Il MobileTecniche decorative

Corso di Intaglio: La finitura

Fonte: I testi sono tratti dal sito di Ornella Crétaz www.intaglionline.it

Preparazione del legno per la finitura

Prima di applicare qualsiasi finitura è bene preparare il legno affinché possa ricevere nel modo migliore i trattamenti successivi. Il legno va pulito, rimovendo segni di matita, pelurie e parti mobili. Va tenuto presente che le finiture tendono ad accentuare i difetti, piuttosto che a camuffarli. Ad esempio, un trattamento con mordenti evidenzia in modo vistoso graffi e abrasioni causati da una non corretta levigatura, e quelli ad acqua fanno sollevare le fibre legnose. Qualunque sia il tipo di lavoro che abbiamo realizzato possiamo passare una lana d acciaio fine o una tela abrasiva finissima, che renderanno più morbide e brillanti le superfici pur senza modificare sostanzialmente le modellature precedenti.

Trattamenti insetticidi e funghicidi. 

In Valle d Aosta scultori e intagliatori, si definiscono, a volte, grattatarli. In effetti l’infestazione di numerose specie di tarli e coleotteri xilofagi che scavano nel legno (soprattutto nell’alburno) gallerie di varia grandezza, non è problema da poco. Durante tutto il tempo in cui ho scritto questo libro, sulla scrivania del laboratorio, ho sentito in sottofondo un rumore lieve, come quello di un chiodo che gratta una superficie porosa, che veniva da una vecchia scultura sistemata a poco più di un metro dalla scrivania, aggredita da questi insetti e in attesa di venir trattata. Quel rumore è il grido di guerra degli insetti che stavano svolgendo la propria opera distruttiva, rosicchiando sistematicamente la mia povera scultura. I nostri vecchi cercavano di risolvere questo problema spennellando abbondantemente il legno col liquame del letame ma credo che oggi questa tecnica avrebbe pochi proseliti. In compenso troviamo in commercio prodotti insetticidi e funghicidi di buona qualità ed efficacia. Vanno usati spennellando abbondantemente le superfici e facendoli penetrare nelle cavità e fenditure, oppure spruzzandoli in ogni poro con l’apposito spruzzatore, o iniettandoli nei fori con una siringa ipodermica. I fori vanno poi chiusi con cera colorata e il procedimento ripetuto dopo qualche tempo per colpire le uova superstiti prima che si schiudano. Generalmente questi impregnanti, nella cui composizione sono presenti sostanze nutritive, come olio di lino, lasciano superfici con un gradevole aspetto serico e ovattato e sono a lenta essiccazione per cui è bene aspettare qualche giorno prima di intervenire con trattamenti successivi. Attenzione: si tratta di sostanze nocive, che vanno maneggiate con cautela, osservando le avvertenze sulle confezioni. Nel caso di sculture di grandi dimensioni il problema può diventare serio, perché gli insetti possono essere annidati in profondità nel legno e loro cunicoli intasati di segatura che, inumidita dall’insetticida  tende a gonfiarsi e a chiudere ermeticamente il passaggio vanificando l’efficacia del trattamento. Quando si evidenziano problemi di aggressione  di insetti su sculture di questo tipo l’azione deve perciò essere tempestiva ed energica. In casi estremi la soluzione a questi problemi è la costruzione di una camera a gas (ad esempio con un barile di metallo a chiusura ermetica e con l’impiego di pastiglie tossiche a base di zolfo), in cui la scultura sarà lasciata per almeno due mesi.

 Mordenti 

Vengono usati i mordenti per valorizzare la marezzatura di un legno e per dargli colore, di solito per scurirlo o per camuffare difetti e alterazioni. Vanno dati a pennello o a spugna e si possono dividere in quattro gruppi: ad acqua, chimici, a olio e a spirito. I mordenti ad acqua sono i più  economici e vanno miscelati con acqua, graduando la quantità d acqua e i pigmenti in base al colore che vogliamo ottenere. Vanno lasciati riposare per almeno un ora prima dell’uso perché hanno bisogno di tempo per sciogliersi. I mordenti ad olio sono i più costosi ma hanno il pregio di non far alzare il pelo al legno. Altri mordenti sono quelli a spirito o ad alcool, i mordenti chimici e alla varechina.

 Turapori

I turapori servono, come dice il nome, a riempire i pori del legno e a ottenere un fondo compatto e lucido su cui poggiare altri trattamenti. Hanno un tempo di essiccazione rapido e vanno quindi applicati velocemente su tutta la superficie. Dopo alcune ore si leviga con tela abrasiva fine o con lana d acciaio, si spolvera e la superficie è pronta a ricevere la cera o la vernice.

Olio di lino

Si usa l’ olio di lino crudo mescolato con alcool bianco (30%) scaldando la miscela a bagnomaria fino a che l’alcool diluisce l’olio facilitando la penetrazione nel legno. Si stende a pennello e dopo alcuni minuti si strofina energicamente con uno straccio. Si può ripetere più volte l’applicazione; la superficie saturata e rinforzata, è opaca.

La cera 

La ceratura e il modo più classico e semplice per finire una scultura. Può essere stesa su un legno grezzo o trattato con impregnanti, o turapori, mordenti o olio di lino. Dà al legno una finitura lucida e satinata ma ha poca resistenza all’umidità e al calore. Il materiale di base è la cera vergine d api purificata che viene sciolta a bagnomaria con essenza di trementina (80%); raffreddata avrà una consistenza molle e pastosa. Si può colorare con pigmenti in polvere, o  con tinture solubili in olio. In commercio si trovano cere morbide e alla paraffina, neutre o di vari colori (giallo, noce chiaro, noce scuro, ecc.). Va stesa con un pennello o un panno, nel senso della vena. Nel caso la cera sia dura e difficile da applicare si può ammorbidire con diluenti, oppure stendere scaldando la superficie su cui si lavora con un getto d aria calda proveniente da una pistola termica o da un asciugacapelli. Questo metodo permette una migliore penetrazione della cera, che diventa quasi liquida e si può agevolmente fissare anche su superfici rugose e non omogenee. Attenzione, non dimentichiamoci che si tratta di prodotti facilmente infiammabili; vanno quindi prese tutte le precauzioni del caso. Sul legno molto poroso o disidratato il procedimento potrà essere ripetuto una seconda volta. La cera deve coprire la superficie in ogni dettaglio ma non deve mai lasciare depositi che, meno evidenti durante l’applicazione, formano, ad essiccamento avvenuto, antiestetici grumi difficili da eliminare. Occorrerà poi lasciare asciugare per un tempo che può variare da alcuni minuti, se è stato usato  l’asciugacapelli che ha già prodotto una evaporazione della parte volatile della cera, a un giorno. La lucidatura può essere eseguita con un panno di lana asciutto e pulito, nel caso la superficie sia uniforme oppure con una spazzola non troppo dura o un pennello se il fondo, è irregolare. Quest’ultima operazione deve venire eseguita con una discreta energia, insistendo fino ad ottenere una delicata lucentezza tipica di questa finitura. La lucidatura può essere resa più veloce con impiego di una cuffia di montone, da montare su un trapano elettrico o meglio ancora, con un tampone di crine di cavallo le cui setole lunghe e morbide possono agevolmente penetrare anche nelle gole e  nei sottosquadra delle sculture. A volte vengono usati grossi pennelli rotondi con setole di cinghiale, la cui impugnatura viene tagliata e trasformata in codolo da inserire nel mandrino del trapano.

Tecniche consigliate

Mi rendo conto che la carrellata di tecniche di superficie e di finitura presentate in questa lezione può essere tale da ingenerare  un po di confusione  al principiante, che può avere l’impressione di non  raccapezzarvisi.

Vediamo allora di fare un po di chiarezza.

Per quanto riguarda la preparazione alla finitura non è necessario usare contemporaneamente tutte le tecniche illustrate, ma basterà scegliere di volta in volta quella che sembra più adatta. È pur vero che a volte i risultati migliori si possono ottenere con la somma di procedimenti diversi (ad esempio, una superficie levigata risalta al meglio se abbinata a uno spazio ruvido), ma la scelta e l’abbinamento delle tecniche non dovrebbero essere poi così difficoltoso. Per quanto riguarda la finitura personalmente uso quasi esclusivamente quella a cera, salvo un trattamento insetticida quanto vi siano segni di aggressione da tarli o una  preparazione del fondo con un turapori quando la scarsa resistenza all’umidità della cera lo esige (ad esempio per oggetti che possono venire a contatto con acqua, unto o altro).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate »