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Pieve di S. Vito: analisi stilistica

Datazione: Confronti stilistici e Tipologici

Data la totale assenza di fonti documentarie relative all’edificazione della chiesa campestre di San Vito di Morsasco, si propone un possibile criterio di attribuzione cronologica basato sull’analisi delle tecniche murarie e su confronti stilistici locali, confortati, in questo, dall’esempio di ben noti studiosi dell’architettura religiosa nell’alessandrino (in particolare, si devono fare i nomi di Liliana Pittarello, di Geo Pistarino e di Alberto Fumagalli).

Quanto segue illustra molto semplicemente alcuni tra i collegamenti e le affinità tipologiche e stilistiche che esistono tra la pieve di Morsasco ed altre chiese campestri, anch’esse databili alla seconda metà del XII secolo, e situate negli stretti dintorni di Acqui Terme. L’esame non va in nessun caso considerato esaustivo, sia per il gran numero di costruzioni religiose coeve erette nell’intera provincia di Alessandria, sia perchè esso va integrato e, soprattutto, verificato con esempi tratti dal versante ligure dell’Appennino e dalle chiese site nell’attuale provincia di Asti. 

Il duomo di Acqui Terme, consacrato da San Guido nel 1067, ma la cui edificazione inizia almeno 40 anni prima, ha svolto il ruolo di matrice monumentale per molti edifici religiosi della zona.
L’evidenza di simile constatazione, sottolineata per altro da più di un autore, è riscontrabile più nei particolari costruttivi e decorativi che nelle strutture architettoniche d’insieme, ben diverse, com’è ovvio, in una cattedrale e in una piccola chiesa campestre. La tessitura muraria più antica della pieve di San Vito, con l’alternanza di lunghi conci di pietra arenaria locale, non perfettamente squadrati e disposti in corsi orizzontali, ad altri di medie dimensioni, ricalca per molti versi il tipo di muratura dell’abside di Santa Maria Assunta.

Acqui Terme- Duomo di Santa Maria Assunta (sec. XI).

Per quanto riguarda la conformazione semicircolare dell’abside, tripartita da lesene rettangolari ed archetti ciechi a coronamento delle monofore, come pure la copertura semiconica, il confronto si fa più diretto e i legami stilistici possono essere estesi alla maggior parte delle costruzioni ecclesiastiche d età romanica esistenti nelle vicinanze.

Fig. 2 - Acquiterme - Duomo, particolare di una cappella absidale

Duomo di Acqui Terme: 
Particolare della cappella absidale

Pieve di Morsasco:
Abside

 

 

 

 

Le monofore absidali hanno arco a tutto sesto ed archivolti non monolitici ed anche questi caratteri vanno ritenuti propri della tecnica costruttiva del primo romanico.La costruzione della piccola chiesa di Ovrano, oggi nel comune di Acqui Terme, va messa in relazione alla fase di evangelizzazione dell’area iniziata dal vescovo Guido attorno al 1000 e perseguita poi, nel XII secolo, dai monaci benedettini.

Rispetto alla cattedrale dell’Assunta, l’ imponente complesso religioso di San Pietro, in seguito dedicato all’Addolorata, è sicuramente più antico, per quanto la sua datazione sia ancora occasione di accesi dibattiti. Edificata probabilmente attorno all’ultimo scorcio del X secolo su una presistente costruzione d età basso-medievale, la parte absidale di San Pietro presenta delle cortine murarie costituite da ciottoli di fiume frammisti a mattoni di recupero e blocchi lapidei rozzamente spaccati, formanti corsi orizzontali estremamente irregolari. Simile apparecchiatura muraria è il risultato di una tecnica costruttiva non ancora matura, che è stata definita dal Cadafalch'(1930) tipica della prima arte romanica. I conci di pietra presentano dimensioni ridotte rispetto a quelli con cui è stata realizzata la cattedrale di Acqui e gli spigoli sono nettamente più smussati.Va notato inoltre l’ uso, tipicamente romanico, della decorazione architettonica parietale basata su semplici lesene ritmicamente ripetute.

Acquiterme

Chiesa dell’Addolorata di Acqui Terme: 
Particolare di una Monofora
Ovrano – Chiesa dei SS. Nazario e Celso (sec. XII)

Questi furono infatti i primi proprietari della chiesetta, eretta presumibilmente nella prima metà del secolo XII e il cui titolo, dedicato ai santi Nazario e Celso, fa supporre degli stretti legami con l’arcivescovato di Milano. Tali rapporti sono confermati dalla frequenza in zona di altre cappelle dedicate ai due martiri, unitamente a più antichi titoli provenienti dall’oriente e dal sud d Italia, di possibile diffusione bizantina (San Felice, Sant Agata, Sant Anastasia, San Vito). 

Fig. 5 Pieve di Ovrano  

Ovrano – Chiesa dei SS. Nazario e Celso (sec. XII)

Chiesa dell’Addolorata

di Acqui Terme: 

Particolare di una Monofora

Anche nel caso di questa costruzione, come per San Vito di Morsasco, la datazione proposta è basata sull’analisi tipologica e sul confronto con edifici analoghi. La chiesa rispetta l’orientamento romanico est-ovest, ed ha pianta rettangolare ad aula unica, con un basso campanile addossato sul lato meridionale.
L abside semicircolare è priva dei tipici archetti pensili di coronamento, ma presenta le tre classiche campiture ripartire da lesene, caratterizzate dalla stessa alternanza di conci lunghi ad altri più corti che si riscontra nelle vicine pievi di Morsasco e di Visone.

Anzi, proprio la conformazione delle lesene e delle monofore absidali di queste due piccole chiese ha spinto alcuni autori a integrare idealmente l’abside di Ovrano sul modello dell’abside con triplice serie di archetti e muratura (Rebora, 1991).

Pieve di Visone. Monofora absidale

Pieve di Morsasco. Monofora absidale

Pieve di Visone: Monofora absidale

Pieve di Morsasco: Monofora absidale

Un ulteriore analogia con la pieve di San Vito è data dalle due finestrelle quadre che affiancano il portale ad arco della facciata. 

Fig. 10: Pieve di Morsassco. Facciata Fig. 11. Pieve di Ovrano. Facciata
 Pieve di Morsasco: Facciata  Pieve di Ovrano: Facciata

Per quanto riguarda la tessitura muraria, va rilevata la fattura con conci di pietra arenaria locale di grandi dimensioni, abbastanza ben squadrati e con spigoli puliti, alternati negli stipiti ad altri più piccoli con funzione ammorsante. La tecnica di taglio del materiale ed il gusto decorativo giustificano quindi una collocazione cronologica tendente alla fase più matura dell’arte romanica.
D altro canto, un più attento confronto con edifici d età tardo-romanica, come, ad esempio, la chiesa di San Lorenzo a Cavatore, caratterizzati da murature praticamente perfette in grandi conci d arenaria, non consente di spostare la data di fondazione oltre la metà del Millecento.

Cavatore – Chiesa di San Lorenzo (sec. XII)

La chiesa campestre di San Lorenzo, geograficamente molto vicina a quella di Ovrano, viene costruita in un periodo compreso tra la fine del XII secolo ed i primi anni del Duecento.
A tale data, le mae-stranze locali hanno già raggiunto un alto grado di specializzazione nel-la scelta e nel taglio dei materiali lapidei, sem-pre di estrazione locale. 

Fig. 12 - Pieve di Cavatore - Abside Pieve di Morsasco: Abside
Pieve di Cavatore: Abside Pieve di Morsasco: Abside

Ciò è evidente nella fattura della muratura absidale, l’unica ancora a vista a causa di una pesante intonacatura realizzata in tempi recenti che nasconde totalmente gli altri lati della costruzione. Questa parte presenta le tre solite specchiature chiuse da lesene a tutta altezza collegate dagli archetti lapidei; le monofore sono definite da architravi e stipiti monolitici che ricordano quelle di San Vito a Morsasco e quelle di San Secondo ad Arzello.

Visone – Ruderi della chiesa di San Pietro (sec. XII)

Quella che è stata un tempo la piccola chiesa cimiteriale di San Pietro di Visone e che è ormai ridotta allo stato di rudere, avviandosi verso un imminente e completa rovina, presenta tali somiglianze con la pieve di San Vito da poter definire le due costruzioni pressoché identiche.

Fig.14 Ruderi della Pieve di Visone Fig. 15. Ruderi di Visone - particolare di una lesena absidale Fig. 16 Pieve di Morsasco. Particolare di una lesina absidale
 Ruderi della Pieve di Visone

Ruderi di Visone:

 particolare di una lesena absidale

Pieve di Morsasco:

 particolare di una lesena absidale

Non solo nel taglio e nella conformazione dei conci, ma addirittura nella loro messa in opera si riscontra un identica procedura, al punto da far pensare ad una stessa maestranza.
Simile ipotesi non è per altro senza fondamento: l’isolamento culturale cui gran parte del territorio collinare alessandrino rimase soggetto sin quasi al Settecento favorì la nascita di magisteri costruttivi e decorativi che non a caso sono stati definiti vere e proprie “scuole” locali.

Cremolino – Chiesa di Sant Agata (sec. XII)

Fig. 17 Pieve di Cremolino

Pieve di Cremolino La chiesa campestre di Sant Agata a Monteggio (Cremolino) è d origine romanica, con una possibile collocazione attorno alla prima metà del XII secolo. I numerosi rimaneggiamenti hanno fortemente intaccato l’impianto alto-medievale, le cui testimonianze sono rintracciabili nella forma a capanna dellafacciata (si notino le due finestrelle quadre chiuse da grata a fianco del semplice portone sormontato da lunetta), e nell’abside semicircolare, al quale sono poi state aggiunte le due cappelle laterali.

Dato che la muratura è largamente coperta da più strati d intonaco, in alcune zone del tutto scrostato, si deve limitare il confronto con la tessitura muraria delle altre costruzioni analizzate al solo tratto terminale dell’abside.

Questo presenta una disposizione tendenzialmente regolare, secon-do corsi orizzontali, di grossi e medi conci di pietra arenaria locale, tagliati con una certa precisione. Le lesene absidali sono caratterizzata dall’alternarsi di conci lunghi a conci più brevi.
Da notare, perché analogo a quanto osservabile a San Vito di Morsasco, il camminamento perimetrale in lastre di pietra, evidentemente realizzato allo scopo di consentire l’allontanamento dell’acqua dalla base delle murature. 

Fig. 20 Piebìve di Cremolino Particolare del camminamento

Pieve di Cremolino

Camminamento perimetrale

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