Iconografia

Storia dell Icona

L’ immagine nel giudaismo

Per un giudeo era proibito rappresentare l’immagine di Dio, per questo motivo l’atteggiamento nei confronti dell’iconografia era negativo, solo le icone che presentavano soggetti non divini erano accettate.
La proibizione aveva lo scopo di evitare l’adorazione delle immagini invece che di Dio.
Per esempio la natura umana e la creazione esprimono entrambe una realtà falsa: con il peccato di Adamo si è interrotta la relazione con il Creatore, l’immagine diventa quindi un idolo.
Il rifiuto di tutte le immagini è avvenuto al tempo dei Maccabei: nei templi e nei sepolcri veniva utilizzata la pura ornamentazione.
Questa scelta aveva anche un carattere politico: serviva a difendersi dall’influenza romana. I romani, per questo motivo, si adattarono ai divieti giudaici e facero delle concessioni tra le quali lo spostamento delle legioni attorno alla città poichè esse portavano l’immagine dell’imperatore sui loro vessilli.

L’ immagine presso i greci

In Grecia l’immagine era misteriosa e anche magica.
Alcune credenze popolari raccontavano che chi osava osservare l’immagine degli dei veniva colpito da cecità o da follia. Credevano anche che molte statue, come quella di Atena, fossero scese dal cielo; per questo venivano adorate con riti di abluzione e di unzione. I filosofi vedevano in questo tipo di adorazione un pericolo per la spiritualità degli uomini, ma venivano ascoltati solamente da uomini colti, poiché il popolo, non in grado di capire questo pensiero, affondava nella superstizione.
Secondo il filosofo Platone, il popolo aveva bisogno di rappresentare, mediante immagini, il divino, mentre i colti partecipavano al culto unicamente per ottenere favori dagli dei e per instaurare un clima armonico con gli altri uomini.
Anche nell’arte cristiana gli influssi e l’ispirazione alle arti antiche avevano portato una nuova visione del mondo e della vita attraverso le immagini iconografiche.
La Chiesa dei primi secoli, chiamata “Chiesa primitiva”, non aveva immagini; è sotto l’influenza greca che si sviluppò una religiosità che rimase sempre dipendente dall’uso delle immagini. Inoltre nell’Oriente ellenistico, i ritratti dei sovrani erano diventati l’oggetto di adorazione che darà origine al culto degli imperatori romani. Nel mondo romano l’immagine aveva anche una funzione giuridica: in alcune circostanze l’immagine dell’imperatore diviene un sostituto giuridico, per esempio se nel tribunale era presente il ritratto, il giudice decideva sovranamente come il Cesare in persona.

In una recente ricerca, André Grabar illustra come i primi cristiani hanno assimilato l’iconografia pagana del tempo. L arte cristiana riceve stimoli dal rituale di corte: agli imperatori sui troni equivalgono Cristo o la Vergine; all’ingresso del sovrano, l’ingresso in Gerusalemme di Cristo. L iconografia pagana, quindi, viene utilizza come matrice per l’iconografia cristiana.

I primi cristiani e l’ immagine

La Chiesa primitiva si trovò in opposizione con il mondo pagano, proprio per l’importanza che i pagani attribuivano all’immagine. Così lo scontro tra fede e potere politico divinizzato sfociò nel rifiuto di rendere il culto divino all’imperatore.
Proprio davanti all’immagine imperiale furono condannati i primi martiri.
Un altro importante aspetto del rifiuto dell’arte religiosa tra i primi cristiani è da trovarsi nella costituzione delle comunità. Infatti queste erano molto piccole, non avevano quindi bisogno di grandi edifici per celebrare il culto ed erano costituite da persone povere, non in grado di permettersi l’opera di artisti pagani. Terulliano sosteneva che i colpevoli erano gli artisti se le folle si inchinavano davanti alle loro opere. Da ciò si può dedurre che la concezione pagana dell’immagine era troppo di versa da quella cristiana per essere definita espressione di fede.

L’ arte delle catacombe

L’ arte delle catacombe appare in un periodo nel quale le arti subiscono un forte cambiamento. Subentra un espressionismo che cerca di evocare l’interiorità e spiritualità dell’uomo, per questo motivo l’arte non è più monumentale ma viene realizzata in piccoli ambienti, come per esempio case private o le catacombe.
I cristiani decidono di adottare i simboli pagani attribuendo però un loro significato più profondo: per esempio le stagioni, che per i pagani erano il segno della vita e della morte, per i cristiani rappresentava la risurrezione. Essi conducono i fedeli ad una conoscenza del cristinesimo più profonda.
I cristiani impiegarono simboli del loro tempo, quando poi questi mancarono, ne crearono di nuovi: la moltiplicazione dei pani rappresentava il banchetto eucaristico; la vigna, mistero della vita di Dio nei battezzati e il simbolo del pesce, il più importante, che per i giudei era simbolo di nutrimento messianico, con un acrostico, diviene simbolo di Cristo il cui significato è Gesù-Cristo-Figlio di Dio-Salvatore.
Un fatto molto sorprendente è la scoperta di un unità di stili e di soggetti: ciò significa che la fede della Chiesa rimaneva una grazie ai molteplici contatti tra le chiese locali. Le immagini erano eseguite semplicemente: una gamma ristretta di colori, poca luce e grande sobrietà. Le rappresentazioni di volti  nelle catacombe non rendono i soggetti venerabili poichè non sono rappresentazioni del Cristo o della Vergine.

L’ arte della chiesa Costantiniana

Dal 1059 l’arte diviene riflesso dell’onnipotenza divina e gli artisti realizzano opere unicamente per la gloria della nuova fede. Cristo, prima rappresentato come un filosofo, ora diventa un giovane eroe dai lineamenti dolci che siede in trono attorniato da apostoli e santi in attesa di ricevere la legge di Dio.
La città di Constantinopoli assume un importanza, non solo economica e politica, ma anche per l’arte. In questa città si fondono tutte le influenze del mondo antico per creare un linguaggio artistico che esprime la pienezza della fede e che unifica le diversità delle culture. L influenza del mondo orientale è molto evidente, basti pensare alle figure femminili, rappresentate con un velo che copre i capelli e scende fino alle ginocchia.
Nel corso dei secoli l’arte sacra diviene l’espressione della verità della fede. L arte bizantina non si differenzia dall’arte dell’Occidente: entrambe formano la grande rivelazione cristiana. E importante ricordare un fatto legato alla Conversione di Costantino: prima della battaglia di Ponte Milvio, Costantino vide una croce fiammeggiante con le parole: ” con questo segno vincerai”.Gli apparve in sogno Cristo che gli comandò di apporre l’immagine vista in cielo sullo stendardo che precedeva i soldati nella battaglia. Questo “Labaro” lo condusse alla vittoria.
Da questo momento in poi troviamo l’immagine di Cristo e dell’Imperatore rappresentati su medaglie. Questa immagine diventa simbolo di protezione  e di vittoria sul nemico che rappresenta il male.

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