Il restauro dell’airone di Meissen
Fonte: Checucci Restauri di Barbara Checucci
Notizie storiche
Augusto il Forte elettore di Sassonia, personaggio stravagante e determinato ordinò alla fabbrica MEISSEN la realizzazione di un vasto gruppo di animali per arredare il piano superiore del Palazzo Giapponese di Dresda.
L’ambizione del progetto rimane senza precedenti nella storia della porcellana: la realizzazione di questi animali di grandi dimensioni è avvenuta in soli 20 anni dalla fondazione della fabbrica di Meissen cioè intorno al 1730.
Sino ad allora erano state realizzate poche opere di grosse dimensioni e piccole produzioni scultoree.
Secondo un elenco del 1734 erano state progettate per il palazzo 597 sculture tra animali ed uccelli.
La maggior parte doveva essere prodotta in edizioni da 8 copie ciascuna, ottenute da stampi ricavati da modelli originali forniti dall’operato del geniale pittore Johann Gregorius Höroldt (attivo per la manifattura tra il 1720 e il 1765) e dello scultore Johann Joachim Kändler (che lavorò a Meissen tra il 1731 e il 1775).
Si realizzarono solo 458 esemplari; il progetto fu abbandonato prima del 1739 per gli alti costi di produzione e l’elevata quantità di opere prodotte con molteplici difetti, il primo dei quali era in assoluto la rottura durante la cottura.
L’airone di Meissen
L’airone che si liscia le penne appartenente alla Pinacoteca di Brera è stato acquistato nel 1978 per prelazione in esportazione, ma non è mai stato esposto per il precario stato di conservazione. Un vecchio cartellino ne attesta una pregressa proprietà Pandolfini, da identificarsi forse con la nobile famiglia fiorentina o con quella palermitana.
Si tratta di una rara statua in porcellana bianca alta circa 75 centimetri, il cui modello era stato ideato da Kandler nel 1732.
Stato di Conservazione
Lo stato di conservazione, prima dell’intervento, era molto compromesso: una patina polverulenta ricopriva totalmente l’opera.
Sulla base era visibile un datato restauro con molteplici incollaggi e scadenti integrazioni che riguardavano alcuni artigli, una parte del becco e l’ultimo tratto del pennacchio.
L’intervento di restauro è iniziato il 7 settembre 2009, grazie ad un finanziamento di Pirelli s.p.a.
Pulizia e rimozione precedenti restauri
Dopo avere trasportato l’opera presso il laboratorio è iniziata la prima fase dell’intervento : la pulitura.
La rimozione del deposito superficiale è iniziata spolverando l’opera con un pennello e successivamente con batuffoli di ovatta imbevuti con detergente non aggressivo.
Terminata questa operazione sono stati scollati i vari frammenti con impacchi d’ acqua deionizzata tiepida e sono state eliminate le precedenti ricostruzioni.
Le tracce del collante di origine animale lungo le fratture sono state eliminate meccanicamente con l’ausilio di bisturi, acetone ed una leggera sabbiatura con microsfere di cristallo.
Dentro l’incavo del piedistallo era presente un consistente strato di gesso che è stato in parte lasciato come campione per eventuali studi di approfondimento sui metodi di realizzazione di queste opere.
Ultimata la fase di pulitura sono emerse tracce di colore in varie zone a testimonianza che l’opera in origine era decorata con colori a freddo.
Consolidamento, reincollaggio e integrazione
Le numerose microfratture presenti sono state consolidate mediante infiltrazioni di resina epossidica bicomponente pigmentata a tono, utilizzata anche per incollare i vari frammenti.
La colla fuoriuscita in eccesso è stata eliminata manualmente con lama di bisturi e frese montate su microtrapano.
Le lacune presenti sono state integrate solo parzialmente: la scelta della direzione lavori, dottoressa Mariolina Olivari, vicedirettore della Pinacoteca di Brera, è stata quella d’integrare le mancanze del tratto del becco e del pennacchio, in quanto compromettevano gravemente la visione unitaria della testa dell’animale. Le altre mancanze invece non sono state integrate per
evitare ricostruzioni poco fedeli e arbitrarie.
Le integrazioni sono state realizzate in resina epossidica miscelata con gesso; i prototipi sono stati eseguiti con argilla e duplicati in resina con uno stampo in silicone.
Le forme cosi’ ottenute sono state adattate all’opera.
L’ ultima fase dell’intervento si è conclusa con l’integrazione cromatica a tono eseguita utilizzando l’aerografo, le vernici utilizzate sono state diluite in solvente acrilico.
L’intervento di restauro è stato ultimato nel mese di marzo 2010.
Galleria Fotografica prima del restauro
Galleria Fotografica durante il restauro
Galleria Fotografica dopo il restauro
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Vorrei sapere cortesemente il nome del laboratorio di restauro, grazie
Buongiorno , in questa pagina troverà tutto sul laboratorio di ceramica di Barbara
https://www.inforestauro.org/barbara-checcucci-restauro-ceramiche/
Cordiali saluti