Arte & Artigianato

La scagliola: storia tecnica e restauro


Gli Artisti

La scuola carpigiana segue due filoni stilistici, nati da due allievi del Fassi: ANNIBALE GRIFFONI (1619-1679) e GIOVANNI GAVIGNANI (1615/1632-1680).

Griffoni è il più legato ai caratteri locale dell’arte, sebbene abbia lavorato anche fuori dai confini di Carpi e Modena; dalla sua scuola escono il figlio GASPARE GRIFFONI (1640-1698), GIOVANNI LEONI (1639-1710), GIOVANNI POZZUOLI (1646-1734), GIOVANNI MASSA (1659-1741).

Gavignani è artista di estrema perfezione formale, nella ripresa dei disegni rinascimentali in un severo bicromatismo; sono suoi discepoli SIMONE SETTI (notizie tra il 1659 e il 1688) e GIOVAN MARCO BARZELLI (1637-1693).

 

 GASPARE GRIFFONI - Paliotto d altare, Chiesa parrocchiale di Limidi.  Foto 7:  GASPARE GRIFFONI
Paliotto d altare, Chiesa parrocchiale di Limidi.
Presenta una particolarità: il piano dell’altare è frutto di un riuso, è stato ricavato tagliando un paliotto appartenuto ad un altro altare, probabilmente destinato ad essere demolito.
 

 

 

 

Foto 8: ANNIBALE GRIFFONI, piano per tavolino in scagliola bicroma. (L’attribuzione non è certa)  ANNIBALE GRIFFONI, piano per tavolino in scagliola bicroma.

 

 

 

 Paliotto d altare, Oratorio di S. Francesco Saverio, Rolo Foto 9: Paliotto d altare, Oratorio di S. Francesco Saverio, Rolo
E uno dei più antichi manufatti usciti dalla scuola carpigiana. Disegno geometrico ad imitazione di tarsie marmoree e inserti in bianco- nero dalla linea semplice sono caratteristici dei Griffoni.

 

 

 

Giovanni Leoni
A questo artista dobbiamo la diffusione della tecnica della scagliola ad intarsio nel cremonese e a Milano.
Delle opere della scuola carpigiana ci rimangono soprattutto quelle di destinazione ecclesiale; non è così per il Leoni del quale abbiamo alcuni esemplari notevolissimi di arredi di destinazione laica. La sua eccelsa imitazione dei piani di tavolo a commesso di pietre dure ha segnato una punta altissima nella storia di quest’arte, pur andando a discapito dell’autonomia che a fatica si è andata conquistando.

 

 

  Foto 10: Una coppia di stipi di attribuzione certa, firmati e datati “Gio. Leone F. 1680-81”, decorati a scagliola policroma, in eccezionale stato di conservazione.
Dimensioni: 129 X 145 X 39 cm., sono conservati al castello di Konopiste (Cecoslovacchia), provenienti dal palazzo ducale di Mantova.
A Konopiste si conserva una buona parte dei beni appartenuti agli Estensi.
  Foto 11: Coppia di piani di tavolo, conservata nella rocca di Fontanellato (Parma), 1680-1690.
Negli ovali sono rappresentate due scene delle fatiche di Ercole.
 Piani per una coppia di console inizi del XVIII secolo.

Foto 12: Piani per una coppia di console inizi del XVIII secolo. 
Mentre nel primo il decoro è di gusto naturalistico (paesaggio al centro e cestini di fiori ai lati) nel secondo c è un motivo a trompe l’oeil con carte da gioco e portafiches; sono proprio i tavolini da gioco ad accogliere la maggior parte dei piani in scagliola e ad interessare i viaggiatori soprattutto inglesi al tempo del “grand tour”.

 

 

POZZUOLI e MASSA sono gli autori dell’altare maggiore di S.Ignazio a Carpi, nel 1696.
Quest’opera è significativa per la ricerca naturalistica e l’effetto pittorico tipici della cultura carpigiana, particolarmente sviluppata da questi due artisti.

 

 

 GAVIGNANI, è l'autore di questo quadretto,  La chiesa di S.Niccolò a Carpi ospita due paliotti di raffinata lavorazione,
Foto 13: GAVIGNANI, capostipite del filone stilistico più rigoroso, più “compassatamente rinascimentale”, è l’autore di questo quadretto, capolavoro e manifesto dell’autonomia della tecnica della scagliola, libera dal ruolo di “marmo povero”.  Foto 14: La chiesa di S.Niccolò a Carpi ospita due paliotti di raffinata lavorazione, con un virtuosismo nel disegno, classicheggiante, che solo Gavignani ha posseduto.

 

  paliotto dell'altare maggiore

 Foto 15: paliotto dell’altare maggiore

 

  paliotto di S.Antonio (1666)

Foto 16:paliotto di S.Antonio (1666)

 

SIMONE SETTI, lavora esclusivamente in bianco e nero; di lui ci rimane un vasto repertorio di piani di tavolo; nota comune di tutti è l’armonica impostazione classica, “disturbata” solo talvolta dalla ricchezza decorativa barocca.

 Piano di tavolo in bicromia, con allegorie attorno al carro del sole. (1668)

 Foto 17: Piano di tavolo in bicromia, con allegorie attorno al carro del sole. (1668)

 

 Piano di tavolino ottagonale, presenta un raffinato chiaroscuro ottenuto con leggere incisioni. E datato 1659.

Foto 18: Piano di tavolino ottagonale, presenta un raffinato chiaroscuro ottenuto con leggere incisioni. E datato 1659.

 

Foto  19:La tecnica della scagliola poilicroma ad intarsio si spinge, alla fine del XVII secolo, a decorare oggetti particolari come questo orologio in legno ebanizzato.
Dopo un lungo periodo di crisi, in cui la scagliola è relegata a procedimento artigianale, si incontra un breve periodo di rinascita nell’ottocento, in cui la tecnica viene legata molto alle tecniche di stampa monocroma.
 La tecnica della scagliola poilicroma ad intarsio si spinge, alla fine del XVII secolo, a decorare oggetti particolari come questo orologio in legno ebanizzato.

 

 Qui sopra lo stemma di Carpi, realizzato da Stefano Diacci nel 1889.  Riporto, come auspicio di rinascita di quest'arte, un opera di un contemporaneo, Stefano Grasselli, realizzata nel 1995
Foto 21: Qui sopra lo stemma di Carpi, realizzato da Stefano Diacci nel 1889. Foto 22: Riporto, come auspicio di rinascita di quest’arte, un opera di un contemporaneo, Stefano Grasselli, realizzata nel 1995.

 

 

 

Foto 23: Qust’ altra è opera di un altro contemporaneo, Glauco Nironi, ovviamente…Carpigiano    

  

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