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Restauro Affresco di Acqui:Intervento di restauro conservativo

Il restauro conservativo dell’affresco di Piazza dei Dottori, si è rivelato estremamente complesso per la situazione di pessima conservazione in cui versava la pittura murale, realizzata presumibilmente intorno a metà Ottocento, con tecnica ad affresco, ripresa in alcuni punti con tempere proteiche.

 

 “Descrizione dell’intervento di Restauro Conservativo della pittura murale in Piazza dei Dottori

Domenico Gazzana

 

Nel marzo 2006 l’Università della Terza Età di Acqui Terme mi affidava il compito di restaurare il piccolo affresco di Piazza dei Dottori. L incarico ricevuto, si è rivelato un importante cantiere di restauro, che ha dato modo di giungere al recupero della pittura murale e di pubblicare l’intero lavoro svolto.
Ringrazio l’ Unitre di Acqui Terme per la fiducia accordatami e il Professor Geo Pistarino per avermi dato l’opportunità di descrivere, attraverso questo mio piccolo contributo, il lavoro eseguito.
Il restauro, autorizzato dall’Ente proprietario, Diocesi di Acqui, è stato diretto, per conto della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico del Piemonte, dal Dott. Daniele Sanguineti, con il quale sono state concordate le procedure operative più appropriate.

 

 

 

 

 
Il restauro conservativo dell’affresco di Piazza dei Dottori, si è rivelato estremamente complesso per la situazione di pessima conservazione in cui versava la pittura murale, realizzata presumibilmente intorno a metà Ottocento, con tecnica ad affresco, ripresa in alcuni punti con tempere proteiche.
E ipotizzabile che il dipinto sia stato realizzato nell’arco di due giornate: la presenza, infatti, di un incisione sul saio del Santo, in corrispondenza della mano, evidenzia il punto di giunzione delle due giornate, anche segnalato dalla sovrapposizione dell’intonaco.

In fase ricognitiva si è avuto modo di verificare che il dipinto era già stato oggetto di precedenti operazioni di consolidamento, non documentate.
L intervento di restauro è stato organizzato per singole fasi successive, dando priorità assoluta alle operazioni di consolidamento, considerati anche gli ampi distacchi dell’intonaco pittorico dall’arriccio. Dopo la preliminare velinatura della zone in fase di stacco, si è proceduto alla sigillatura delle cavità interne, presenti tra l’intonaco pittorico e l’arriccio e tra quest’ultimo e il supporto murario (Nota 1).

Nota 1 Va precisato che il livello di adesione interstrato tra arriccio e supporto murario risultava decisamente
migliore rispetto a quello tra intonaco pittorico ed arriccio

Successivamente, si sono praticati dei microfori sulle zone lacunose, all’interno dei quali sono state iniettate resine acriliche in soluzioni acquosa, al fine di ristabilire la coesione, e maltine a basso peso specifico, per permettere l’adesione tra i singoli strati d intonaco.
Si è poi passati alla rimozione del particellato atmosferico accumulato nel tempo, mediante l’utilizzo di pennelli a setola morbida.

Nelle zone dove la pellicola pittorica si presentava sollevata in scaglie, si è proceduto alla pulitura tramite tamponamento, con spugne ed acqua deionizzata, previa interposizione di carta giapponese, per ricollocare in sede i frammenti del film pittorico. In altri casi, si è operato sull’interfaccia frammento-supporto, tramite iniezioni di resina acrilica, caricata con carbonato di calcio, per permettere una migliore riadesione.
Sono, quindi, stati realizzati dei tasselli di pulitura con miscele solventi idonee, per rimuovere i depositi di sporco più tenaci: come nel caso delle vistose colature, dovute al dilavamento delle tinte a calce della facciata. I tasselli di pulitura sono stati segnalizzati mediante riquadrature a tratteggio, al fine di permettere il confronto visivo immediato tra la zona pulita e quella ancora sporca.
Dopo avere individuato i solventi e i tempi di contatto idonei, è stata compiuta la pulitura completa del dipinto.
In questa fase non è stato possibile rimuovere alcuni schizzi di cemento, presenti sul film pittorico, dal momento che la loro rimozione avrebbe compromesso in maniera irreversibile il film pittorico sottostante.
Nella parte superiore, sulla campitura di colore rosso scuro, sono state rintracciate delle riprese a secco, realizzate con tempere proteiche, ragionevolmente impiegate dall’Artista che ha eseguito il dipinto.

In questa fase sono state anche eseguite altre operazioni, come lo spostamento dei cavi elettrici, passanti direttamente sulla pellicola pittorica del dipinto, che sono stati rimossi e spostati sul perimetro esterno, e la rimozione di una grossa stuccatura cementizia, individuata sulla parte alta a destra della pittura. Questo intervento di rimozione è stato effettuato dopo la preliminare messa in sicurezza delle parti confinanti con il rappezzo cementizio, tramite bendaggi protettivi, al fine di evitare la perdita di porzioni di intonaco dipinto.

 

 

 

La pellicola pittorica polverulenta è stata fissata anticipatamente con stesure a pennello di resina acrilica, a base di etil-metacrilato (Paraloid B72), previa interposizione di carta giapponese, al fine di evitare trascinamenti di colore decoeso.
Le lacune e microlacune sono state stuccate con malte a base di grassello di calce stagionato, calce idraulica naturale, sabbia di fiume, ben lavata ed asciutta e cocciopesto di grossa granulometria, per le lacune più profonde.
Nella zona inferiore del dipinto, dove anche l’arriccio era andato completamente perduto, si è provveduto a reintegrare l’estesa lacuna con un arriccio grossolano, rifinito con una malta a tessitura fine, in leggero sottolivello rispetto all’arriccio originario.
L intervento finale ha riguardato il reintegro pittorico, eseguito con colori ad acquerello, additivati con resina acrilica, in leggero sottotono nelle microlacune e nelle abrasioni e con la tecnica del rigatino nelle lacune più ampie. Anche la lacuna visibile sul volto del Santo, soprastante l’occhio destro, è stata reintegrata adottando questa tecnica, considerata anche la presenza di elementi formali superstiti utili a ricostruire il disegno pittorico e tali da favorire la lettura d insieme dell’opera.

L approccio metodologico che è stato adottato ha avuto come proposito primario quello di evitare ricostruzioni formali riconducibili ad interpretazioni arbitrarie. Anche la grossa lacuna sottostante il dipinto è stata oggetto di reintegrazione, eseguita con una velatura di calce spenta e pigmenti naturali, ed intonata a neutro.

Restano ancora da fare alcune considerazioni in merito alla specifica ubicazione del dipinto, realizzato sul prospetto posteriore del Palazzo del Piccolo Seminario, all’interno di una pseudo nicchia semicilindrica. L inserimento del dipinto all’interno della nicchia sembra, infatti, un intervento piuttosto recente e questa ipotesi può essere convalidata da due osservazioni che è stato possibile formulare in corso d opera. La prima è ricollegabile al fatto che, durante le operazioni di pulitura si è appurata la mancanza della parte terminale del pastorale del Santo, dimenticanza che certo non avrebbe potuto fare l’Artista esecutore del dipinto e che, invece, potrebbe essere il frutto di una riquadratura posteriore dell’affresco. La seconda, maturata durante le fasi di rimozione della stuccatura cementizia (posta in alto a destra), che ha permesso di verificare la continuità del dipinto anche al di sotto della facciata, nuovamente a dimostrazione del fatto che il dipinto proseguiva ben oltre l’attuale nicchia semicilindrica.
Le condizioni dell’affresco hanno reso l’intervento più che mai urgente, dando assoluta priorità alla messa in sicurezza dell’opera, in altre condizioni si sarebbe potuta valutare l’opportunità di procedere al prelevamento di alcuni campioni di pellicola pittorica da sottoporre ad indagine chimica, per definire con maggiore certezza la componente materica originaria e i pigmenti impiegati.

 

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