Tecniche decorative

Mobili antichi dorati: i segreti di bottega dei maestri doratori

I mobili antichi dorati divennero popolari durante il periodo Barocco. In Francia, i primi mobili dorati apparvero sotto il regno di Luigi XIV

Fonte: Parino – Mercato antiquariale

Storia della doratura

Focus: L’uso dell’oro come decorazione risale ai tempi antichi, con tecniche sviluppate da civiltà come i Greci, i Romani e gli Assiro-Babilonesi.

L’oro è sempre stato considerato il metallo più prezioso, un simbolo di ricchezza e prestigio sociale. La pratica della doratura ha radici antiche: fin dall’inizio della civiltà, l’oro è stato utilizzato come elemento decorativo per arricchire sculture, dipinti, mobili e oggetti vari.

Gli archeologi sostengono che l’abitudine di rivestire gli oggetti con un materiale inalterabile come l’oro rappresentava il desiderio di conservarli nel tempo e di renderli eterni.

Il “re dei metalli” era noto già nel Neolitico, come dimostrano i ritrovamenti di collane e piccole incisioni con tracce d’oro. La tecnica di fusione e saldatura dell’oro era già nota nelle antiche civiltà greche, tra il XXIX e il XX secolo a.C., e si era molto sviluppata anche in Oriente, in particolare tra gli Assiri e i Babilonesi.

Dai Romami al Medioevo

Gli antichi Romani utilizzavano tutte le tecniche di doratura, applicando l’oro su oggetti di legno, marmo, vetro, tessuto, cuoio e avorio.

Durante i secoli del cristianesimo, l’oro veniva impiegato nelle opere sacre per rappresentare la luce divina, una manifestazione visiva dell’invisibile: la sacralità di Dio. Per questo motivo, si utilizzava sempre l’oro puro, mai quello falso.

Fino al Medioevo, la produzione di oggetti dorati era riservata esclusivamente alle classi più abbienti, ma con il rinascimento economico e culturale del Rinascimento, anche l’alta borghesia iniziò a commissionare tali oggetti.

 Credenza francese in legno laccato con piano in marmo
Credenza francese in legno laccato con piano in marmo
Comò veneziano in legno laccato e dorato
Comò veneziano in legno laccato e dorato
La doratura nel Medioevo

Nel Medioevo, la doratura si affermò come un’arte autonoma: emerse una classe di artigiani specializzati esclusivamente in questa pratica, che tramandavano le loro complesse ricette attraverso trattati che divennero patrimonio culturale di monaci amanuensi, pittori e artigiani.

Le tecniche di doratura erano complesse e laboriose. In passato, i battilori estraeveno sottili lamine d’oro dalle monete fornite dai committenti, le martellavano tra due strati di cuoio fino a renderle estremamente sottili e maneggevoli, creando così la foglia d’oro da applicare su un supporto.

Il trattato più antico che descrive la doratura a foglia d’oro è il “Libro d’arte”, redatto nel XIV secolo dal pittore Cennino Cennini.

“Ora…ti voglio dimostrare a che modo dei adornare il muro con istagno dorato in bianco, e con oro fine. E nota, che sopra tutto fa con meno ariento (argento) che puoi, perché non dura e vien negro in muro o in legno; ma più tosto perde in muro.”

La doratura nel Cinquecento

Nel Cinquecento, nacquero corporazioni di doratori specializzati e si diffusero tecniche variegate, specifiche di ciascun artigiano.

Ogni maestro doratore possedeva formule dettagliate, annotate in ricettari custoditi e tramandati nelle botteghe. I miniatori, per esempio, impiegavano l’oro in conchiglia: polvere d’oro finemente macinata con resine naturali, conservata all’interno del guscio di un mollusco. Quest’oro veniva poi applicato con il pennello sui manoscritti, quasi come un colore ad acquerello.

Stili e periodi

Focus: La doratura dei mobili si è evoluta attraverso vari periodi storici, dal Rinascimento al Barocco, con influenze regionali in Italia

I mobili dorati in Europa

I mobili antichi dorati divennero popolari durante il periodo Barocco. In Francia, i primi mobili dorati apparvero sotto il regno di Luigi XIV e rimasero di moda fino alla fine del suo regno.

Nell’ Inghilterra, questa tendenza iniziò intorno al 1660 e perdurò per circa un secolo. In Italia, a partire dal Cinquecento, i mobili smisero di essere visti come meri oggetti funzionali e si arricchirono di forme sinuose e decorazioni, simboli del potere e della ricchezza familiare.

Influenzati dal gusto rinascimentale, i mobili vennero abbelliti con intagli e ornamenti, forme morbide e leggere, rilievi con temi bucolici e idilliaci, e intarsi di legni e materiali esotici importati dalle colonie, come tartaruga, avorio e madreperla. L’oro, elemento distintivo di questo stile, ne accentua la magnificenza e il lusso.

Console francese dorata con piano in marmo del XIX secolo –
Console francese dorata con piano in marmo del XIX secolo –
pecchiera italiana in legno dorato Luigi XV del XVIII secolo
pecchiera italiana in legno dorato Luigi XV del XVIII secolo
L’influenza del Barocco negli stili regionali

Il Barocco segnò l’epoca in cui gli stili regionali in Italia iniziarono a differenziarsi.
In Piemonte, esisteva una scuola specializzata che rilasciava la qualifica di ebanista o intagliatore solo dopo un rigoroso esame; di conseguenza, i mobili piemontesi sono noti per la loro eccellente qualità, superiore a quella delle altre regioni italiane.
Le principali caratteristiche decorative del periodo includono cineserie, lacche, inserti pittorici, e decorazioni in oro e metalli preziosi.
A Genova si realizzavano arredi di grande valore, con ornamenti e inserti lussuosi, spesso confondibili con quelli francesi o inglesi.
A Venezia, si producevano mobili di raffinata fattura, sebbene non sempre di qualità eccelsa.

L’intagliatore era noto per la sua abilità di improvvisare i disegni anziché seguire i progetti dell’architetto, conferendo così originalità al mobile con laccature e intagli sofisticati.

Verso la fine del Settecento, il gusto estetico si orienta verso il Neoclassicismo, e i mobili assumono forme più lineari e simmetriche. Le decorazioni adottano motivi classici, diventando più raffinate e mantenendo un’impronta francese, risultato dell’influenza politica di Napoleone.

I legni utilizzati includono mogano, noce, cipresso e ciliegio, impreziositi da applicazioni in bronzo dorato che raffigurano festoni, corone e simboli imperiali. L’oro e le dorature dominano gli arredi di questo stile, esprimendo un gusto per il potere e il lusso sfarzoso.

Nel XIX secolo, con l’ascesa della borghesia, inizia la produzione di mobili in serie.

Tecniche di doratura

Focus: Le tecniche principali includono la doratura a foglia d’oro, a guazzo e a missione, con metodi specifici per preparare e applicare l’oro.

Il Vasari nelle “Vite dei più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani” (1550) descrive i segreti di bottega dei maestri doratori:

“Fu bellissimo segreto ed investigazione sofistica il trovar modo che l’oro si battesse in fogli sì sottilmente, che per ogni migliaio di pezzi battuti, grandi un ottavo di braccio per ogni verso, bastasse, fra l’artificio e l’oro il valore di solo sei scudi […] Ma non fu punto meno ingegnosa cosa il trovar modo a poterlo talmente distendere sopra il gesso, che il legno od altro ascostovi sotto paresse tutto una massa d’oro.

Il che si fa in questa maniera: ingessasi il legno con gesso sottilissimo, impastato con la colla piú tosto dolce che cruda, e vi si dà sopra grosso piú mani, secondo che il legno è lavorato bene o male. Inoltre, con la chiara dello ovo schietta, sbattuta sottilmente con l’acqua dentrovi, si tempera il bolo armeno, macinato ad acqua sottilissimamente; e si fa il primo acquidoso o vogliamo dirlo liquido e chiaro e l’altro appresso piú corpulento.

Poi si dà con esso almanco tre volte sopra il lavoro, sino che e’ lo pigli per tutto bene. E bagnando di mano in mano con un pennello dove è dato il bolo, vi si mette su l’oro in foglia, il quale subito si appicca a quel molle. E quando egli è soppasso, non secco, si brunisce con una zanna di cane o di lupo, sinché e’ diventi lustrante e bello.”

Doratura a guazzo e a missione

Nel Medioevo e nel Rinascimento, i metodi di doratura più comuni erano “a guazzo” e “a missione“. Già nel XIV secolo, si preparava il supporto ligneo per la doratura applicando vari strati di gesso mescolato con colla di coniglio; successivamente, la superficie veniva levigata con carta vetrata fine fino a renderla perfettamente liscia.

Sopra questa preparazione di gesso, si applicava il bolo armeno, un’argilla rossa o gialla che forniva il colore di base per le dorature. Infine, si procedeva all’applicazione della foglia d’oro, utilizzando la tecnica a missione o a guazzo.

Specchiera italiana in legno dorato
Specchiera italiana in legno dorato

La foglia d’oro può essere autentica o imitazione. L’oro zecchino è utilizzato nella doratura a guazzo, mentre l’oro finto, ottenuto da leghe di metalli simili nell’aspetto all’oro, tende ad ossidarsi e deve essere protetto con vernici naturali o sintetiche.

La doratura a missione, che non richiede la base di bolo su superfici lisce e uniformi, si realizza fissando la foglia d’oro con un adesivo, detto missione. La doratura a guazzo, invece, offre risultati superiori: la foglia d’oro viene applicata con un pennello da doratore e poi lucidata con una punta d’agata per renderla brillante.

Con l’evoluzione delle tecniche di doratura, si sviluppò anche la contraffazione dell’oro: metalli meno nobili come argento, piombo e stagno venivano ricoperti di vernici naturali per imitarne il colore.

Manutenzione del mobili dorati

Focus: I mobili dorati richiedono cure specifiche per mantenere la loro lucentezza, come la pulizia con colla di pesce e l’uso di solventi per rimuovere sporco ostinato.

I mobili antichi generalmente non necessitano di cure speciali; sono pezzi robusti che richiedono solo di essere posti in ambienti né troppo asciutti né eccessivamente umidi per preservare l’elasticità naturale del legno. Devono essere tenuti lontani da fonti di calore diretto, puliti con un panno leggermente umido e lucidati con cera due volte all’anno.

Per gli inserti dorati, invece, sono necessarie precauzioni specifiche. È importante determinare la tecnica di doratura impiegata per selezionare il metodo di pulizia più appropriato e prevenire danni alla decorazione.

Se il mobile è in buone condizioni, basta una pulizia leggera per far risplendere la sua lucentezza: la tecnica consiste nel diluire colla di pesce in acqua calda e poi spennellare delicatamente il mobile con questa soluzione.

La colla conferisce all’acqua una consistenza gelatinosa che evita l’impregnazione del legno. Dopo aver rimosso la soluzione con cautela e senza sfregare, si sparge della segatura sulla superficie per assorbire l’umidità residua.

Quando lo sporco è particolarmente ostinato e incrostato, è richiesta una pulizia più intensiva. Questo metodo implica l’utilizzo di solventi, alcol e sverniciatori, che vanno applicati delicatamente sulla superficie con un batuffolo di cotone.

È importante procedere con cautela per non danneggiare il mobile. Lo sverniciatore è necessario quando l’oro è coperto da uno strato di smalto o lacca, spesso risultato di un restauro inadeguato.

Una volta applicato, lo sverniciatore dissolverà le macchie e dovrà essere rimosso con solvente nitro per prevenire danni permanenti al mobile.

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