Strumeti Musicali

Restauro degli strumenti Musicali

Sempre più frequentemente si ricorre all’uso di copie antichizzate , strumenti cioè che ripropongono esteriormente le caratteristiche esteriori dello strumento a cui si rifanno ma non sono cloni del modello così come appariva nella sua condizione originaria, bensì come esso appare oggi, dopo l”operazione di ammodernamento del manico e della catena indispensabile per un utilizzo odierno. A questo punto appare indispensabile una precisazione dei termini originale , modello e copia sia nella definizione di strumenti usati nei concerti sia per quelli presenti sul mercato. Un contributo fu dato da Martin Elste nel suo Reflections on the Authenticity of Musical Instruments, in Copies of Historic Musical Instruments, CIMCIM 1994 e di cui presento la tabella.

Oggetto storico autentico

 per essere definito tale dovrebbe trovarsi nelle condizioni originarie (in pratica senza alcun ammodernamento), un fatto del tutto eccezionale per strumenti della famiglia del violino.

 

Strumento moderno o riproduzione.

Gli esemplari attuali nei quali il costruttore si distacca consapevolmente dai dettagli costruttivi di un modello storico. In sostanza una commistione tra nuovo ed antico, un po come avviene in un mobile in stile.

per gli altri strumenti (clavicembali, liuti) si parla anche di riproduzione, definizione ignota alla liuteria classica, pur essendo questa la categoria in cui rientra buona parte degli strumenti ad arco di nuova costruzione.

 

Ricostruzione.

E’ il risultato più o meno speculativo della ricerca storico-costruttiva e comprende il rifacimento dello stato originario di uno strumento storico, così come la costruzione ex novo di strumenti di cui non esistono esemplari da poter misurare ed esaminare, ovvero che siano conservati solo parzialmente.

di questo gruppo potrebbero far parte le copie antichizzate se non fosse per l’ adozione del manico ammodernato e per la sostituzione di altre componenti originali, che le differenzia radicalmente da altri strumenti storici.

 

Copia o Copia fedele.

Questo termine dovrebbe essere impiegato solo laddove il costruttore abbia cercato di ricreare un oggetto storico fedele in ogni dettaglio all’originale. E più che altro una legittima aspirazione, che essendo basata sulle conoscenze attuali viene facilmente superata dalla ricerca successiva.

comprende solo gli strumenti ad arco costruiti rispettando tutti i parametri originali (quindi senza nessun ammodernamento), di norma realizzati per chi si dedica alla musica antica. In queste copie è peraltro inusitato il procedimento di antichizzazione.

 

Contraffazione e Falso.

Il costruttore cerca di spacciare l’ oggetto come realmente antico, utilizzando possibilmente parti originali o ricreandone l’ apparenza con procedimenti più o meno sofisticati. E sottintesa l’ intenzione specifica di trarre in inganno, spacciando per autentica un opera che per epoca, materia ed autore è diversa da quella che si vorrebbe far credere che fosse.

non è considerato contraffatto un esemplare antico con manico ed altre componenti accessorie non originali.

 

E evidente che la terminologia usata da Elste  è difficilmente applicabile ai violini, oggi, infatti, definiamo copia un esemplare di liuteria che imita in ogni dettaglio le caratteristiche esteriori di quelli antichi ma dotati di un manico ed una catena ammodernata mentre non definiremmo mai copia uno strumento di un liutaio moderno che si ispiri ad uno strumento antico.

 

Possiamo dividere le copie in tre categorie:

 

Copie di alcune parti di strumenti

che di per se sono in grado di suonare ma di cui si vogliono salvaguardare le parti sottoposte a logorio da uso continuato.

Copie integrali di strumenti originali

ma segnati da deformazioni, mancanze, danni o debolezze strutturali che ne sconsigliano l’uso.

Copie di strumenti di cui non esistono originali

ma di cui siamo in possesso di parti o descrizioni dei materiali, delle tecniche costruttive e delle forme e che hanno uno scopo didattico e storico.

 

In Italia attualmente non vi è una normativa specifica per il restauro e la conservazione degli strumenti musicali perciò è bene riferirsi almeno alla Carta della conservazione e del restauro degli oggetti d arte e di cultura del 1987 che ampliò il campo di riferimento della Carta del 1972 includendo gli strumenti tecnici, scientifici e di lavoro; per tale ragione possiamo includervi anche gli strumenti musicali. Per questi è importante considerare il rapporto fra i tre elementi costitutivi fondamentali: la parte estetica, quella meccanica e quella sonora. In ogni caso nessuna delle tre parti deve essere tutelata a scapito delle altre ma si può avere una gradualità di interesse per l’una o per l’altra a seconda del tipo di oggetto e del suo stato di conservazione. In nessun caso l’importanza prevalente verso un aspetto deve essere influenzata da elementi esteriori quali la proprietà dello strumento o il suo valore commerciale.

Appare inoltre evidente che dovremmo adottare una nomenclatura chiara, condivisa ed aderente alla realtà riportando le varie tipologie di strumenti musicali antichi (di liuteria e non) tra quelle accettate dagli storici dell’arte per le opere d antiquariato e cioè tra originale , copia , imitazione e falso (Cesare Brandi, Teoria del Restauro, Einaudi, 1963).

 

 Foto 13

 

Collezione Spada: La foto 13 mostra un flauto d avorio, tedesco, del 700 a cui,  all’inizio del secolo successivo, furono aggiunte due chiavi per renderlo utilizzabile nei passaggi virtuosistici. Si possono vedere, infatti, le prime due chiavi che sono di un argento diverso e sono applicate su castelletti d argento sovrapposti all’avorio, mente l’ultima chiave (originale), quella al piede dello strumento, è direttamente inserita nella ghiera d avorio.

 

Da quanto finora scritto emerge che gli strumenti musicali debbano essere sottoposti a interventi di restauro conservativo che comprendano la pulitura ed il consolidamento al fine di prevenire ulteriore degrado, è possibile anche intervenire sugli elementi decorativi, sulle modanature, sugli intarsi, operare dei reincollaggi e sostituire le parti sottoposte ad usura ma non strutturali dello strumento come le corde di un violino. Più controversa è la questione del reintegro, ricostruzione e sostituzione di lacune e parti mancanti: la valutazione va fatta caso per caso e dovrebbe essere consentito solo per permettere che lo strumento possa essere esposto e pienamente apprezzato dal pubblico. Per il recupero funzionale la tecnica delle copie eseguite ad altissimo livello, grazie anche alle accurate indagini a cui possono essere sottoposti gli originali, permette di apprezzare questi monumenti sonori così come furono concepiti permettendo anche di minimizzare i danni che l’invecchiamento dei materiali ha arrecato agli originali. 

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