Arte & ArtigianatoIl Manoscritto

26 – Cinque minuti di Antiquariato: Stampa d’Arte Antica – Le Tecniche

La necessità di produrre immagini in più esemplari è un’esigenza che si presenta fin dall’antichità.

Fonte: Sergio Salomone collaboratore esterno della ditta Studio Laboratorio di Antichità s.a.s.

La tecnica più antica, già utilizzata in Cina durante la Dinastia Tang, intorno all’ottavo secolo, è la xilografia. In greco “xilon” significa legno per cui intuiamo che la matrice utilizzata per la stampa è il legno che viene scavato e intagliato con vari strumenti appuntiti e affilati, ne deriva un disegno in rilievo che sarà successivamente inchiostrato e utilizzato alla stregua di un timbro. E’ una tecnica che richiede una profonda conoscenza del materiale e abilità, in quanto il legno per sua natura è irregolare e non omogeneo. Le incisioni e gli intagli possono essere realizzati sia su legno tagliato di filo, tecnica più antica, che su legno tagliato di testa.

26 – Cinque minuti di Antiquariato: Stampa d’Arte Antica – Le Tecniche

La stampa in genere viene realizzata con inchiostro scuro e in alcuni casi più rari, con più inchiostri di colore diverso, in questo caso verranno eseguite più matrici e ogni matrice rappresenterà i segni relativi al colore corrispondente. La realizzazione avviene pressando la matrice su carta, dopo l’inchiostratura,  utilizzando spesso un torchio tipografico.

Sempre appartenente alla tecnica di stampa a rilievo è la Linoleografia che è molto più antica di quanto siamo portati a pensare. Il Linoleum inventato nel 1860, fino al 1900 venne utilizzato come materiale igienico e caldo per ricoprire i pavimenti delle case. Frans Cisek che insegnava disegno a Vienna, nel 1896, ebbe l’intuizione di utilizzarlo come matrice per le incisioni. Il Linoleum è facile da intagliare e altresì adatto ad essere utilizzato per stampe manuali. Vienna ne fu affascinata e un gruppo di artisti e architetti che appartenevano alla cultura Secessionista cominciarono ad utilizzare questo nuovo materiale. Le ragioni del successo sono legate alla facilità di intaglio: la sua superficie non mostra venature, non ha una direzione ed è più tenera da lavorare rispetto al legno; inoltre, cosa non di poco conto: si possono fare migliaia di copie prima che la matrice si rovini.

Durante il Rinascimento si afferma una tecnica, detta Puntasecca, di incisione della matrice su metallo utilizzando una sottilissima punta in acciaio. In questo caso si utilizza una lastra in rame o in argento che viene incisa con uno strumento chiamato Bulino. Con questo strumento è possibile realizzare segni molto sottili e precisi; i chiaro-scuri vengono realizzati con tratteggi incrociati o paralleli molto fini. La lastra non viene scavata ma semplicemente incisa nelle parti che dovranno ricevere l’inchiostro. Mentre la xilografia è chiamata tecnica di stampa a rilievo, il bulino è una tecnica di stampa a incavo e cioè l’inchiostro depositato negli incavi, si trasferirà sul foglio di carta nel momento della pressatura sotto il Torchio.

Derivata dalla tecnica di decorazione delle armature, tra il 1450 e il 1500 si sviluppa la stampa ad Acquaforte. Partendo sempre da una lastra in metallo, in genere rame o zinco, la si ricopre con una sostanza a base di cera. Con strumento appuntito viene incisa la cera portando a nudo il metallo e si realizza il disegno; successivamente la lastra viene immersa in acido Nitrico e verrà corrosa solo nelle parti in cui la cera è stata asportata dallo strumento di incisione. Una volta inchiostrata si otterranno stampe con chiaro-scuri molto variati a seconda del tempo in cui la lastra è stata immersa e a seconda della concentrazione dell’acido.

Elaborazione della tecnica all’acquaforte è la cosiddetta Acquatinta che mediante opportuni procedimenti di incisione all’acido, otterrà sfumature e effetti di chiaro-scuro più elaborati con grandi effetti tonali che richiamano il disegno ad acquerello, da cui ne deriva il nome.

Non prevedeva invece l’utilizzo dell’acido la tecnica, denominata Mezzatinta, messa a punto in Olanda da un ufficiale tedesco nel XVII secolo. Una matrice di rame veniva graffiata con strumenti appuntiti in ogni direzione rendendola ruvida e granulosa in modo che se ricoperta di inchiostro, la stampa risultante fosse completamente nera. Si lavorava quindi dallo scuro al chiaro; le aree più chiare erano formate lisciando la superficie con un brunitoio. Più la superficie è liscia, meno inchiostro trattiene, quindi la Mezzatinta riesce a dare gradazioni tonali estremamente sfumato dal nero al bianco.

Intorno all’anno mille in Cina, durante la Dinastia Song si mette a punto la tecnica della Serigrafia. Consiste nel disegnare su un tessuto in seta, fissato su apposito telaio, il disegno da riprodurre e poi ostruire con particolari sostanze gommose le parti che devono risultare bianche; successivamente si stende sul tessuto, mediante una spatola, l’inchiostro. L’inchiostro si trasferisce, attraverso le maglie aperte della seta, sulla carta dando come risultato la stampa. Utilizzando più telai con lo stesso disegno e via a via alternando le parti impermeabili all’inchiostro di diversa tonalità, si potranno creare stampe a più colori anche di una certa complessità. Questa tecnica definita Stampa in Piano, è utilizzata anche per la stampa su stoffa e altri materiali.

La forma più comune di Stampa in Piano è la Litografia. Inventata nel 1798 è basata sul principio che grasso e acqua si respingono vicendevolmente. L’artista disegna su una lastra di pietra calcarea ben levigata utilizzando un inchiostro molto grasso o uno speciale pastello composto di cera, sapone e nerofumo. La pietra viene quindi trattata chimicamente fissando così il grasso sul disegno e aumentando la porosità delle aree vuote, ciò farà sì che quando verrà applicata dell’acqua verrà respinta dal grasso del disegno ma accettata dalla superficie vuota. Quindi dell’inchiostro a base grassa viene passato sulla pietra, tale inchiostratura aderirà sul grasso del disegno ma sarà respinto dalla parte bagnata e vuota della pietra. Fatta aderire la carta alla pietra l’inchiostro si trasferirà sulla stessa dando origine alla stampa.

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