I Materiali

Scelta dei materiali

Fonte: IL MOBILE conservazione e Restauro di Cristina Ordonez, Leticia Ordonez,Maria Del Mar Rotaeche Casa Editrice: Nardini Editore
Considerazioni

Tratteremo dei materiali più utilizzati nella costruzione e decorazione del mobile e di quelli che sono stati e continuano ad essere impiegati nel restauro di questi manufatti. La conoscenza dei materiali tradizionalmente utilizzati nella costruzione del mobile, delle loro proprietà, del trattamento superficiale e del comportamento nel tempo, è un requisito fondamentale sia per la formazione del restauratore sia per lo sviluppo della sua attività professionale. Una conoscenza che, applicata ad un opera specifica, lo aiuterà ad identificare i materiali in essa presenti. Questo fattore condizionerà in misura notevole gli interventi imponendo la scelta di materiali compatibili con quelli di cui è costituita l’opera, al fine di evitare che questi si alterino per reazione con i nuovi, così come per poter rispondere all’indispensabile requisito del rispetto verso il progetto originale del mobile. L identificazione dei materiali presenti in un opera in molti casi obbligherà ad evitare, per esempio, materiali che in un mobile nuovo potrebbero invece essere considerati idonei.

È il caso, molto frequente, di alcuni mobili inglesi con finiture brillanti, che il restauratore, di solito, identifica come gommalacca, ma che, quando prova a rigenerarle con questa sostanza, si disintegrano in quanto non se ne conoscono con esattezza gli ingredienti e le proporzioni di composizione.Conoscere questi materiali spesso non basta: è necessario avere cognizioni anche sul trattamento superficiale o decorativo che si usava dar loro (il modo in cui si tingevano, intagliavano, incidevano ecc.) cercando di produrre determinati effetti. L ignoranza di tali procedimenti può indurre ad errori irreparabili durante il processo di restauro.Alcuni materiali venivano trattati in un certo modo con l’obiettivo di simularne altri (come, ad esempio, l’avorio che imita la tartaruga): un trattamento intenzionale che voleva “giocare” con l’occhio dello spettatore e che nessun restauratore ha il diritto di eliminare. D altra parte, dato che è responsabilità del restauratore scegliere il materiale corretto da utilizzare nell’intervento, è necessario conoscere quali sono stati e continuano ad essere i materiali più usati nel restauro dei mobili (anche per poterli identificare nel mobile su cui si deve intervenire), le loro proprietà, vantaggi ed inconvenienti.  
 
La selezione dei materiali da utilizzare non è un compito facile; il prodotto perfetto, infatti, non esiste. Molte volte ci troviamo nella situazione in cui il prodotto scelto non risponde a tutte le caratteristiche idealmente necessarie per cui dobbiamo accontentarci di quello che, con tutte le sue limitazioni, si adatta meglio di altri alle necessità identificate. Alcuni materiali poi non sono negativi in termini assoluti ma vengono applicati in modo scorretto; ossia, un materiale può funzionare bene per un determinato oggetto e rispondere male alle necessità di un altro. Di fatto ci sono materiali perfettamente reversibili in alcuni casi ed irreversibili in altri. II restauratore deve possedere le conoscenze necessarie per poter valutare tutto ciò. I materiali utilizzati nel restauro del mobile si possono dividere in materiali naturali, materiali naturali modificati o artificiali e materiali sintetici.

Materiali naturali

Sono quelli utilizzati tradizionalmente sia nella costruzione sia nel restauro del mobile fino al XIX secolo (pasta di fecola, resine, gomma, adesivi proteinici, colla di albumina, cera, grassi, oli ecc.).Questi materiali presentano l’enorme vantaggio derivante dal fatto che se ne conoscono le reazioni col passare del tempo; questo non significa però che si possano applicare in ogni caso poiché, come hanno dimostrato le ricerche scientifiche, alcuni di essi (o il modo in cui sono stati applicati) hanno avuto risultati negativi purtroppo poco conosciuti (come nel caso degli oli, dei bitumi ecc.) a livello conservativo ed anche ad altri livelli, ad esempio per l’eccessiva tossicità (come nel caso del mercurio per gli specchi).

Materiali modificati o artificiali.

Sono quelli risultanti dalla trasformazione chimica dei materiali naturali.
Materiali sintetici. Come i precedenti, sono il risultato dei progressi della chimica organica sviluppatasi a partire dal XIX secolo, ma si differenziano da questi poiché non hanno nessun legame con i materiali naturali. Tuttavia non vanno considerati come meri sostituti di questi giacché molti posseggono proprietà che non esistono in nessun prodotto naturale. La maggior parte dei materiali sintetici, come quelli naturali o artificiali, ha una struttura chimica polimerica; ossia formata da lunghe catene di unità semplici denominate monomeri. Questi polimeri sintetici prendono normalmente il nome dal monomero di cui sono composti.

I materiali sintetici, come quelli artificiali, offrono una serie di vantaggi, poiché essendo fabbricati per un applicazione specifica possono rispondere a necessità concrete. Oltre a ciò presentano proprietà più costanti di quelli naturali. Tuttavia presentano l’inconveniente che, essendo di fabbricazione molto recente, non se ne conoscono le reazioni col passare del tempo. Fattore che deve essere tenuto in considerazione da parte del restauratore, che non deve lasciarsi guidare nelle scelte esclusivamente dai risultati immediati che un prodotto gli offre, ma deve pensare al suo comportamento futuro. Un prodotto può essere efficace in un primo momento ma non sappiamo come reagirà con il passare del tempo.

Da quanto esposto si deduce che non conviene propendere a priori per un certo materiale e che la scelta più corretta sarà quella di combinare l’ uso di prodotti diversi a seconda di ogni caso specifico. Sarà quindi evidentemente corretto evitare l’impiego di tutte quelle sostanze la cui composizione non sia conosciuta con esattezza (come nel caso di alcuni prodotti commerciali che garantiscono risultati spettacolari ma che sono poco affidabili giacché in essi non viene riportata la composizione).
Da quanto esposto si deduce che non conviene propendere a priori per un certo materiale e chela scelta più corretta sarà quella di combinare l’ uso di prodotti diversi a seconda di ogni caso specifico. Sarà quindi evidentemente corretto evitare l’impiego di tutte quelle sostanze la cui composizione non sia conosciuta con esattezza (come nel caso di alcuni prodotti commerciali che garantiscono risultati spettacolari ma che sono poco affidabili giacché in essi non viene riportata la composizione).

La scelta di un determinato materiale sarà in funzione dei vantaggi e degli svantaggi che questo può presentare. Gli aspetti più importanti da considerare sono:- Che il prodotto non modifichi esteticamente l’oggetto né lo alteri chimicamente o fisicamente al momento dell’applicazione o invecchiando. Ossia che l’innocuità dei materiali sia stata provata per quanto riguarda l’integrità estetica e fisica dell’oggetto. Cosa che non si verifica, ad esempio, con alcuni consolidanti o vernici che, col tempo, possono alterare l’aspetto di un oggetto .

Reversibilità del prodotto

Che il prodotto sia reversibile e che la sua futura eliminazione non causi alcun danno all’opera, né condizioni futuri interventi. Ciò significa che il materiale in questione deve poter essere eliminato in caso di necessità senza danneggiare il mobile. La reversibilità dei materiali costituisce, in teoria, un requisito indispensabile al momento di restaurare un opera, ma non possiamo ignorare che questo nella pratica è quasi un utopia poiché pochi materiali risultano assolutamente reversibili o, che è lo stesso, totalmente eliminabili, non solo per il materiale in sé ma per altri fattori ad esso estranei, come ad esempio le caratteristiche della zona in cui è stato applicato: eccesso di porosità, inaccessibilità con gli attrezzi da restauro ecc. Per questa ragione bisognerà far sì che, nella misura possibile, gli inevitabili residui che in alcuni casi possono rimanere sul mobile non condizionino interventi futuri. In ogni caso, e anche ammettendo ciò, bisognerà riporre speciale attenzione nella scelta di materiali la cui reversibilità sia stata sperimentata anche nella pratica e non solo enunciata teoricamente. Perciò, davanti a due prodotti con caratteristiche simili, sarà preferibile propendere per i materiali tradizionali di cui si sia potuta constatare ampiamente la reversibilità, al posto di altri più moderni, teoricamente reversibili, il cui periodo di sperimentazione è stato però ovviamente breve. D altra parte la reversibilità di un materiale dipende anche dalle caratteristiche dell’oggetto sul quale viene applicato e dal tipo di problemiche presenta. Così un certo materiale potrà essere reversibile in un determinato caso e irreversibile in un altro. Inoltre esistono materiali reversibili in un primo momento ma che smettono di esserlo con il tempo, come nel caso di un polimero che produca cross linking.

Stabilità del prodotto

Che sia quanto più stabile possibile; ossia che non si alteri o deteriori in un periodo di tempo ragionevole. Un materiale può invecchiare alterandosi chimicamente per azione della luce, del calore, dell’ossigeno, dell’umidità, dell’inquinamento ecc., cosa che può tradursi in trasformazioni quali ritrazione, espansione, rottura, insolubilità, cambiamento di colore, debilitazione, assorbimento di sporco ecc. Per questo, oltre ad essere coscienti del fatto che i prodotti non sono eterni, occorre cercare di usare sempre quelli che si mantengono stabili per almeno venti anni, con la speranza che arrivino ad esserlo per un periodo di tempo molto maggiore.

Atossicità del prodotto

Che si possa applicare ed eliminare senza causare danni al restauratore o all’ ambiente Possiamo parlare di tossicità diretta e di tossicità indiretta o ecologica.

La tossicità diretta si riferisce al pericolo che l’applicazione di un prodotto può rappresentare per la salute del restauratore.(Non parleremo, in quanto fuori contesto, dei legni tossici, derivanti da un albero ad alto contenuto di silice a causa del suolo su cui sono cresciuti e la cui manipolazione può compromettere la salute del restauratore quando inala la polvere di silice che si solleva levigandoli).

La maggior parte dei prodotti chimici utilizzati nel restauro sono tossici, per questo occorre prendere precauzioni sia per il loro immagazzinamento (alcuni prodotti tossici sono volatili, motivo per cui, se non si conservano ermeticamente chiusi, emetteranno vapori nell’ambiente e verranno respirati dalle persone che si trovano in tali luoghi) sia per l’ uso (per inalazione 4, per contatto e assorbimento dei vapori attraverso la pelle, attraverso le membrane sensibili come gli occhi, il naso ecc.). Ossia quando la tossicità di un prodotto può danneggiare non solo il restauratore ma anche il medio ambiente. Bisogna quindi evitare la pratica, comune tra i restauratori, di disfarsi dei prodotti chimici gettandoli nei tubi di scarico. Questi rifiuti vanno a forre nei depuratori, determinando una sensibile riduzione del riciclo dell’acqua. Ma non basta evitare gli scarichi. I prodotti che si depositano sulla terra infatti entrano a far arte della catena alimentare essendo assorbiti dalle piante che li ritrasmettono agli animali e all’essere umano .Da quanto esposto si può dedurre che è opportuno cercare di utilizzare nel restauro i prodotti meno tossici e, quando questo non è possibile, eliminare i rifiuti in modo adeguato.

In realtà molto spesso tali prodotti vengono utilizzati senza tenere in considerazione questi aspetti. Se ne fa uso per inerzia, perché il loro impiego è ormai tradizionale nel campo della conservazione, per facilità di manipolazione e di applicazione, per ragioni economiche ecc., quando spesso potrebbero essere sostituiti da altri, con caratteristiche affini, ma meno tossici. Inoltre bisognerebbe vigilare molto di più sulla  salute dei restauratori, intensificando la ricerca scientifica per la creazione di prodotti meno dannosi o per la trasformazione di quelli esistenti, eliminando dalla loro composizione le sostanze tossiche che non sempre sono indispensabili per le applicazioni desiderate, trasformando determinate sostanze ad uso allargato in prodotti più specifici da utilizzare in casi concreti. In questo senso, ad esempio, sono stati fatti grossi passi in avanti per quanto riguarda gli insetticidi: oggi, finalmente, se ne trovano sul mercato alcuni a bassa tossicità. I prodotti chimici, oltre ad essere tossici, possono essere infiammabili, per cui è necessario anche prendere precauzioni in tal senso per quanto riguarda l’ immagazzinamento e la manipolazione. Per tutti questi motivi, e a causa della loro pericolosità, tutti i prodotti usati nel restauro dovranno essere conservati in recipienti chiusi in cui appaia il nome del prodotto contenuto, seguito dai segni di pericolo ad esso associati. Oltre a ciò esistono sostanze che, pur non essendo tossiche, possono danneggiare, con un uso prolungato e continuo, la salute del restauratore (come la polvere che si produce levigando gli stucchi).Pertanto la bottega del restauratore dovrà essere opportunamente ventilata, dotata di estintori e di aspiratore di vapori. È superfluo aggiungere che il restauratore dovrà anche prendere precauzioni al momento di maneggiare certi prodotti o sostanze adottando l’uso di mascherine, guanti ecc.

Stato di conservazione del prodotto

Che il prodotto sia in buono stato. Per poterlo verificare occorre conoscere le sue caratteristiche allo stato di normalità: colore, consistenza, grado di trasparenza, odore ecc. In questo senso è di grande aiuto la consultazione di tavole di prodotti ove siano specificate tutte le informazioni necessarie. Un altra soluzione, in caso di dubbio, è quella di rivolgersi al fabbricante in questione o di inviare il prodotto ad analizzare, gettando sempre via quello che non sia in perfette condizioni poiché, in caso contrario, il suo uso può, nel migliore dei casi, risultare inefficace e, nel peggiore, procurare danni all’opera. Pochi materiali riuniscono i requisiti che abbiamo fin qui e numerato. Per tale motivo bisognerà stabilire un ordine di priorità per poter così scegliere il prodotto che meglio si adatti alle necessità di ogni caso e che comporti il minor danno possibile. Bisogna però segnalare che a volte i fabbricanti alterano la composizione sia dei prodotti naturali sia di quelli sintetici senza dichiararlo, con la conseguente modifica delle proprietà, causando serie difficoltà operative l’restauratore. È possibile che la stessa sostanza chimica, a seconda della marca commerciale o del periodo di fabbricazione, possieda proprietà diverse. Così possiamo trovare cere d api adulterate che induriscono le finiture, colle forti troppo gommose che si prestano male alla realizzazione di stucchi, acetati polivinilici più elastici del normale ecc. Infine va detto che è urgente avviare ricerche per la creazione di prodotti specifici per il restauro dei mobili. Si sono già compiuti passi da gigante nei materiali specifici per il legno: adesivi, vernici ecc., ma sempre rivolti alla creazione ex novo eq uasi mai applicabili al campo della conservazione.

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