Consulenze per il Pianoforte

Pianoforte Steingraeber & Sohne

Domanda

Egregio sig. Rogledi,

La consulto per avere una stima del valore di un pianoforte verticale Steingraeber n°3361.che possiedo da 25 anni e che ho usato e accordato con regolarità fino ad oggi..
Le invio, a tal fine, delle foto del pianoforte.
Posso dire che la meccanica è ancora quasi perfetta e l’unica accortezza suggeritami dall’accordatore è stata sempre quella di accordare il pianoforte 4-5 comma più basso per mantenere più a lungo l’accordatura.

In attesa di una Sua risposta, Le porgo i miei ringraziamenti.

Massimo

Risposta

Gentilissimo Sig. Massimo,
complimenti per il suo pregiato e antico pianoforte. Il marchio “Steingraeber & Sohne”, fondato nel 1823 da Eduard Stiengraeber è da considerarsi a tutti gli effetti tra quelli storici. La sua immagine è legata agli ambienti dell’alta Aristocrazia del tempo. Lo strumento opus 3361 è databile con certezza 1876. In quel periodo la ditta di Bayreuth produceva circa 250 strumenti all’anno. Dopo il 1896 il marchio passò a Georg e Burkhardt Steingraeber, figli del fondatore, aggiungendo alla denominazione originale la dicitura “& Sohne”. La produzione, sia per i verticali che per gli strumenti a coda, è sempre stata di alto livello qualitativo.
Il valore storico è sicuramente di rilievo. Purtroppo non conosco le condizioni tecniche, se queste fossero ideali, la cifra di euro 3000/3500 apparirebbe realistica.

Rimango senza dubbio perplesso circa la scelta di accordarlo al di sotto dei canonici 440 Herz per assicurare maggior tenuta (?).
Quando lo strumento è strutturalmente sano, non c è motivo di temere alcunchè. Diverso se, al contrario, mostra sintomi di cattiva tenuta dell’accordatura; in quel caso non si ottiene alcun beneficio anche facendo “uno sconto” sulla tensione totale delle corde. Il somiere semplicemente “tiene” o non “tiene”, o tiene poco. A qualunque (ragionevole) frequenza si accordi il pianoforte, la tenuta dell’accordatura nel tempo è identica.
Nei dettagli questo discorso si spiega così: innanzitutto il costruttore progetta lo strumento in base dell’altezza; la prima operazione è quella di determinare e ottimizzare la cordiera (cordiera=distribuzione del diametro delle corde). Quest’ultima infatti è fondamentale per il suono dello strumento, insieme a tavola armonica, martelliera e punto di percussione dei martelli sulle corde. Il variare di una sola di queste caratteristiche, obbliga l’adeguamento delle altre.
Una cordiera progettata per suonare a una data frequenza, darà inevitabilmente peggiori risultati ad una frequenza differente, in special modo inferiore, come in questo caso.

Frequenza significa per le corde TENSIONE. Il progettista (e il restauratore preparato), tengono conto di questo importante parametro. Cambiarne la tensione implica vari problemi e controindicazioni. L obiettivo è sempre quello di cercare il miglior rapporto tra FREQUENZA-TENSIONE-DISARMONICITA ; tre caratteristiche queste, profondamente legate tra loro.
Inoltre, per noi accordatori, l’interesse verso i comma è inesistente. Per il nostro lavoro quotidiano ci serviamo di Herz, cents e battimenti.

Ovviamente i comma stanno “dentro” a tutto ciò, ma sarebbe come calcolare la velocità di una Ferrari in base alla benzina che consuma br> Secondo i calcoli matematici sui rapporti tra i suoni, 1 comma equivale a 23,48 cents.(1 cent=1 centesimo di semitono), quindi 23,48 x 4 o 5 comma fanno rispettivamente: 93,92 o 117,4 cents, cioè un semitono sotto il dovuto. Premendo una nota LA, per esempio, il suo pianoforte emette nella realtà un sol #. I kg sottratti alla cordiera (e alla tavola armonica ammontano a diverse centinaia, e la sensazione sonora sarebbe certamente differente quando si troverebbe a suonare su altri strumenti.

Attenzione: per portare eventualmente lo strumento a 440 Herz non serve nessuna operazione particolarmente complessa o costosa; solo un accurato procedimento nell’accordatura, onde evitare un rapido abbassamento di frequenza e un pò di attenzione a non rompere le corde, “abituate” ormai a tensioni inferiori. In compenso, ne guadagnerà senz altro la sonorità.
Non voglio naturalmente entrare in polemica con il collega, sicuramente valido accordatore professionista, si tratta solo del mio personale punto di vista.
Due consigli: tratti e faccia trattare questo strumento con i “guanti bianchi”, tenga spento per l’eternità (se non lo ha ancora fatto) il piccolo calorifero che si intravede sul lato destro, proprio attaccato al pianoforte; sarebbe la sua morte.
Cordialissimi saluti,
Stefano Rogledi

 

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