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Chiesa di San Rocco

La chiesetta campestre dedicata a San Rocco a Felizzano, nell’alessandrino, faceva originariamente parte di un complesso di edifici che davano accoglienza agli ammalati di peste, una sorta di lazzaretto collocato in un luogo appartato fuori dal paese.
Secondo le fonti documentarie, il primo corpo di fabbrica doveva essere decisamente più piccolo, di buona fattura e con il paramento murario a vista

Chiesa campestre di S.Rocco a Felizzano (Al)

Fonte: Antonella B. Caldini, La Chiesa campestre di San Rocco a Felizzano (Al). Analisi stilistica e diagnostica delle pitture murali absidali, «Progetto Restauro» Trimestrale per la Tutela dei Beni Culturali, n.49, 2009, pp.2-8

L’Architettura

La chiesetta campestre dedicata a San Rocco a Felizzano, nell’alessandrino, faceva originariamente parte di un complesso di edifici che davano accoglienza agli ammalati di peste, una sorta di lazzaretto collocato in un luogo appartato fuori dal paese.
Secondo le fonti documentarie, il primo corpo di fabbrica doveva essere decisamente più piccolo, di buona fattura e con il paramento murario a vista (Nota 1).

Nota 1. La particolare decorazione in cotto del cornicione avvicina la fabbrica a tipologie architettoniche analoghe presenti sul territorio e databili intorno ai primi del XIV secolo

  

Nel Cinquecento la chiesa viene riedificata nelle sembianze attuali ed abbellita con l’inserimento di un pregevole ciclo di affreschi.

Chiesa di s Rocco

Fig1: Planimetria della chiesa con rappresentazione della pavimentazione interna in cotto (di recente fattura).

 Dal punto di vista planimetrico l’edificio è scandito internamente in tre piccole navate (fig. 1), di cui quella centrale più larga rispetto alle due laterali ma della medesima lunghezza e coperta da un’ampia volta a botte, sorretta da archi a tutto sesto.

Le due navate laterali sono a loro volta scandite in due campate ed incorniciate da archi a tutto sesto che sostengono due volte a vela sulla sinistra (rispetto all’ingresso) e una volta vela e una a crociera sulla destra. Il prolungamento della navata centrale, segnato da uno scalino che sottolinea la presenza di un leggero dislivello interno, immette nella zona absidale, voltata a crociera e raccordata all’emiciclo a terminazione curvilinea.

 Dal punto di vista planimetrico l’edificio è scandito internamente in tre piccole navate (fig. 1), di cui quella centrale più larga rispetto alle due laterali ma della medesima lunghezza e coperta da un’ampia volta a botte, sorretta da archi a tutto sesto.

Le due navate laterali sono a loro volta scandite in due campate ed incorniciate da archi a tutto sesto che sostengono due volte a vela sulla sinistra (rispetto all’ingresso) e una volta vela e una a crociera sulla destra. Il prolungamento della navata centrale, segnato da uno scalino che sottolinea la presenza di un leggero dislivello interno, immette nella zona absidale, voltata a crociera e raccordata all’emiciclo a terminazione curvilinea.
L’abside conserva splendide pitture murali che occupano l’intera parete, estendendosi dal catino all’emiciclo (fig. 2).

La zona absidale è collegata lateralmente ad una piccola cella quadrangolare finestrata, che oggi assolve la funzione di sacrestia. Le pareti interne sono completamente intonacate, con alcuni elementi lasciati a vista durante gli ultimi interventi di ristrutturazione (come nel caso degli archi a tutto sesto della navata centrale, dei pilastri centrali polilobati e dei rispettivi capitelli, delle lesene di raccordo alle volte, dell’arco di trionfo di immissione alla zona absidale e di quello di controfacciata).

  

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Fig. 2: Veduta d’insieme delle pitture murali absidali.
 

La facciata principale è caratterizzata da spioventi ed è articolata da quattro lesene che scandiscono in esterno la ripartizione interna, attualmente è ricoperta da intonaco mentre tutti gli altri prospetti si presentano con il paramento murario laterizio a vista (fig. 3). Risale al 1774 la costruzione del campanile che oggi si presenta in buono stato di conservazione e con il paramento murario a vista leggermente sagramato (fig. 4) mentre è successiva la costruzione del Camposanto (1813) che, realizzato in aderenza alla chiesa, ha reso l’edificio fruibile solo parzialmente in quanto, sia l’abside che uno dei lati longitudinali, sono accessibili unicamente dal cimitero.

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Fig. 3: Veduta d’insieme della facciata principale.

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Fig. 4: Particolare del campanile della chiesa.

Oggi il piccolo edificio di Felizzano si presenta piuttosto degradato ed è proprio questo il motivo che ha spinto il Parroco, Don Claudio Pistarino, a promuoverne il restauro che interesserà sia il corpo di fabbrica che gli affreschi absidali (Nota 2

Nota 2. Il progetto di restauro, redatto dall’architetto Antonella B. Caldini, è già stato regolarmente autorizzato dagli enti di vigilanza  con ammissibilità a contributo dei singoli interventi. 

 

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