Storia del Mobile

Stile Impero: il quadro storico

La luminosa traiettoria, segnata dalla meteora napoleonica, dura circa un ventennio, include nel suo breve arco i periodi del Direttorio e del Consolato, prima di giungere alla proclamazione dell’Impero.

Mentre lo stile Luigi XVI si è ispirato alla Grecia e il Direttorio si era rivolto ai motivi più lievi dell’antichità romana, lo stile Impero si rifà direttamente alla Roma degli imperatori.

Il Direttorio (1795 – 1804)

Lo stile Direttorio, che può essere posto all’incirca negli anni 1795-90 ed il 1804, trae le sue origini dalla passione per l’antichità promossa dai famosi scavi di Ercolano e Pompei e dagli scritti di Winckelmann ed altri.

In questa evoluzione si insinua lo stile “Retour Egypte” che prende origine dalla spedizione napoleonica in Egitto (1795-1799) di cui si è accennato.

Più che uno stile vero e proprio, assolve il compito di arricchire di nuovo gusto esotico il repertorio classico con elementi decorativi e con temi desunti dall’arte egizia: sfingi, cariatidi, teste e figure di egiziani inguainate a piedi nudi, palmette, tripodi, rosette ecc…

Lo stile Direttorio mantiene il carattere di una certa eleganza di linea e proporzioni, scevro di eccessive pesantezze, limitato nella ricchezza decorativa a pochi e piuttosto rigidi elementi, mentre più tardi lo stile Impero vero e proprio volse decisamente al monumentale, all’aulico, ad una imponenza di austera severità

L’ Impero (1804- 1815)

Napoleone I, che diede allo stile nome e qualifica, orientò decisamente e fortemente una formula d arte che già esisteva e di cui si servì come base per i suoi grandiosi disegni rivolti a creare una nuova e fastosa regalità che esaltasse le sue gesta e la sua persona.

Lo stile Impero si sviluppa in Francia come massima espressione del gusto Neoclassico. Al seguito degli eserciti imperiali esso si diffonde in buona parte d Europa, presentando un estrema unità di temi, nonostante l’estesa ed eterogenea area di produzione.

Tutte le arti alle quali il Condottiero rivolse le sue più attente cure divennero, nelle sue mani, strumenti di quella politica che egli adottava con intendimenti di personale glorificazione e del suo imperioso desiderio di esternare nel tempo le proprie imprese e la sua grandezza.

La Vita a Corte

Nell’intento di fare rivivere il fasto delle passate corti, il protocollo imperiale impose, a donne e gentiluomini, la maggior ricchezza nell’abbigliamento, nelle dimore ed un tenore di vita tra i più lussuosi.

Egli fece moltissimo per incrementare le attività  artistiche e fu molto più che un semplice protettore e mecenate: considerava il lusso come un complemento necessario di un economia  prospera.

Insieme a Giuseppina visitò i laboratori dei più importanti ebanisti e stipettai, molti dei quali furono anche invitati a pranzo di corte.

Napoleone si preoccupava di assicurare il prestigio dei laboratori statali e di garantire la qualità della loro produzione ed ebbe un interesse grandissimo, fino a rasentare la pignoleria per l’arredamento dei suoi appartamenti e palazzi.

Napoleone e l’Arte

Bonaparte capiva l’importanza economica e il prestigio che poteva derivare dal possesso delle opere d arte.

Così i  piccoli stati dell’Italia settentrionale e centrale che furono conquistati, dovettero sottostare oltre che  alle pesanti contribuzioni in denaro, anche  alla forzata cessione di opere d arte prelevate dai musei e di preziosi manoscritti dalle loro biblioteche, che presero la via di Parigi a testimonianza dei successi del grande condottiero.

Consapevole, appunto dell’importanza dell’arte, volle creare uno stile aulico e celebrativo della sua potenza, uno stile ricco, fuori le regole che ricollegasse subito la sua ricchezza con quella della sua persona di  grande imperatore.

La campagna in Egitto e La Stele di Rosetta

Numerose furono le battaglie condotte da Napoleone contro i paesi stranieri. In particolare la spedizione dei francesi in Africa, pur riportando una schiacciante sconfitta, fu molto importante per la scoperta della civiltà egizia. Bonaparte era accompagnato infatti da un piccolo esercito di studiosi e archeologi le cui fortunate ricerche ebbero il merito di riportare alla luce alcuni segreti dell’antichissimo Egitto.

La scoperta di una stele trilingue (stele di Rosetta), nella quale era riprodotto lo stesso testo in egizio-geroglifico, egizio-demotico (cioè popolare) e greco, permise allo Champollion di decifrare per la prima volta la scrittura geroglifica. Questa scoperta ebbe un grande eco in tutta Europa colta e da questo momento ebbe inizio l’egittologia.

L’ Impero in Italia

La mobilia italiana del primo Ottocento presenta uno sviluppo stilistico che corre, per così dire, lungo due binari paralleli. Il primo riecheggia direttamente il gusto Impero imposto da Parigi; il secondo, più originale anche se non sempre di altissimo livello, elabora i modelli francesi secondo le tradizioni locali.

Nel nostro Paese lo stile Impero resistette più a lungo nei palazzi, forse perchè tanti stati italiani erano diventati per un po proprietà dei membri della famiglia Bonaparte. Tutti e cinque i fratelli e le sorelle di Napoleone, in un periodo o in un altro, governarono parti della penisola e lo stesso dicasi del figliastro dell’Imperatore.

Essi arredarono, secondo lo stile francese, gli interni dei loro palazzi, utilizzando mobilio francese. I falegnami e gli ebanisti locali, prendevano quest’ultimi a modello per i loro manufatti. Quando poi i palazzi ritornarono nelle mani dei precedenti occupanti il loro arredamento era a tal punto più attraente di quello preesistente, che venne conservato e lo stile francese continuò ad essere imitato.

Dai primi dell’Ottocento si pervenne anche in Italia ad una pratica più accurata di costruzione del mobile così che, diversamente che in passato, l’interno e le parti non a vista del mobile di qualche importanza presentano, come negli esempi inglesi e francesi , una rifinitura impeccabile.

Le botteghe tradizionali assumono in questo periodo nuove istanze e nuove ambizioni.

Gli artigiani cercano, diversamente che in passato, di lasciar memoria di sé,  sono assistiti nel loro lavoro da disegnatori, e professori d ornato delle accademie da poco istituite; pubblicano raccolte di disegni e di modelli seguendo modelli d oltralpe, mentre all’avanzata sociale della borghesia corrisponde una maggior richiesta di mobilio raffinato, così le imprese artigianali si adeguano trasformando tecniche e attrezzature per dare l’avvio ad un assetto di tipo industriale.

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