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Trunere

Le trunere sono una tipologia particolare di costruzione abitativa e produttiva, ad uso prevalentemente rurale, costruita in terra battuta generalmente senza l’aggiunta di altri materiali o leganti. 

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Le trunere sono una tipologia particolare di costruzione abitativa e produttiva, ad uso prevalentemente rurale, costruita in terra battuta generalmente senza l’aggiunta di altri materiali o leganti.

La tecnica tradizionale è basata su un impasto di terra e acqua che viene pressato in modo da permettere la fuoriuscita dell’acqua in eccesso e successivamente viene versato in cassoni di grandi dimensioni. Man mano che si procede nella costruzione dell’edificio, i cassoni vengono spostati verso l’alto sfasando i giunti in questo modo si avanza innalzando dapprima i muri, poi le volte interne e infine la copertura. Si tratta di costruzioni a forma generalmente rettangolare: l’abitazione esposta a sud e i depositi e magazzini situati nella parte a nord della cascina.

 

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fig.2

  

[… omissis …] L intenzione di promuovere e sostenere l’edificazione in terra cruda, quale strumento di sviluppo sostenibile dell’ambiente e di risparmio energetico, oltre che di miglioramento della salubrità degli edifici e di salvaguardia dei modi di vita tradizionali, è sostenuta anche dal Piemonte attraverso l’emanazione di alcune leggi regionali che hanno concentrato l’interesse sul recupero delle tecniche costruttive e promosso l’istituzione del Distretto delle Trunere .

Fig. 3 : Palazzo Migliazzi: veduta d insieme del prospetto principale su via Villanova

[… omissis …] Su questi presupposti e nel pieno rispetto della valenza artistico-architettonica ma anche demoetnoantropologica si è mosso l’intervento di restauro di Palazzo Migliazzi (già Polastri) a Frugarolo (Al), avviato nella primavera del 2007 ed attualmente in itinere , che ha richiesto particolare attenzione da parte di coloro che, a vario titolo, sono entrati in diretto contatto con questa importante struttura (figg. 3-4).

  

Fig. 4 : Palazzo Migliazzi: veduta d insieme del prospetto secondario sul giardino interno

La ricostruzione delle principali vicissitudini storiche di questo edificio ha permesso di documentare una prima edificazione di fine Settecento con grossi interventi ottocenteschi, che caratterizzano buona parte dell’immagine odierna, e novecenteschi riconducibili ad adeguamenti per scopi abitativi che certamente hanno contribuito ad alterare la configurazione originaria . Dal punto di vista tecnologico, la struttura verticale portante è costituita da muratura parte in laterizio e parte in terra cruda: il piano interrato è in mattoni, il piano terreno alterna i mattoni alla terra cruda; il piano nobile è interamente in terra cruda mentre il secondo piano è in mattoni crudi e terra cruda.

Le decorazioni pittoriche interne (fig. 5), realizzate direttamente su terra, appartengono alla fase ottocentesca che, con buona probabilità, caratterizzava anche le facciate esterne, come è emerso dai lacerti di intonaco liscio rinvenuti sotto l’intonaco novecentesco.
Ai fini del presente studio estremamente interessante si è rivelato l’intervento di consolidamento dei sistemi voltati interni, di pregevole fattura, che ha evidenziato da subito la necessità di fare ricorso a sistemi integrati, anche in ragione della specificità tecnologica della costruzione .

 Fig. 5: Palazzo Migliazzi: particolare delle decorazione dello scalone di rappresentanza, realizzate direttamente sulla terra cruda

Dopo i primi interventi di messa in sicurezza, si è proceduto al consolidamento vero e proprio delle volte del piano terreno e del piano nobile che, in fase progettuale, si era ipotizzato di effettuare mediante l’utilizzo dei materiali compositi a base di fibre di carbonio, da diversi anni impiegati con buoni risultati nel campo del restauro.
La presenza, riscontrata soltanto dopo la rimozione delle vecchie pavimentazioni, di volte da 6 cm con nervature rialzate di 12 cm, ha sottolineato le difficoltà di un consolidamento con le fibre che, dovendosi localizzare in corrispondenza delle nervature, avrebbe comportato il rinforzo di parti di per sé già sicure (fig.6-7) .

Fig. 6: Palazzo Migliazzi: veduta d insieme del sistema voltato

Fig. 7: Palazzo Migliazzi: veduta d insieme del sistema voltato

La necessità di ripristinare la continuità delle volte all’intradosso, diffusamente interessate da lesioni ricollegabili a piccoli movimenti delle imposte e a fenomeni di rotazione e cedimento strutturale delle pareti, ha motivato l’adozione di consolidamenti alternativi che, pur tenendo conto delle procedure dominanti, valutassero anzitutto la presenza della terra cruda come componente costruttivo fondamentale.
Si è quindi ricorsi all’uso di miscele leganti fibro-rinforzate a base di calce idraulica naturale, in grado di consentire l’intervento di consolidamento senza alterare in alcun modo l’aspetto originario della struttura.
Dopo avere provveduto al completo svuotamento della parte superiore delle volte da detriti o materiali non solidali e alla successiva rimozione di polveri, si è valutato l’effettivo stato di conservazione dei frenelli di controventatura delle reni, conservando quelli che non palesavano problemi strutturali e sostituendo quelli ammalorati con nuovi, derivati dal riutilizzo di mattoni ancora in buono stato, nel rispetto della logica costruttiva .
Terminata questa serie di operazioni preliminari, è stata eseguita una seconda pulizia delle volte, monitorando l’effettivo quadro fessurativo del sistema voltato, sia all’estradosso che all’intradosso, attraverso la segnalizzazione delle lesioni più preoccupanti ed anche di quelle di minore entità, comunque bisognose di intervento. In corrispondenza delle lesioni sono stati posizionati cunei in ferro a chiusura delle fessure esistenti, all’interno delle quali sono state successivamente inserite, per colatura, miscele leganti di prodotto specifico .
La miscela iniettata, a base di calce idraulica naturale, possedeva caratteristiche di buona fluidità, buona stabilità, basso calore di reazione, minimo ritiro e buona compatibilità con la malta originaria. A questo punto, dopo avere provveduto al consolidamento di tutte le lesioni visibili, è stata eseguita la sigillatura con malta di calce, al fine di evitare risorgenza di miscela.
Il passo successivo è stato quello di procedere al posizionamento di una rete in ferro elettrosaldata adagiata alla superficie voltata, in grado di collaborare con la struttura portante, sulla quale è stato successivamente gettato betoncino leggero fibrorinforzato per rinforzi strutturali mediante accoppiamento con reti metalliche elettrosaldate . Il prodotto impiegato, sempre a base di calce, è stato applicato su tutta la superficie voltata ed essendo caratterizzato da un elevata adesione ha favorito un ottimo aggrappaggio.
L intervento ha interessato anche le reni delle volte, consolidate in due step: prima con l’inserimento di betoncino fibrorinforzato e in seguito (e per un altezza finale di 25-30 centimetri) con betoncino pronto a base di calce idraulica naturale, avente funzione di “collaboratore statico”. Sulle volte con superficie ridotta, che si presentavano gravemente lesionate, il prodotto è stato gettato fino all’estradosso.
Il consolidamento delle volte interne, attualmente concluso, è stato affrontato come un delicato esercizio di equilibrio tra la necessità di conservare la struttura come “testimonianza” e l’esigenza di renderla fruibile, cercando di conciliare il dovere della permanenza al bisogno della manutenzione.
 

L articolo integrale  pubblicato da:  impressioni grafiche

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