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Metodologia di Restauro

di Franca Falletti di Villa Faletto, in “Legno e restauro”

Il restauro è, e non potrà mai essere altrimenti, un atto critico e conoscitivo che rimane affidato all’intelligenza e alla sensibilità dell’uomo .

Metodologia nel  Restauro del Mobile Antico

Ogni intervento di conservazione o restauro sulle opere d’ arte richiede l’applicazione di una metodologia che deve constare, senza eccezione alcuna, di tre fasi: l’ analisi filologica, la diagnosi e l’intervento propriamente detto. Questa metodologia ha come obiettivo quello di garantire il rigore filologico e scientifico al momento di recuperare e di mantenere tanto la materia come l’immagine dell’opera. La sua corretta applicazione rappresenta pertanto un fattore di vitale importanza all’interno dell’attività conservativa. Tuttavia, nel caso concreto del mobile, gli interventi rare volte rispondono al rigore metodologico che la scienza della conservazione esigerebbe, in quanto viene quasi sistematicamente omesso l’atto filologico. Questo si deve, in gran parte, alla mancanza di formazione da parte dei restauratori, i cui interventi generalmente tendono ad adattare i mobili d uso quotidiano, adeguandosi così ai dettami della moda. Queste pratiche contrastano con la necessaria considerazione del mobile come documento di importanza culturale, storica ed artistica, che impone che i lavori di restauro diano fondati su una corretta metodologia filologica e scientifica. Tutti i mobili antichi meritano pertanto questo trattamento metodologico, indipendentemente dal loro aspetto estetico, antichità o rarità.

Analisi filologica e scientifica del restauro

Consiste nello studio dettagliato dell’opera per ottenere tutte le informazioni possibili su di essa; permette di caratterizzarla dal punto di vista materico, storico e formale, per poi procedere ad una diagnosi adeguata all’intervento.

Baldini definisce l’ analisi filologica come “l’ identificazione dell’oggetto nella sua realtà, quale è a noi pervenuta o da noi ancora acquisibile” e afferma che “attraverso di essa si ha la conoscenza e pertanto la conoscenza dell’oggetto”. L’ autore la considera un ragionato atto critico che eviterà le conseguenze negative di iniziative prese senza riflettere (come, ad esempio, gli interventi fatti in serie). In questa prima fase metodologica verrà stabilito il tipo di restauro da effettuare in ogni caso specifico. La lettura a livello filologico dovrà concentrarsi sull’immagine dell’opera, basandosi sullo studio stilistico e formale del pezzo nel suo insieme: modalità costruttive, sistema decorativo, finiture, restauri, modifiche ecc. Questo richiederà l’esame visivo dell’opera nonché di tutta la documentazione disponibile su di essa. Per l’esame scientifico, è indispensabile contare sul contributo di adeguati metodi di esame. Il risultato di entrambe le letture – filologica e scientifica – ci consentirà di conoscere l’opera in profondità, sia a livello formale e tipologico, sia per quanto riguarda le problematiche dei materiali e delle loro patologie. Tutto ciò ci permetterà di situarla in uno specifico contesto storico, culturale e stilistico nonché di emettere una diagnosi corretta sul suo stato di conservazione. Và da sé che, per portare a termine l’analisi filologica, il restauratore dovrà disporre di un bagaglio di conoscenze teorico-scientifiche sufficientemente ampio affinché la lettura dell’opera risulti efficace. Oltre a ciò, in questa fase, sarà necessario contare sulla collaborazione di specialisti di altri settori: chimici, fisici, biologi, storici dell’arte e del mobile ecc.

La diagnosi nel restauro del mobile 

La diagnosi costituisce la seconda fase della prassi metodologica. Con essa verrà definita la problematica presentata dell’opera, fissati gli obbiettivi dell’intervento e determinate le linee generali del processo di restauro, così come la sua estensione. Tuttavia qualsiasi opera può presentare problemi concreti non prevedibili nella diagnosi. Questi imprevisti dovranno essere risolti nel momento in cui si presenteranno, cosa che potrà causare un interruzione nel lavoro per lasciare spazio a nuove indagini. Perciò l’analisi filologica e scientifica è una fase che si risolve completamente prima dell’intervento; bisognerà infatti ricorrere ad essa in qualsiasi momento sorgano nuovi problemi. 

L’ intervento di restauro

Una risposta efficace alla diagnosi ha come finalità prioritaria la cura materica dell’opera e in secondo luogo il recupero della sua leggibilità, nel caso in cui questa sia stata compromessa. L intervento dovrà sempre basarsi su alcune invariabili norme di attuazione:
L indiscutibile rispetto per il nucleo originale dell’opera. Concetto che rende illecita qualsiasi azione che la possa danneggiare o snaturare.
 La stabilità dei materiali e delle tecniche utilizzate nel processo di restauro. Sono necessari tecniche e materiali la cui stabilità sia stata scientificamente provata, affinché non perdano le loro proprietà a breve termine o, cosa ancor più importante, che il loro deteriorarsi non danneggi l’opera. Questo non vuol dire pensare che i materiali possano essere eterni, ma che bisogna cercare di utilizzare materiali duraturi al fine di evitare una loro successiva rimozione, poiché, come abbiamo visto, qualsiasi intervento è in sé un atto traumatico a cui dobbiamo evitare di ricorrere frequentemente.

Perciò, in questo settore, è consigliabile l’uso di quei materiali che tradizionalmente sono stati impiegati nella costruzione dei mobili, e le cui proprietà e reazioni hanno potuto essere sperimentate positivamente nel tempo (ossia adesivi animali invece di colle sintetiche, vernici tradizionali ecc.). Questo non significa che si debbano escludere tecniche e materiali moderni, anche se questi dovranno essere utilizzati solo quando sene conoscano le reazioni alle specifiche condizioni ambientali, la compatibilità con gli altri elementi originali del mobile e le caratteristiche di invecchiamento positivo (patina) e negativo (degrado).

La reversibilità di tecniche e materiali. Tutti gli interventi sul mobile devono essere portati a termine secondo un procedimento e con materiali che siano reversibili sia immediatamente dopo la loro applicazione sia con il passare del tempo. Questo è un fattore importante da considerare giacché molti materiali risultano reversibili in un primo momento ma, col passare del tempo, diventano sempre più irreversibili. II principio di reversibilità garantisce, in caso di necessità futura, una facile eliminazione di qualsiasi elemento aggiunto all’opera, senza che tale operazione richieda l’uso di metodi aggressivi che possano danneggiare la stessa.

Il mantenimento o recupero della leggibilità dell’opera. La leggibilità si basa sulla dimensione culturale dell’opera; qualsiasi intervento deve consentire la comprensione del suo messaggio storico artistico, che non deve essere alterato ma che, al contrario, deve essere sempre mantenuto, cercando di recuperarlo nel caso in cui sia stato snaturato. L alterazione della leggibilità suppone la cancellazione di due delle funzioni fondamentali dell’opera d arte: il suo ruolo di documento storico e la sua intrinseca capacità di suscitare esperienze estetiche.

Il rispetto per la patina. Concetto che obbedisce all’esigenza di mantenere la dimensione storica dell’opera. L intervento può andare dal semplice atto di mantenimento dello stato in cui l’ opera è giunta fino a noi, all’ operazione di restauro globale tendente a restituirla alla sua funzione originale, sempre che il suo stato di conservazione lo permetta. La scelta del tipo d intervento da realizzare si affronta in ogni caso a seconda dei risultati dell’analisi filologica e della diagnosi. E comunque necessario ricordare che l’intervento deve essere meno drastico possibile. L esperienza ci dimostra come la prudenza, al momento di affrontare un restauro, non è mai eccessiva e che vanno evitati sia i risultati spettacolari sia le ricette miracolose, a meno che queste non siano state sperimentate scientificamente. Prima di passare ad analizzare gli aspetti pratici del trattamento, bisognerà sottolineare quanto sia importante che la bottega del restauratore disponga di condizioni ambientali ottimali per la conservazione del mobile. Si dovrà inoltre prevedere un adattamento lento e progressivo dell’opera a queste nuove condizioni ambientali in relazione all’habitat da cui proviene. L atto pratico degli interventi può essere diviso in una serie di fasi la cui concomitanza sistematica dipenderà da ogni caso specifico: disinfestazione; consolidamento; pulitura; eliminazione di aggiunte; riparazioni strutturali; fissaggio della superficie decorata al supporto; reintegrazioni; finiture.

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