arte in tempi molto più brevi rispetto a tutte le altre tecniche. Dopo tanti acquerelli, scopriamo anche di aver dimestichezza con l’espressione artistica e poco per volta riusciamo a comandare la nostra mano e a comunicare ciò che vogliamo attraverso forme e colori.

Introduzione

La Pittura ad Acquerello, è un mezzo artistico molto diffuso, data la sua versatilità e semplicità di applicazione. Colori solubili ad acqua, di varia composizione e venduti come acquerelli esistono sul mercato da svariati anni. Tra l’altro, ed erroneamente, l’acquerello viene pubblicizzato e diffuso come medium pittorico adatto ai principianti.

Intendiamoci bene per tempo: l’Acquerello non è facile e richiede soprattutto delle idee ben chiare su quello che si voule fare. Non è facile correggere gli errori, non è facile rendere al primo colpo gli effetti desiderati. È una tecnica che richiede esperienza e progettazione del lavoro. Le opere estemporanee “en plein air” si devono lasciare ai più esperti. Ma vale la pena di affrontare il discorso perché le soddisfazioni che derivano da una tecnica bene eseguita sono notevoli.

Ma cominciamo con ordine: un mezzo pittorico è composto essenzialmente dal pigmento e dal mezzo legante, che può essere di varia natura: “magro” o “grasso”. Nel corso della storia i leganti impiegati sono stati molteplici: tuorlo d uovo, chiara, gomma arabica, gomma di ciliegio, olio di lino, resine varie, composti sintetici come la sospensione acrilica o l’ alchidica…
Per l’ acquerello il discorso è abbastanza semplice: pigmento colorato unito a gomma arabica sciolta in acqua, ad una determinata percentuale. Vengono aggiunte delle sostanze “addolcenti”, che hanno lo scopo di evitare la naturale tendenza a screpolare dell’gomma arabica, quali il miele, lo sciroppo di zucchero, il fiele di bue o, in tempi più recenti, la glicerina. E poi, sostanze che evitano l’ossidazione del medium (ovvero il risultato della degradazione da parte di batteri o muffe, quali l’essenza di spigo di lavanda, l’eugenolo od il fenolo). Queste sostanze, con una maggiore o minore percentuale di gomma arabica, producono rispettivamente le note pasticche o l’acquerello da vendere in tubi.

Per i dilemmi tra gli uni o gli altri, la scelta è da compiersi solo in base alla mole di lavoro e alla possibilità di acquistarne più o meno spesso (anche il prezzo incide : le pasticche hanno una “vita” assai più lunga dei tubetti, che si possono forare, lasciare aperti e quindi seccare o alterarsi con le intemperie assai più facilmente.
È importante aggiungere a questo punto che la differenza essenziale tra acquerello e tempera “magra” (gouache) consta nel fatto che il primo è luminoso e trasparente ed il secondo opaco e coprente (ma con un aspetto sericeo assai gradevole).

I colori: Marche e Costi

Il costo dei singoli colori varia a seconda del tipo di pigmento impiegato, almeno nelle marche più serie. Si sa bene che esistono colori la cui materia prima è di più difficile reperimento o sintesi industriale: questo si evidenzia in “serie” che hanno una numerazione: ad es, la serie 1, 3 o addirittura 5, come accade per la lacca viola pura o il giallo di zinco e stagno.

Le marche presenti sul mercato sono molte. Se mi si chiede un consiglio spassionato, sono favorevole alla Scmincke o alla Sennelier. La Winsor & Newton ha recentemente avuto alti e bassi, da quando è stata acquistata da una multinazionale. Di recente so che la gamma di colori, prima ristretta, è stata nuovamente ampliata. Le direttive della CE hanno dettato legge anche riguardo alle sostanze da impiegare per la fabbricazione dei colori. Pigmenti come il Cobalto, il Giallo di Napoli, il Cromo ecc…, sono stati banditi dal novero delle sostanze adatte ad essere impiegate industrialmente a causa di una loro certa dannosità. Sono state sostituite da derivati dell’indantrene, da varie aniline, dal quinacridone e phtalocyanine, che hanno una minore tossicità. Non sempre la sostituzione giova al risultato, ma tant’ è.

Proprio un paio di giorni fa, un rappresentante della Winsor & Newton mi ha fornito la lista completa dei colori delle varie linee ed ho potuto notare che sono stati sosituiti ben 21 pigmenti, modificati 31 e soppressi 15. Una strage.

Io leverei un appello per tornare a macinare colori e fare da soli i proprii medium pittorici, dato che le informazioni e le materie prime, meno che mai oggigiorno mancano. Forse il vero grande problema è proprio l’eccessiva disponibilità di materie prime e di un numero troppo grande di colori. Tendenza che accompagna la tecnica artistica dall’inizio dell’era industriale, con una stragrande proliferazione di tinte, toni e pigmenti, dalla scoperta del famoso Violetto di Perkins, primo sostituto di sintesi di un colorante naturale: l’Indaco (la cui produzione effettuata per l’appunto in India, vacillava per vicessitudini politiche ed economiche, sia locali che in Europa).

Lo stesso William Turner, entusiasta sperimentatore di qualsiasi innovazione nella tecnica pittorica, si rese responsabile per alcune opere che, a causa per l’appunto di pigmenti non sperimentati, dipinse quadri che hanno scolorato nel tempo, per cui oggigiorno hanno un aspetto diverso da quello che volle il grandissimo artista nel momento dell’esecuzione dell’opera.

Materiali: Pennelli e carta

I Pennelli

Manuale di Pittura

 I pennelli normalmente usati sono 6: tre di tipo orientale e tre di tipo europeo.  

Pennello cinese tondo di grande dimensione
Pennello cinese tondo di medie dimensioni
Pennello cinese tondo di piccole dimensioni
Pennello da scrittura in pelo di bue numero 10 – setola di bue lunga
Pennello da scrittura in martora Kolinsky numero 2 – setola lunga
Pennello piatto di setola numero 2

Con questi pennelli si può dipingere su qualsiasi dimensione e, in diversi casi, vedremo che è anche possibile usarli per eliminare l’acqua in eccesso o togliere colore già steso, ma in modo troppo carico e abbondante. Sono pennelli che possono tenere molta acqua quindi permettono di coprire vaste superfici di carta intingendo e stemprando poche volte.

 
La Carta

La carta è senza dubbio l’elemento più importante nella pittura ad acqua. Le molteplici qualità di carta, diverse tra loro per materiali base (cellulosa o cotone o fibre vegetali) e le diverse trame o superfici che troviamo in commercio, fanno sí che ogni acquerello, anche se di uguale soggetto, risulta diverso per il supporto impiegato.
Osservando attentamente dal vivo i grandi acquerellisti del passato, si può notare che spesso, e in particolar modo Turner e i Vedutisti napoletani, usavano carte di diverso colore. Non è dunque assolutamente vero che la carta debba essere necessariamente bianca. Può essere anche colorata, ma l’importante è usare carta di colore tenue, quali l’ocra chiaro o il rosa tenue e il grigio chiarissimo in quanto l’acquerello, non essendo coprente, su carte colorate con forte intensità non avrebbe nessuna presa cromatica.
Nell’affrontare più avanti i vari soggetti, noteremo che alcuni paesaggi, anche quelli invernali, sono decisamente più validi se la carta non è bianca. William Turner, per esempio, negli acquerelli sulle alpi francesi usava carta grigio chiaro e, nelle sue vedute di Venezia, spesso usava la carta gialla tipo quella da spolvero. Vedremo inoltre quando usare carta con grana grossa e quando dipingere su quella a trama fine perché, gli effetti che si possono ottenere, sono diversi e sorprendenti.

Alcuni esempi
 
carta gialla
  carta gialla 120 grammi molto liscia
   
carta bianca
  carta bianca grammi 150 ruvidissima
carta grigia
  carta grigia grammi 120 ruvida
carta rosa
  carta rosa grammi 120 liscia

Le diverse carte danno dunque effetti assai diversi, incidendo innanzitutto sulla luminosità dei lavori quando il colore è diverso dal bianco, e funzionando come l’effetto filtro usato in fotografia, a seconda del tipo di trama.

Completamento dell’attrezzatura

Il contenitore dell’acqua deve essere il più capiente possibile, meglio se due, il primo per pulire il pennello e il secondo per prendere l’acqua per il nuovo colore. Molti colori, soprattutto quelli utilizzati per riprodurre il cielo, sono normalmente tenui e chiari e pertanto i pennelli devono essere estremamente puliti, così come l’acqua necessaria per stemprare il colore. Io consiglio l’utilizzo di bottiglie di plastica, da cui si elimina con un taglierino la parte superiore.

Manuale di Pittura

Un supporto o un piatto di plastica bianca serve come tavolozza dove stemprare e mescolare i colori. Occorre inoltre una tavola di legno, che serve da supporto per il foglio di carta e soprattutto per tenere inclinato il piano di lavoro: nella maggior parte dei casi, gli acquerelli si iniziano dall’alto e l’ inclinazione del foglio aiuta l’ acqua colorata in eccesso a scendere verso il basso e a essere pertanto, come vedremo in seguito, facilmente eliminabile con un semplicissimo gesto del pennello.
Nel caso di pittura all’aperto, qualche puntina da disegno può servire a impedire che il vento faccia volare il nostro lavoro. Il resto dell’attrezzatura deve risiedere nella nostra mente e nel nostro spirito. 

Iniziamo a dipingere
Pulizia del pennello

Prima di intingere nel colore è bene lavare il pennello immergendolo e agitandolo più volte nell’acqua. In questo modo i colori delicati non vengono sporcati da colori precedenti rimasti tra le setole e la stesura sarà pulita.

Formazione del colore

Con il pennello bagnato, prendere il colore dalla vaschetta e stemprarlo sulla tavolozza. Sempre sulla tavolozza aggiungere altro colore se il miscuglio risulta troppo acquoso o chiaro oppure aggiungere altra acqua se risulta troppo intenso.

Stesura del colore

Dipingere è come camminare: ognuno ha il suo stile. Le regole principali per la stesura all’acquerello sono:
dipingere in piedi perché c’è più scioltezza e velocità
stendere i colori con gesti uguali e cercare di coprire il bianco senza ripassare dove c’è già stata stesura.

Archiviazione

Lasciare asciugare senza forzare l’incurvamento della carta bagnata. Non lasciare spazi bianchi sui bordi del foglio o eliminarli con un taglierino finita l’opera.

Un pensiero su “Manuale di Pittura: l’Acquerello

  • dovrei restaurare un acquerell0o di Giorgio Morandi ci possiaamo sentire abito in prov. di pordenone

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