Ricostruire con lo stucco bicomponente
E’ lecito o no ricostruire con lo stucco bicomponente parti di un manufatto durante il restauro del legno? analizziamo insieme il problema seguendo un tipico caso di studio.
Uno scrittoio in stile Luigi XVI
Mi è capitato di dover restaurare la parte terminale della gamba anteriore destra di uno scrittoio che era stata rosicchiata dal cane della proprietaria. Lo scrittoio è stato realizzato nella seconda metà del Novecento. Il piano, le fasce e il frontale dei cassettini sono in pioppo e lastronate in noce con un disegno a lisca di pesce con specchiature contornate da una filettatura in legno chiaro, forse acero.
Le gambe, sono in pioppo, rastremate e tinte con mordente di color noce. Il tutto è stato lucidato con gommalacca. Nella sua semplicità ha una linea sobria ed elegante richiamando lo stile Luigi XVI.
Stato del piede prima del restauro
Le immagini che seguono del piede, evidenziano il danno subito alla parte terminale della gamba. Nei quattro lati del piede è stata asportata parte del legno creando ampie lacune. Inoltre si nota un attacco xilofago evidenziato dai fori di sfarfallamento e dalle gallerie superficiali. Tuttavia il piede si è rivelato sufficientemente robusto e sollecitato non da segni di cedimento.
Considerazioni per un restauro
Quando ci si approccia ad un restauro occorre farlo sempre con la massima professionalità e attenzioni sia che si tratti di un manufatto di poco conto sia che si tratti di un pezzo pregiato di Alta Epoca. Detto questo, si devono comunque considerare alcuni aspetti fondamentali che andranno comunque a influenzare l’operazione di restauro:
Il primo aspetto da considerare è il valore artistico e antiquariale del mobile sul quale si va ad operare: questo punto è fondamentale poiché un oggetto del genere pretende un restauro a regola d’arte, e di conseguenza dobbiamo chiederci se abbiamo le capacità di effettuarlo. Se il tempo e l’abbandono provocano gravi danni ai manufatti lignei, un restauro male eseguito può trasformarsi in un disastro irreparabile.
Altra considerazione da fare in caso di integrazioni/sostituzioni di parti degradate di un manufatto, è di cercare di essere il meno invasivi possibile. Quindi, nel dover scegliere tra i possibili interventi di sostituzione o di integrazione è forse meglio scegliere quest’ultima soluzione.
L’ultimo aspetto da affrontare riguarda l’utilizzo di prodotti o materiali. In gran parte della letteratura su questo argomento si è concordi, in linea teorica, di utilizzare prodotti sicuramente reversibili e, quando possibile, coevi con l’epoca del manufatto. Se questo è vero, lo è altrettanto il fatto che alcune Sovraintendenze, quando si tratta di consolidare parti lignee degradate da attacchi xilofagi, ad esempio, permettono l’uso di resine come Paraloid B72 che non è né reversibile né coevo ai mobili antichi.
Progetto di restauro del piede
Mi è stato chiesto di limitarmi al restauro del solo piede cercando di salvaguardare la lucidatura attuale armonizzando l’intervento col resto del mobile.
Come si nota dalle immagini la parte rosicchiata dal cane, ha messo in evidenza un altro problema: il tarlo. Così, prima di iniziare il lavoro di ebanisteria, ho eseguito localmente un consolidamento utilizzando il Paraloid B72 dato in tre diversi momenti a diverse percentuali con diluente alla nitro.
Per restaurare il piede poi ho preso in considerazione alcune soluzioni possibili. La prima possibilità è la sostituzione della parte ammalorata con un terminale di pioppo . Si tratta di asportare la parte da sostituire con un taglio a “V” o obliquo, e adattare poi la parte nuova incollandola magari con il rinforzo di una spina.
La seconda possibilità è di reintegrare le parti mancanti con legno di pioppo opportunamente sagomato, incollato e poi adattato con raspa e carta vetrata.
Infine l’ultima soluzione che mi è venuta in mente è quella di reintegrare le parti mancanti con l’utilizzo di uno stucco bicomponente.
Ho scartato la sostituzione del piede in quanto avrebbe comportato un intervento drastico, irreversibile ed evitabile in quanto la parte presente consolidata col Paraloid B72 si mostra sufficientemente robusta. Anche la seconda soluzione non mi è parsa percorribile, poiché esteticamente le parti di giunzione dei vari “rammendi” sarebbero stati inevitabilmente troppo evidenti. Ho scelto quindi di procedere con l‘integrazione con lo stucco bicomponente.
Fasi del Restauro del piede con stucco Bicomponente
Quando ho messo il tavolo sul banco da lavoro mi sono accorto che la gamba rovinata era stata incollata storta e no era nemmeno saldamente fissata. Ne ho approfittato per scollarla completamente dalla mazzetta alla quale era assicurata con una spina. Questo mi ha reso più agevoli le successive fasi di lavorazione.
la prima operazione fatta è consistita nel consolidare la parte rosicchiata dal cane utilizzando il Paraloid B72 che ho applicato in tre diversi momenti e con tre diverse diluizioni: al 5%, 10% e 15%. Come diluente ho utilizzato quello alla nitro. Con una siringa ho abbondantemente bagnato la parte interessata al trattamento lasciando asciugare tra una applicazione e la successiva.
Come utilizzare lo stucco bicomponente
Lo stucco bicomponente viene venduto in barattoli assieme ad un catalizzatore che normalmente è in un tubetto. Lo stucco ha una consistenza spalmabile e può essere colorato con le classiche terre utilizzate per ottenere lo stucco classico col gesso di Bologna.
Lo stucco bicomponente senza il catalizzatore può essere lavorato con calma poiché non diventa duro. Quindi prima di tutto lo si colora con le terre cercando di trovare la giusta tonalità. Quando si è soddisfatti del colore ottenuto, si aggiunge una punta di catalizzatore, seguendo le istruzioni della casa, si mescola bene e si applica tenendo conto di avere circa cinque minuti a disposizione prima che lo stucco indurisca.
Quando le lacune sono piuttosto accentuate come nel nostro caso, è opportuno applicare lo stucco in più fasi. Una volta indurito, lo stucco può essere limato, cartavetrato come se fosse legno.
Fasi finali
Dopo aver ottenuto una buona reintegrazione su tutte le facce del piede ed essermi accertato con la levigatura che no fossero presenti imperfezioni, ho rimontato la gamba alla mazzetta sostituendo la vecchia spina con un cavicchio nuovo e incollando con colla garavella.
Una volta indurita la colla, con gommalacca ho armonizzato la lucidatura con la restante parte della gamba. Il risultato ottenuto è quello delle due foto precedenti dove si mette a confronto il piede prima e dopo il restauro.
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