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Palazzo Migliazzi e Colonna: Il cantiere

Continuano i lavori di messa in sicurezza e consolidamento di Palazzo Migliazzi, meglio conosciuto a Frugarolo come Palazzo Colonna, situato in via Villanova 5.
Il prezioso immobile, vincolato ai sensi del D.Lgs. 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), diventerà la nuova sede legale ed operativa del gruppo

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Il Cantiere

Continuano i lavori di messa in sicurezza e consolidamento di Palazzo Migliazzi, meglio conosciuto a Frugarolo come Palazzo Colonna, situato in via Villanova 5.
Il prezioso immobile, vincolato ai sensi del D.Lgs. 42/2004 Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), diventerà la nuova sede legale ed operativa del gruppo SPF Costruzioni, una realtà ormai importante nel settore alessandrino delle costruzioni.

 

Dopo i sopralluoghi di rito effettuati nel cantiere prima dal funzionario di zona della Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio del Piemonte, arch. Silvia Gazzola e, successivamente, dal funzionario della consorella Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico, dott. Giovanni Donato, sono state avviate tutte le operazioni necessarie dal punto di vista strutturale per riportare in sicurezza l’edificio.

Proprio durante questi primi interventi, diretti per la parte artistico-architettonica dall’architetto Antonella B. Caldini e per la parte strutturale dall’ing. Massimo Devecchi, è stato possibile conoscere in maniera più approfondita questo importante edificio, realizzato per buona parte in mattoni e terra cruda come la maggior parte delle tipologie edilizie presenti sul territorio alessandrino, caratterizzato, specie nell’edilizia minore, dalla realizzazione delle cosiddette “trunere” ossia le “case di terra”.

La rimozione delle pavimentazioni interne, posteriori e prive di ogni pregio artistico, ha permesso di scoprire le tessiture originarie dei sistemi voltati, l’utilizzo della terra come materiale di costruzione e l’impiego del legno (in sezioni considerevoli) molto spesso posto in opera con la funzione strutturale di tirante.
Proprio la rimozione delle pavimentazioni ha dato modo di avvertire i principali cedimenti strutturali che, dopo essere stati debitamente monitorati, palesando movimenti ancora in atto, hanno richiesto interventi urgenti di messa in sicurezza mediante la posa in opera di tiranti lasciati correre lungo la massa muraria al fine di saldare i quattro lati dell’edificio.

Questa operazione ha richiesto particolare cura dal momento che l’edificio è impreziosito sia internamente che esternamente da apparati decorativi plastici e pittorici, che sono stati adeguatamente protetti.

Parallelamente è stata condotta una campagna di messa in sicurezza degli elementi plastici di facciata, attraverso la sigillatura delle zone in fase di caduta. L analisi ravvicinata degli elementi plastici ha permesso di constatare che questi sono stati posta in opera già formati (il discorso riguarda sia le cornici che gli elementi figurativi) e che in alcune zone lacunose sono visibili le originarie armature in ferro.

Queste prime operazioni sono state affidate all’impresa di restauro Gazzana Restauri S.r.l. di Acqui Terme, affidataria delle lavorazioni specialistiche OS2, cui spetterà il compito di recuperare tutti gli apparati decorativi pittorici e plastici, sia interni che esterni.

Sempre in questa fase è stata condotta un accurata campagna stratigrafica per l’individuazione degli strati di intonaco originari e delle rispettive coloriture e successivamente, e su esplicita richiesta dell’Ente vigilante, sono stati prelevati cinque campioni di intonaco, coloritura, stucco e terra da sottoporre ad analisi di laboratorio, al fine di determinare la componente materica originaria.

 

Le analisi chimiche, che sono state affidate al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università degli Studi di Genova, – Prof. Enrico Pedemonte e dott.sa Silvia Vicini – permetteranno attraverso indagini al SEM-EDS di determinare la componente inorganica dei campioni prelevati.
L interesse maturato nei confronti dell’edificio, che racchiude in sé specificità tecniche legate alla componente tecnologica originaria e alla ricchezza artistico-architettonica degli apparati decorativi, ha richiesto la documentazione per singoli passi dell’intervento, attraverso la pubblicazione periodica su riviste di settore del restauro in corso.
Sul prossimo n. 44 del Trimestrale dei Beni Culturali “Progetto Restauro” – edizioni il Prato, sarà pubblicata tutta la campagna diagnostica condotta sull’edificio.

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