I Mobili Laccati
Fonte: “Il mobile italiano dal XV al XIX secolo” di Piero Pinto. Collana di arti decorative diretta da Guido Gregorietti. Istitito Geografico de Agostini SpA – Novara 1962 |
Una delle caratteristiche più importanti del mobile italiano nel Settecento, è l’arte della laccatura, conosciuta e praticata nell’Estremo Oriente asiatico da Cinesi e Giapponesi fino dalle più remote età. L’Europa cominciò ad interessarsene solo all’inizio del ‘600.
I primi a portarla nel continente europeo furono i Portoghesi e gli Olandesi, mercanti e colonizzatori di quelle regioni. Essi ne avevano ottenuto notizie da missionari cattolici che ne esaltavano e ne decantavano la qualità e la perfezione tecnica.
Ben presto l’uso di mobili ed oggetti laccati divenne talmente generale che si sentì la necessità, nei maggiori centri culturali ed artistici, di fare indagini allo scopo di ottenere i risultati della tecnica orientale, onde poter creare gli stessi oggetti in Europa e così avvantaggiarsi sul prezzo di acquisto.
La lacca Cinese
In Cina la tecnica della lavorazione delle lacche era tenuta nel più grande segreto, ma le notizie trapelarono lo stesso e si scoprì che la vernice cinese non era una composizione ma una speciale resina che stillava da una albero espressamente coltivato.
Le lacche europee imitate da quelle importate sono composte di varie essenze, resine miste e oli vari. Difatti sia in Francia che ini Italia o in Inghilterra le lacche non sono mai così dure come quelle orientali. Tale diversità consiste soprattutto nella preparazione a gesso e colla. In Francia il famoso Simon Etienne Martin trova un procedimento, che porta il suo nome (Vernis Martin ) e che consiste nella sovrapposizione di vari strati di una speciale vernice che in ultimo viene levigata, ma, come nelle lacche italiane, la superficie col tempo si ricopre di screpolature.
Notizie in merito alla lavorazione delle lacche cinesi si possono rilevare dalle “Mèmories sur le vernis de la Chine” del gesuita Padre di Incarville, pubblicate verso la metà del ‘700 in Francia e dove sono descritti i complessi procedimenti a cui un oggetto destinato alla laccatura deve essere sottoposto. Inannzitutto una accuratissima preparazione, a vari strati, di vernice colorata. Tale operazione veniva eseguita in un laboratorio che doveva essere posto al riparo di ogni genere di polvere e dove le fessure delle pareti erano chiuse con strati di carta. I lavoranti indossavano abiti succinti e camici pulitissimi.
Era inoltre tradizione che le ultime operazioni venissero eseguite lontano dalla terra nel mezzo di un vasto specchio d’acqua, dove il laccatore si faceva, a tal scopo, trasportare. L’effetto finale è noto: la superficie risultava molto liscia, durissima e molto brillante.
La lacca italiana
In Italia, il legno preferito dai laccatori è il cirmolo che ha la caratteristica di essere leggero, dolce e si presta docilmente a tutti gli adattamenti stilistici del periodo.
Il legno era lasciato ben stagionare e si tagliava in solide strisce curvate che sovrapposte creavano il fusto del mobile, destinato in seguito ad essere mandato dal laccatore per la decorazione.
Le superfici da decoraredove eventuali aperture e fessure si fossero prodotte, a causa degli sbalzi di temperatura o per altri motivi, venivano ricoperte da una striscia di tela incollata.
Il fusto del mobile veniva in seguito ripassato tutto con uno strato di colla in modo che il legno potesse assorbirla chiudendone i pori; successivamente venivano dati vari strati di gesso e colla fino a raggiungere una superficie omogenea che veniva lisciata con carta vetro molto fine.
Questa è la tecnica di preparazione dei mobili veneziani, che hanno una spessissima copertura di gesso e colla in paragone al paio di strati dei mobili laccati genovesi, piemontesi e di altre regioni italiane.
Finita la preparazione di gesso, si procedeva a dare uno strato di fondo o colore con la tempera, dopo di che si procedeva alla decorazione stessa.
Ultimata questa e la doratura, si passavano vari strati di vernice sandracca, ossia un complemento gommoso della vernice, che con il suo caratteristico color paglierino modificava cromaticamente la laccatura. A seconda gli strati di questa vernice si riusciva ad ottenere una intonazione calda e trasparente: per esempio un particolare giallo si otteneva passando la sandracca sul fondo bianco, e il classico verdino era il risultato di uno o più strati, a seconda dell’effetto desiderato, su un fondo celeste.
Nel primo periodo quando fu iniziata l’imitazione del mobile laccato importato dall’Orient, i mobili laccati prodotti in Ita<lia, come quelli creati negli altri paesi, rimangono strettamente legati ai modelle e cioè fondi neri o rosse con figure dorate, liscie o in rilievo, rafiguranti scene dette ” a cineseria”. Superata questa prima fase di imitazionedei modelli orientali, glia rtigiani laccatori acquistarono libertà d’invenzione e di interpretazione e ricopririno le superfici con fiori, tralci, uccelli, scene tratte fdalla vita mondana, paesaggi ecc.
Il mobile laccato è privilegio delle classi benestanti e a Venezia i grandi pittori dell’epoca – Guardi, Tiepolo, Zuccarelli e Zais – ricevettero commissioni per decorare appartamenti ed in conseguenza creare cartoni per la laccatura dei mobili.
La “Lacca Povera”
Accanto a questo fiorire della laccatura, nel Settecento cominciò a prosperare l’imitazione stessa di questa tecnica: ossia la cosiddetta “arte povera” che era destinata alla produzione per le classi meno ricche o per mobili da collocare nelle case di campagna.
L’arte povera consisteva nel ritagliare delle incisioni (a volte eseguite appositamente ) che raffiguravano i soggetti preferiti dell’epoca. Una volta ritagliate, erano incollate su un fondo di colore, poi venivano colorate e sul tutto era dato una vernice trasparente o di fissativo.
Le piacevoli e minute composizioni davano al mobile un’apprezzabile aspetto festoso. E’ proprio questa continua ricerca di variazioni coloristiche delle decorazioni dei mobili laccati che attrae maggiormente e nelle quali ritroviamo l’innato senso pittorico dell’ambiente.
In quelli liguri il leggero motivo grigliuato spicca sullo sfondo chiarissimo e in quelli piemontesi la decorazione intagliata ed il colore sono un tutt’uno e parte inscindibile delle fragili forme del mobile. La tecnica della laccatura, oltre che nei centri menzionati, ebbe anche molto succersso anche nelle altre regioni d’Italia, tanto da costituire una caratteristica nazionale. In Toscana a Roma a Napolied in Sicilia i mobili laccati ebbero fortuna e furono largamente prodotti con felici risultati.
Alcuni esemplari
Spariti completamente i riferimenti all’architettura eccoci all’orgiastico traguardo delle curve, delle pance, degli sgusci, dei riccioli ed a quello non meno gaio del colore. Le leggi della statica sono messe a dura prova dalle esili gambe che sembrano dover cedere sotto il peso dei corpi rigonfi dei cassettoni.
Tutto sembra instabile e svolazzante. Le cornici svasate sotto il piano di questo cassettone restano con l’orlo sospeso in aria. Il raro colore cobalto di fondo fa risaltare i vivaci colori dei fiori
abbondantemente cosparsi e per completare la ricchezza decorativa i rilievi e le maniglie sono dorati ed il piano è dipinto in finto marmo.
Mille ; stuzie della tecnica concorrevano alla realizzazione di risultati così fantasiosi. Si pensi che in quell’epoca non esisteva il legno compensato e che quindi tutti i movimenti delle superfici erano ottenuti sezionando il legno dolce, con una lavorazione non molto dissimile da quella impiegata per la fabbricazione degli scafi delie barche.
Paragonabile soltanto alle porcellane coeve, il bellissimo esemplare di cassettone, bombato, interamente coperto di tralci di foglie modellate e dipinte che invadono le superfici e s’intrecciano per riunirsi, su uno sfondo bianco interrotto da piccoli mazzi di fiori. Senza giungere ad eccessi, il tema che la foglia svolge sui rami ondulati è il motivo predominante della decorazione del mobile. I fiori dipinti, intercalati negli spazi, hanno funzione di arricchimento cromatico. Particolarmente belle le maniglie. Il piano è contornato da una larga modanatura che svasa e che è decorata da riccioli dorati.
Argomenti molto interessanti e ben trattati ,Bravi !!!