Barocco – Storia del Mobile
Fonte: Associazione Senzatempo. Prof. Paolo Cesari
dal 1630 agli inizi del Settecento
Il termine, deriva dal fonema barrueco spagnolo o barroco portoghese e letteralmente significa perla informe . Già intorno alla metà del Settecento in Francia era sinonimo di ineguale, irregolare, bizzarro, mentre in Italia la dizione era di memoria Medievale e indicava una figura del sillogismo, un astrazione del pensiero. Ebbene, a partire dalla critica neoclassica e fino a non molti decenni or sono, si volle identificare questo periodo storico con il termine dispregiativo di barocco , riconoscendovi in esso stravaganza e contrasto con i criteri di armonia e di rigore espressivo cui si intendeva tornare sotto l’ influenza dell’arte greco-romana e del Rinascimento italiano. Barocco , secentista e secentismo furono sinonimi di cattivo gusto.
Oggi, in tempo di revisionismo storico, si è ampiamente rivalutato questo momento storico-artistico, evidenziandone le peculiarità espressive e le grandi personalità che ne favorirono la diffusione, dal Bernini al Borromini, a Pietro da Cortona, con riferimento all’ambiente romano. Vi si riconosce l’inizio intorno all’anno 1630, allorché la Chiesa, trionfando sull’eresia, sentì la necessità di rappresentare la propria ritrovata potenza con fasto autocelebrativo. L oratoria artistica si rivelò idonea a rappresentare l’inimmaginabile: scenografie complesse, sfondi incommensurabili, atmosfere turbinose e ultraterrene, prive di limite. Decorazioni e architetture di questo periodo ben esprimono il senso illusionistico dell’infinito: in contesto storico l’artista poté esprimersi con libertà e fantasia immaginifica, ed è pur vero che se in taluni casi si degenerò in vuota retorica, in altri l’arte si avvicinò alla poesia. In breve, il Barocco dalla città eterna dilagò in Europa, celebrando la Chiesa quanto la potenza dei principi, permeando tutte le sfere dello scibile artistico, fin nelle sue manifestazioni più modeste o popolari.
Per quanto concerne il mobile, libertà ideazionale, necessità di sfarzo e virtuosismo originarono una sinergia destinata a produrre capolavori insuperati. I materiali dispiegati furono degni di competere con i più strabilianti racconti di Marco Polo: lapislazzuli, malachite, ambra, avorio, tartaruga, oro, argento, acciai, pregiate essenze lignee e altro ancora vestirono gli arredi che per forma e fantasia diedero vita virtualmente alle mille e una notte di molti potenti nostrani.
Tipiche del periodo furono parti portanti o accessorie risolte con motivi a colonna tortile, chiaramente ispirate al baldacchino berniniano di San Pietro, parti a ricco intaglio scultoreo ad altorilievo e finanche a tutto tondo entro un vortice di volute, cartocci e girali, profili curvi e spezzati, cimase agitate da timpani di articolata sagomatura, grembiuline adorne d ornati, mensoloni, contrafforti e quant altro d uopo a movimentare forme e strutture. Nelle periferie artistiche s inventa la scagliola, il cui primato spetta a Carpi, che emula con meno dispendio le strabilianti produzioni in commesso a pietra dura che in questi anni rendono celebre l’Opificio delle pietre dure fiorentino. Il barocco è peraltro il secolo dell’illusionismo: lacche e tempere magre affollano mobili e apparati d arredo per imitare con la marezzatura effetti di venature marmoree o giochi di venature di radiche pregiate.
Maestri ebanisti e architetti come l’Algardi e il Bernini operarono in stretto rapporto di mutua collaborazione, intagliatori come il Brustolon o il Fantoni scolpirono il loro nome a lettere maiuscole nella storia dell’arte. Se il mobile profano conosce la sua epoca aurea, la produzione ecclesiastica non è da meno: cori, cattedre, canoniche, pulpiti, bussole e casse armoniche conoscono una ricchezza senza pari. La chiesa controriformata in questi anni introduce due nuove tipologie: l’inginocchiatoio e il confessionale.
Questa fase artistica conobbe lunga durata. Lo stile Luigi XIV, benché abbia vita a se stante, può a pieno titolo essere considerato come la germinazione più autorevole dello spirito che animò il Barocco.