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Il Restauro di Villa Tempia, Birandizzo (To)

Il fabbricato risale agli anni ’20 ed ha conservato le caratteristiche strutturali dell’epoca.
Gli interni, caduti in abbandono, sono stati restaurati applicando due criteri diversi a seconda dello stato di degrado …

Fonte:

R.E.M. di P.Paolo Masoni  “Restauri lignei e lapidei

Il Restauro di Villa Tempia, Brandizzo (To)

Progetto e direzione lavori Ing. Paolo Merlo.
Restauro pavimenti e parti lignee R.E.M. di Pier Paolo Masoni.

 

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Il fabbricato risale agli anni ’20 ed ha conservato le caratteristiche strutturali dell’epoca.
Gli interni, caduti in abbandono, sono stati restaurati applicando due criteri diversi a seconda dello stato di degrado: le parti irrecuperabili sono state sostituire con materiali moderni anche sotto il profilo estetico; quelle recuperabili sono state restaurate con criteri conservativi.
Ne risulta un armonico alternarsi di un liberty con echi romantici dell’ottocento piemontese, con paramenti attuali scelti con cura fra ceramiche dall’aspetto metallico o ironicamente imitanti il legno, ampi volumi dal sapore ottocentesco volutamente interrotti ed articolati.
Il restauro è tutt’ora in corso e provvederò ad inserire i suoi progressi.
È stato possibile recuperare il 50% dei pavimenti costituiti da betonelle cementizie, in parte mediante sostituzione con elementi coevi, in parte mediante restauro.

 

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In linea di massima il restauro di tali piastrelle consiste in un energico lavaggio basico avente lo scopo di eliminare sporco e cere esauste, seguito da un lavaggio leggermente acido per neutralizzare i residui alcalini che affiorerebbero in seguito con efflorescenze biancastre. Quest’ultimo lavaggio è particolarmente delicato poiché gli acidi corrodono i materiali cementizi; è importante saper calibrare la quantità di acido: sufficiente per neutralizzare il prodotto basico senza danneggiare la piastrella.
Molte macchie, in questo caso, erano penetrate in profondità; si è dovuto ricorrere ad impacchi di carbonato di ammonio in pasta tixotropica, ottenendo un estrattore basico lento ma efficace.
Altri problemi erano dati dalle macchie bianche (vedi foto n. 1) dovute a corrosione. Tali lacune, ineliminabili fisicamente, sono state cancellate cromaticamente col trattamento protettivo.

Tale trattamento è consistito in più impregnazioni con Linfoil Geal (emulsione di olio di lino, olio di thung ed una resina). In pratica si tratta di una verniciatura non filmante probabilmente simile a quella che il pavimento ha subito originariamente. Gli oli vanno a riempire le microfratture che determinano il bianco delle corrosioni e le saturano anche cromaticamente. Anche in questo caso è importante saper dosare la quantità di olioresina in modo da ottenere il massimo della penetrazione senza arrivare ad una filmazione che renderebbe caduca tale protezione.

Questo tipo di pavimentazione, presentato per la prima volta alla Mostra Universale di Parigi del 1900 rappresenta una invenzione geniale che ha permesso di dar nuova vita ad un artigianato che languiva, legandolo, pur nella modernità, a canoni antichi, a quelle consuetudini che vedevano l’artigiano creare decorazioni autonomamente, indipendentemente dall’architetto (fulgido esempio ne è la cripta della Cattedrale di Otranto ove gli scalpellini hanno creato decine di capitelli diversi e con stile personale). Anche in questa villa troviamo numerose soluzioni estetiche realizzate disponendo in modo diverso le stesse piastrelle.

L’ultima operazione consisterà in una inceratura opaca idro-olio repellente.

La scala in marmo di Carrara ha richiesto soltanto una pulitura effettuata con un tensioattivo leggermente acido (Service acido Geal) ed una protezione resino cerosa (Marmo Toner Geal).

Si tratterà poi di affrontare il restauro delle parti lignee. Ma questa è un’altra storia: ne riparleremo fra una quindicina di giorni.

 

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