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La Chiesa di Anzola: l’interno (II)

La tela risale al XVII secolo ed è del pittore Vincenzo Spisanelli (Spisanelli o Pisanelli, Vincenzo, 1595-1662, pittore molto ativo nella Bologna seicentesca, di carattere solitario non volle allievi, tranne il figlio Giulio Maria che morì prematuramente. Era nato ad Orta, in provincia di Milano).

Le cappelle laterale sinistro, l’altare Maggiore

Cappelle laterali (lato sinistro)
 

1^ Cappella

Ha la volta affrescata, non ha altare e vi è collocato un confessionale identico a quello descritto nella cappella sul lato opposto della chiesa.

E dedicata a S.Domenico. S.Lucia e S.Apollonia, raffigurati in un quadro seicentesco del pittore Lucio Massari (1569-1633, allievo di Bartolomeo Passerotti (o Passarotti),  maestro di pittura bolognese del 500, celebre ritrattista) e questa tela è segnalata anche da M.Oretti in: Pitture delle Chiese fuori della città di Bologna -pag.88 – Bologna- Biblioteca dell’Archiginnasio -Manoscritto B 110.

 

Nella cappella è collocato anche un inginocchiatoio a parete in legno, la cui manifattura è databile alla fine del XVII secolo. Ha il dossale in tre corpi e il centrale è sormontato da timpano. Le due parti laterali più basse sono raccordate alla centrale da due volute spezzate con motivi di foglie. Alla sommità vi è una croce.
L inginocchiatoio e i poggiabraccia sono raccordati da quattro colonnette, due ogni lato, con varie strozzature ed anelli lavorati al tornio.  

1a cappella: Inginocchiatoio  

 

2^Cappella (cappella dei Vergognosi)

Questa cappella, oggi dedicata al Sacro Cuore di Gesù, (opera del XX secolo) ha l’altare e la volta affrescati. In origine era dedicata ai Santi Carlo e Filippo con il giuspatrono dell’Opera Pia dei Peveri Vergognosi, che aveva anche il diritto di officiarvi le funzioni religiose. L ingresso è proteto da una balaustra in marmo e la statua di Gesù è collocata all’interno di una pregevole ancona lignea del XVI secolo che la dott.ssa A.Arfelli, del Ministero della Cultura Popolare, nella sua visita del 6 marzo 1936 attribuì a mano ignota, seppure giudicandola un opera fine, sobria e riccamente decorata.

Altre documentazioni (prof.A.Baccilieri, 11 luglio 1972) concordano nella datazione e la attribuiscono alla scuola di Andrea Marchesi detto il Formiggine (Formigine (Mo) 1480-Bologna 1559, si formò come intagliatore di legno, mantenendo la sua attività di architetto che si svolse quasi interamente a Bologna) e probabilmente anche questa fu recuperata e conservata quando fu demolita la vecchia chiesa.
Questa cappella venne restaurata dal commendator Romeo Melloni, ricco possidente e imprenditore agricolo di Bologna (era proprietario della villa Melloni, sulla via Emilia) e Podestà del Comune negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, e a perenne ricordo dei lavori fu posta la lapide a perenne memoria  

2a Cappella a sinistra: Ancona lignea finemente intagliata e dorata del XVI sec. e statua del Sacro Cuore di Gesù

 

 

 

3^ Cappella

 

Anche questa cappella ha il soffitto affrescato ed una balaustra in metallo davanti all’ingresso, però di fattura relativamente recente e databile fra la fine dell’Ottocento e i primi anni del secolo successivo.

 

Sull’altare vi è un quadro centinato, olio su tela, raffigurante la Vergine con il Bambino e i Santi Luigi IX di Francia, Francesco d Assisi, Giovanni Battista, Domenico ed Alessandro (seguendola perizia dell’dott.ssa Arfelli del 1936) e gli ultimi due sono invece identificati in S.Lodovico e S.Espedito dalla perizia del prof.Baccilieri del 1972.
Secondo M.Oretti (Pitture delle Chiese…. opera già citata) i personaggi effigiati raffigurerebbero i componenti della nobile famiglia dei conti Orsi, che avevano il diritto di farvi celebrare delle Messe come se fosse la cappella di famiglia. Successivamente i diritti relativi alle celebrazioni passarono ai conti Tacconi.

La tela risale al XVII secolo ed è del pittore Vincenzo Spisanelli (Spisanelli o Pisanelli, Vincenzo, 1595-1662, pittore molto ativo nella Bologna seicentesca, di carattere solitario non volle allievi, tranne il figlio Giulio Maria che morì prematuramente. Era nato ad Orta, in provincia di Milano).
Nel muro laterale destro è stata ricavata una nicchia nella quale è inserita una scultura a tutto tondo, di terracotta policroma, raffigurante l’Immacolata Concezione e risalente al XVIII secolo.

   

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