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Palazzo Migliazzi e Colonna: Il restauro

 
Analisi dello stato di conservazione della fabbrica

La valutazione dell’effettivo livello conservativo della fabbrica è stata appurata durante le diverse fasi di rilievo portate avanti per tutto il 2006. Si è proceduto anzitutto alla rappresentazione grafica dei quattro prospetti esterni, abbinando al metodo tradizionale del rilievo longimetrico la tecnica del raddrizzamento fotografico, che, pur non potendo essere considerata propriamente fotogrammetria – è infatti applicabile solo a superfici a sviluppo piano non fornendo informazioni di tipo tridimensionale – può essere per certi versi a questa avvicinata. Tale tecnica è stata impiegata per il raddrizzamento delle quattro facciate esterne, altrimenti difficilmente rilevabili in ogni loro parte a causa dell’altezza dell’edificio e dell’inaccessibilità di due lati.
Una volta terminate le operazioni di rilievo si è proceduto alla mappatura dei fenomeni di degradazione, provvedendo alla redazione di una legenda applicabile alle quattro facciate con la sintesi dei principali degradi.
Alcuni degradi non sono stati mappati in quanto presenti in maniera diffusa ed altri sono stati, invece, misurati ed archiviati.
 

 Fig. 10. Palazzo Migliazzi: rilievo longimetrico del prospetto principale su Via Villanova e mappatura dello stato di conservazione.

Dall’analisi dello stato di conservazione è emerso che i prospetti di Palazzo Migliazzi (fig. 10) si presentano in avanzato degrado, i maggiori danni sono derivati dall’azione combinata di diversi agenti:

l acqua nelle sue diverse manifestazioni (pioggia battente, umidità di risalita), il vento (azione erosiva), gli sbalzi termoigrometrici, gli elementi inquinanti contenuti nell’atmosfera, i precedenti interventi di manutenzione e/o restauro e i dissesti statici del sistema tetto che hanno determinato la fuoriuscita di fessurazioni7 e crepe di differente entità ed anche di qualche lesione dell’ordine del centimetro, oltre all’indebolimento del livello di adesione e coesione dello strato di rivestimento. La superficie intonacata è interessata in maniera diffusa sia dal fenomeno dei depositi superficiali8 inincoerenti, di spessore variabile, costituiti prevalentemente da polveri, particellato, depositi carboniosi, microrganismi e guano di piccione, che dal fenomeno dell’erosione superficiale, causato principalmente dal ruscellamento delle acque meteoriche, dall’azione eolica, dall’attacco acido e soprattutto dal susseguirsi dei fenomeni di gelo e disgelo.

Alterazioni biologiche atipiche9,dovute all’interazione tra i biodeteriogeni e il substrato, sono visibili su buona parte della superficie intonacata: in modo particolare a livello dello zoccolo (a causa dell’umidità di risalita), al di sotto e al di sopra della balaustra del piano nobile e in prossimità di alcuni pluviali che si  presentano ormai privi di funzione, interrotti in più punti e mal funzionanti. Colature dovute al trascinamento del pigmento per azione dell’acqua sotto forma di pioggia sono visibili al di sotto dei davanzali, delle fasce marcapiano e del cornicione. Depositi superficiali coerenti sono presenti sulla facciata in maniera meno diffusa rispetto a quelli incoerenti, si tratta prevalentemente di incrostazioni compatte di estensione più limitata, per lo più dovute alla cristallizzazione del car-bonato di calcio del substrato, disciolto dalle acque meteoriche, ben visibili al di sotto dei davanzali e a livello dello zoccolo. Gli apparati decorativi pittorici e plastici presenti in facciata presentano un livello di degrado diverso che dipende anche dalla loro esposizione: gli elementi a rilievo si presentano prevalentemente erosi, sfaldati ed anche ridipinti in più punti.

Le principali forme di degrado sono certamente imputabili all’azione degli agenti atmosferici (acqua, vento, sbalzi termoigrometrici), ma anche alla scarsa manutenzione e alla mancanza di un adeguato sistema di convogliamento delle acque meteoriche che ha favorito fenomeni di infiltrazioni di acqua o ruscellamento direttamente sulla superficie decorata, oltre naturalmente ai citati fenomeni di cedimento strutturale e successivo assestamento statico del sistema di copertura. L analisi puntuale condotta sugli elementi plastici a rilievo ha permesso di rintracciare, nonostante il discreto livello di adesione e coesione tra gli strati strutturali dell’intonaco, parti decorative interessate da forme di disgregazione e distacco della pellicola pittorica.

Fig. 11. Mappatura dello stato di conservazione del portone di ingresso.

In taluni punti sono anche visibili lievi fessurazioni nel microspessore della pellicola pittorica, percorrenti per intero l’elemento decorativo. Su tutta la superficie sono presenti, infine, depositi incoerenti (polveri) costituiti principalmente da depositi carboniosi e, in generale, polveri grasse untuose – sedimentate in debole spessore anche in forma di velo opacizzante – il cui accumulo è favorito anche dal passaggio di autovetture lungo la via Villanova.
Anche il portone di ingresso è stato oggetto di specifica mappatura (fig.11) dalla quale è emerso un diverso stato conservativo tra la parte bassa, meglio conservata in quanto protetta da un infisso posticcio collocato in tempi recenti e la parte alta, esposta senza protezione all’azione degli agenti atmosferici.
L indagine si è quindi spostata sugli ambienti interni, in modo specifico su quelli del piano terreno e del piano nobile contraddistinti da dipinti murali sulle volte e sulle pareti. Le pitture dell’androne, dell’atrio di rappresentanza e del vano scala si presentano nell’insieme in discreto stato di conservazione (fig.12).

Fig. 12. Rilievo con mappatura grafica degli apparati decorativi parietali dell’androne e dell’atrio di ingresso.
 

La causa principale del degrado di queste decorazioni, realizzate in prevalenza a secco su un supporto di mattoni e terra cruda, va ricercata anzitutto negli scarsi interventi di manutenzione ordinaria ed anche nelle azioni antropiche invasive che spesso hanno portato ad interventi inadeguati e poco conservativi.
Anche l’azione combinata di diversi fattori ha contribuito al peggioramento del livello conservativo delle pitture: gli agenti chimico-fisici (infiltrazioni di acqua dalle coperture, dagli infissi vetusti e le variazioni termoigrometriche), i difetti nella tecnica esecutiva, i fenomeni di cedimento strutturale del sistema tetto, quelli di assestamento statico e, infine, il progressivo collasso dei sistema di convogliamento e raccolta delle acque meteoriche.
Da un confronto con gli impianti decorativi delle volte, le pitture parietali si presentano decisamente più degradate: le pareti dell’androne di ingresso risultano interessate da difetti di adesione tra gli strati pittorici, distacchi di media e grave e entità e da formazioni saline ancora circoscritte imputabili a fenomeni di umidità di risalita, a sbalzi termoigrometrici ed escursioni termiche. La diminuzione di adesione tra gli strati preparatori ha provocato un lieve peggioramento delle caratteristiche meccaniche originarie, con conseguente ingenerarsi dei fenomeni di disgregazione, esfoliazione e distacco del film pittorico e perdita di porzioni di decorazione, rese in ampie zone ad uno stato polverulento.
In prossimità dei piani di imposta delle volte e nei punti angolari sono visibili diffuse crettature e fessurazioni di diversa entità, spesso risarcite in maniera grossolana. La superficie dipinta è, inoltre, interessata diffusamente da forme di abrasione della pellicola pittoricax provocate sia da congiunti fenomeni di degrado che ad azioni di tipo antropico come graffi, scalfitture ed incisioni.
In modo particolare le decorazioni parietali del vano scala, di pregevole fattura, risultano interessate da schizzi di materiale che, vistosamente alterato, si presenta untuoso al tatto. Sulla decorazione basamentale delle pareti del vano scala sono visibili molte rappezzature e ridipinture eseguite per sopperire alla caduta dell’intonaco laddove l’umidità di risalita ha provocato la perdita di adesione e coesione tra i singoli strati. Le decorazioni delle volte si presentano nell’insieme ben conservate, interessate in maniera diffusa da crettature e fessurazioni e in maniera più circoscritta da lesioni più preoccupanti, che dai punti angolari delle volte si sviluppano in continuità anche lungo le pareti. La volta dello scalone di rappresentanza è interessata nella parte centrale da fenomeni sovrapposti di decoesione e disgregazione della pellicola pittorica dovuti ad infiltrazioni di acqua provenienti dal piano superiore che hanno provocato la formazione superficiale di sali solubili e di conseguenza il distacco del film pittorico vistosamente esfoliato. L intera superficie si presenta, infine, ricoperta da depositi incoerenti (polveri) costituiti principalmente da fuliggine, depositi carboniosi e, in generale, polveri grasse untuose, sedimentate in debole spessore anche in forma di velo opacizzante.

Fig. 13. Rilievo con mappatura grafica degli apparati decorativi delle volte del piano terreno e del vano scala. 

Anche le volte del piano terreno (fig.13) e del piano nobile sono state oggetto di analisi approfondita e di apposito censimento (tramite schedatura) al fine di valutare l’effettivo livello conservativo di ogni apparato decorativo. Dallo studio condotta è emerso come il diverso stato di conservazione sia spesso imputabile alla destinazione d uso assunta negli anni dai diversi ambienti, specie quelli destinati a cucina dove le decorazioni si presentano ricoperte da uno strato spesso di particellato scuro dovuto ai movimenti ascensionali e discensionali delle polveri e dei fumi dell’impianto di riscaldamento e di cottura.
L azione combinata di diversi fattori come l’infiltrazione di acqua proveniente dai locali superiori (a causa delle citate problematiche legate al sistema tetto), il malfunzionamento degli infissi e dei sistemi di convogliamento delle acque meteoriche sono alla base dei principali fenomeni di degrado rintracciati sulle decorazioni di alcune volte che presentano un film pittorico decoeso, in fase di stacco e in taluni punti perduto irrimediabilmente a causa del collasso parziale dell’intero strato di intonaco. Il discorso non vale naturalmente per tutte le volte alcune delle quali, pur mostrando fenomeni circoscritti di esfoliazione e distacco del film pittorico, si presentano nell’insieme ancora ben conservate sia dal punto di vista formale che cromatico. L insieme dei dati e delle informazioni raccolti si è reso utile ai fini della definizione del progetto di restauro che prevede in via preliminare la messa in sicurezza della copertura e della scatola muraria che si presenta già notevolmente indebolita a causa dell’incuria generale cui è stata lasciato per anni l’edificio. Il comportamento statico della fabbrica, così come si presenta nello stato di fatto rilevato, è assai precario, poiché l’organismo strutturale è in realtà costituito da una serie di elementi monodimensionali scollegati tra loro che hanno ridotto le caratteristiche di spazialità e di elevata iperstaticità proprie di costruzione in muratura di questo tipo. L intervento sulle strutture di fondazione, sulle pareti murarie, sulle volte fino al tetto richiederà la preliminare messa in sicurezza di tutti gli apparati decorativi pittorici e plastici sia interni che esterni che solo successivamente potranno essere oggetto di accurato restauro.
Il recupero di Palazzo Migliazzi, frutto di una campagna di indagini durata circa un anno e per certi aspetti ancora in itinere, si prefigge anzitutto la riqualificazione edilizia di questo manufatto storico in chiave commerciale (sede legale del Gruppo SPF) e residenziale (ultimo piano) cercando di adeguare questo contenitore alle nuove esigenze del vivere bene.

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