Il Legno nei secoli
Fonte: Artigianato Artistico del Veneto
Pubblicato 13 maggio 2009
Il Fascino del legno
Ma ci siamo mai chiesti perché questo materiale ci ammalia e ci seduce? Forse perché è piacevole al tatto in quanto non assorbe il calore delle nostre mani come il marmo o i metalli, perché affiancano l’ uomo fin dagli albori della civiltà, perché è un materiale che si trova ad ogni latitudine, perché accompagna l’uomo dalla culla, costruita tradizionalmente in legno perché calda e accogliente, al cofano mortuario, costruito anch’esso nel medesimo materiale.
Gli alberi: amici dell’uomo:
Ma partiamo dall’inizio: non c è storia del legno senza considerare gli alberi. Essi sono gli autentici amici dell’uomo e sono stati definiti i veri abitanti del nostro pianeta: mentre le piante potrebbero vivere benissimo (comunque meglio di quanto non facciano ora) senza l’uomo, l’uomo, al contrario, non può vivere senza le piante: con la loro presenza silenziosa gli alberi sono gli unici esseri viventi che sanno fondere l’energia solare con l’energia della terra, che con la sintesi clorofilliana depurano l’aria e la rendono respirabile per l’uomo.
Per questo l’uomo dovrebbe riflettere prima di abbattere un albero. Queste considerazioni rischiano, tuttavia, si sembrare contraddittorie: da un lato si sottolineano le virtù degli alberi, dall’altro esalta la bellezza degli oggetti in legno di cui l’uomo si circonda e che ottiene solo a costo di abbattere le piante. La contraddizione è solo apparente perché oggi l’uomo ha tutte le notizie e tutti gli strumenti per attuare uno sviluppo ecocompatibile, per capire quando sta per mettere in crisi l’equilibrio sottile tra consumo del legno e rigenerazione delle foreste, per misurare la naturale produttività di una foresta discernendola da una deforestazione selvaggia.
I tipi di legno:
Ma forse non è corretto parlare genericamente di “legno”, sarebbe più corretto trattare di legni: sono infatti molti e diversi tra loro i tipi, le “essenze” del legno, tutti con una propria struttura, una diversa compattezza, un peso caratteristico, un diverso comportamento nel tempo e nelle diverse condizioni climatiche, tanto che l’uomo ha imparato ad usare i diversi legni per ciascuno degli oggetti che egli crea. In talune culture, come ad esempio nell’Africa centrale, l’uso dei vari legni è ormai codificato da millenni ed un uso improprio del legno è ritenuto offensivo e sacrilego.
I mastelli per bucato e le tinozze per il bagno erano costruiti tradizionalmente con l’ontano che non marcisce e si conserva molto bene a contatto con l’acqua, mentre si degrada solo quando lo si lascia asciugare. Le botti sono costruite con il rovere perché è un legno resinoso e impermeabile, sopporta la pressione causata dalla fermentazione e conferisce al vino e alla grappa colore e sapore. Il sughero è leggero ed impermeabile ed è insostituibile per conservare correttamente il vino in bottiglia. Il rovere, il larice e il cedro sono adatti alla costruzione di imbarcazioni, mentre la balsa, porosa, secca, leggera e facile da lavorare è indicata per modellini.
Il clarino viene costruito con l’ebano compatto e lucente, mentre per la viola e il violino sono necessari diversi legni: il duro ebano per la tastiera, la mentoniera e la cordiera, l’acero facilmente curvabile per le pareti della cassa, l’abete rosso per la tavola armonica: con le sua fibre che corrono lunghe e parallele è tra i legni che mantengono a lungo le vibrazioni.
Il bambù che nelle nostre regioni utilizziamo per le canne da pesca, in Oriente dove può crescere ad una velocità di oltre venticinque centimetri al giorno, viene usato per strumenti musicali, tubazioni e macchine idrauliche, vasi, coltelli, ventagli, impalcature per l’edilizia, mobili, pettini, lampade, per citare solo gli usi più comuni.
La pipa è ricavata dalla radica dell’erica arborea, l’unico legno che sopporta alte temperature senza prendere fuoco, gli utensili da cucina sono normalmente in frassino o in faggio (…).
Non vi sarà difficile intuire come in questa trattazione sia impossibile descrivere la grande varietà degli usi dei diversi legni, sia pura presunzione sperare di ricostruire la storia degli oggetti e dei mobili in legno, descrivere l’antica arte della doratura o svelare i segreti di un restauratore dei mobili in legno; qui basterà accennare ad alcune utilizzazioni tradizionali del legno, tracciando a grandi linee una breve storia di questo materiale a cominciare da come un albero si trasforma in un mobile.
Il Legno che si trasforma in mobile:
La lavorazione del legno e le tecnologie per ottenere oggetti in legno, dopo essere rimaste per secoli sempre uguali a se stesse o aver subito poche evoluzioni, si sono velocemente cambiate negli ultimi cent anni, con l’introduzione di nuovi macchinari, anche se rimane sempre insostituibile il lavoro manuale dell’artigiano, la sua esperienze, il suo intuito nel saper “vedere” l’oggetto che deve costruire già prima di mettersi a lavorare.
E assolutamente affascinante guardare il falegname mentre sceglie le assi giuste da una catasta, le soppesa, le accarezza, le sceglie o le scarta, valuta i nodi, le fessurazioni, l’elasticità della tavola, la stagionatura, batte l’asse con le nocche delle dita per sentire come “suona” ed evitare che il legno presenti “cipollature” (cioè il distacco degli anelli di accrescimento del legno), controlla che la fibra del legno sia lineare, diritta e uniforme; solo un esperienza tramandata di padre in figlio è in grado di far capire all’artigiano se quelle assi provengono da un albero abbattuto in un periodo propizio (l albero non deve essere né troppo giovane né troppo vecchio), se le assi sono state segate correttamente e stagionate in modo appropriato, se il legno tenderà a incurvarsi o a “imbarcarsi”, se non sono “malate”. Alcuni tarli hanno un periodo di riproduzione così lento che escono dal legno dopo molti anni durante i quali rimangono nascosti in legnami che solo in apparenza risultano sani.
Per i lavori di intaglio il falegname scegliere il cirmolo, il pero, l’acero, il noce o l’ebano; per lavori al tornio preferirà il bosso, il faggio e l’ulivo. Sceglierà il noce o il ciliegio per le parti visibili, l’abete per la “schiena” del mobile ed i ripiani interni. Un artigiano provetto sa scegliere le assi giuste per le varie parti del mobile ma non butta via nulla perché sa utilizzare anche il legno che reca in sé le vicende della pianta dal quale deriva (ferite, cicatrici, presenza di parassiti) e utilizza per i diversi usi anche la seconda o la terza “scelta” del legname, conservando anche il “cortame”, i ritagli, ben sapendo che prima o poi anch’essi verranno buoni. Una volta gli scarti del legname venivano usati per riscaldamento (questa pratica è ancora in uso sulle nostre montagne e nei paesi nordici), mentre oggi vengono utilizzati a livello industriale per la preparazione di semilavorati come i compensati e i truciolati.
La qualità delle assi è data dalla vicinanza o dalla distanza dal midollo, cioè dal centro del tronco stesso: la parte più interna, detta “cuore” o “durame” è la più pregiata. Per questi motivi nel sezionare un tronco per ricavarne assi, si sono escogitati diversi schemi di taglio, in modo da distribuire pregi e difetti in parti uguali e ridurre gli sprechi. A seconda dei veri legni e dei diversi usi si eseguono tagli paralleli, tagli a quartiere e tagli a raggiera.
Il fascino del mobile antico
Ma veniamo al mobile. Tutti, prima o poi, abbiamo subito il fascino di un mobile antico, tanto che ci siano piaciute le sue forme armoniose, quanto perché esso costituisca un ricordo di famiglia appartenuto ai nostri avi, ovvero perché ha saputo adattarsi anche alle case e agli arredi moderni. Qual è il segreto di un mobile antico? cosa si nasconde sotto la patina che il tempo disegna sulla sua superficie? cosa si cela nelle venature che lo percorrono?
Cercheremo di dare risposte ad alcuni di questi interrogativi, anche se solo poche persone, senza millanterie, possono dire di conoscere veramente tutti i segreti dei mobili antichi, pochi e ricercati sono i lucidatori e pochissimi sono oggi gli artigiani che hanno padronanza dell’antica e nobilissima arte della doratura. Non è scopo di questo trattazione studiare la storia del mobile, né si potrebbe farlo in poche pagine, ripercorreremo, tuttavia, le principali tappe che hanno segnato l’evoluzione storica e artistica del mobile e delle decorazioni lignee.
Il legno si trova in quasi tutte le parti del mondo e l’ uomo ha cominciato a servirsi di questo materiale fin dai primordi della civiltà: sebbene siano pochi gli oggetti in legno giunti fino a noi dall’antichità, perché il legno e le fibre tessili sono le più soggette al degrado, è certo che il legno è stato usato nella fabbricazione di utensili, nella costruzione di abitazioni, nell’ arredo e nelle sepolture.