Arte & ArtigianatoLa Carta

La carta: storia e tecnologia

Fonte: Liberamente tratto dalla Tesi di Laurea “Studio analitico e restauro di un libro del XVI secolo” di Federica Bombasaro

Di seguito riporto un estratto della Tesi di Laurea di Federica Bombasaro che nel maggio del 2009 partecipò come stagista al restauro di un antico libro ” I Discorsi di Pietro Andrea Matthioli, medico sanese, ne i sei libri della Materia Medicinale di Pedacio Dioscoride Anazarbeo con i veri ritratti delle piante e animali“.

Il progetto di restauro, commissionato dalla proprietà privata, è stato interamente svolto presso il Laboratorio di Restauro del Libro dell’Abbazia di Praglia nel quale ha preso parte Federica Bombasaro,
ad opera già in corso.
Il restauro, eseguito da e con la supervisione di esperti come il restauratore Mauro Rampazzo e il responsabile Pierangelo Massetti osb, ha salvato l’opera da un progressivo degrado ridonandole fascino e consistenza.

Indice

Titoli della tesi che verranno pubblicati a cadenza settimanale
La carta: storia e tecnologia 
La carta: cause di degrado
Restauro del libro: breve storia dell’opera 
Restauro del libro: stato di conservazione
Restauro del libro: la diagnostica
Restauro del libro: intervento di restauro 
Restauro del libro: glossario e bibliografia 

La carta (dal greco foglio)

Si chiama carta un foglio feltrato ed essiccato costituito essenzialmente da materie prime fibrose, per lo più vegetali, da sostanze di carica, materie collanti e coloranti. Nonostante le differenze, la carta preindustriale – carta antica, oggetto del nostro lavoro – risulta costituita essenzialmente da cellulosa.

La carta propriamente detta pesa da 10 a 150 g/mq con spessori che
variano dai 0,02 ai 0,3 mm; abbiamo poi il cartoncino che pesa dai 150 a 400 g/mq con spessore superiore ai 0,3 mm. Il cartone invece pesa da 400 a 1200 g/mq con spessore fino ai 2 mm.
La carta a seconda degli scopi cui è destinata, può essere classificata in carta da scrivere, da stampa, da impacco, assorbente, per usi tecnici, ecc.

La composizione chimica della carta

La cellulosa
La componente principale della carta è la cellulosa o cellulosio (dal diminutivo latino di cella, camera), ma c’è anche una percentuale di emicellulosa e una parte di lignina.

La cellulosa pura è bianca, insolubile in acqua e nella maggior parte dei solventi organici, ma è comunque igroscopica.
In acqua si rigonfia perché si spezzano alcuni legami idrogeno. È solubile in soluzioni di acidi minerali forti concentrati. Nelle piante verdi la cellulosa, assieme alle emicellulose e alla lignina fungono da sostegno, quindi da queste non troveremo mai cellulosa pura; mentre dal cotone troveremo cellulosa quasi pura in abbondanza, circa l’89%.

Le fibre di cellulosa più lunghe che avvolgono il seme del cotone vengono impiegate nel settore tessile, invece per la produzione di carta si preferiscono le corte. Al secondo posto dopo il cotone troviamo il lino che dona il 70% di cellulosa, poi segue la iuta ed infine la canapa.

Sostanze addizionate durante la fabbricazione

La carta in realtà è un materiale composito, in quanto la naturalezza del foglio viene modificata dall’aggiunta di sostanze accessorie che hanno lo scopo di renderlo più adatto a un determinato uso, si tratta di :

  • Sostanze collanti. Particolari sostanze, di origine sia vegetale che animale, che si aggiungono alla carta – viene applicata sul foglio finito, non nell’impasto – perché sia scrivibile e per far sì che l’inchiostro non si spanda in superficie e penetri in profondità. Esse lo rendono più resistente e impermeabile chiudendo i pori. La colla venne utilizzata la prima volta nel Trecento dai maestri cartai fabrianesi sostituendo in tutta Europa la collatura orientale a base di amido (un polimero del glucosio che si differenzia dalla cellulosa per la diversa struttura spaziale); sistema ancora oggi usato in alcuni casi. La colla è preparata con scarti di pelli animali bollite, poi filtrata sino ad ottenere una gelatina. Purtroppo la gelatina non penetra all’interno delle fibre, ma rimane in superficie, quindi facilmente removibile.
  • Sostanze di carica. Sono delle sostanze minerali che si aggiungono nell’impasto per conferirgli particolari proprietà. Fra esse ricordiamo la polvere di marmo per gli Arabi ancor prima che la carta si introducesse in Occidente, in seguito, per il periodo preindustriale, il carbonato di
    calcio
    (quello più diffuso), il gesso, il caolino, e altre sostanze argillose. Per la carta da stampa – come il libro in questione – si aggiungono tali sostanze per ottenere una superficie piana, unita e chiusa (chiudendo i pori); un altro motivo, è per renderla opaca e meno trasparente sempre perché sia più adatta alla ricezione dell’inchiostro.
  • Sostanze coloranti. Sono sostanze che vengono aggiunte nell’impasto sotto forma di sospensioni o soluzioni acquose, sia per le carte bianche che per quelle colorate. Per la carta antica si usavano terre colorate e coloranti organici di natura animale. In seguito si sono usati prodotti inorganici.

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