AntiquariatoStoria del mobile

Lo stile Impero viennese

E’ a Vienna che lo stile impero dell’Europa Centrale raggiunge il massimo splendore. L’atmosfera della corte Viennese contagia le dimore patrizie e l’ispirazione degli artigiani.

Autore e Fonte: Galleria d’alto antiquariato “Principessa Sissi“® Antichità s.a.s.  – Udine

Lo stile Impero viennese: storia e caratteristiche

Sulla scia della moda per l’antichità classica suscitata dalle grandi scoperte archeologiche di Winkelmann dell’ultima parte del ‘700, denominata “retour d’Egipt”, lo stile impero nasce in Francia come prosecuzione dello stile neoclassico del terzo quarto del settecento, dopo la parentesi dello stile del Direttorio.

Nello specifico, il Direttorio si differenzia dal neoclassico perché quest’ultimo si ispirava all’antico senza riprodurlo fedelmente, anzi forzandolo, e falsandolo, mentre il Direttorio copia alla lettera i motivi neoclassici, isolandoli dal contesto.

Vienna 1800 c.a (secretaire al lira – proprietà Museo Vienna – Pubb. per soli fini culturali) 

Lo stile dell’Impero, seguendo le fortune di Napoleone, si sviluppò dal 1804 al 1815, e rappresenta appunto l’ultima fase del periodo neoclassico. I reperti archeologici romani, etruschi romani ed egizi furono i modelli, fedelmente imitatati nello stile impero. Durante la campagna d’Egitto del 1798 – 1799, Napoleone portò con sé un seguito di 167 specialisti e tecnici tra i migliori di Francia (i savants), che percorsero tutta la valle del Nilo al seguito dei militari, e riportarono una documentazione ricchissima, mai vista per nessun paese del mondo conosciuto; documentazione del rilevamento dei grandi templi, dell’interpretazione dei geroglifici e della riproduzione delle pitture murali, delle sculture, delle incisioni. Tutto fu raccolto in una grande opera, dal nome “la Description de l’Egipte”, che diede avvio alla moderna scienza dell’egittologia.

Gli architetti e gli ebanisti dell’epoca, seguendo l’eco di tali scoperte, ornarono i loro manufatti con motivi decorativi derivati da simboli ed elementi architettonici propri di quelle civiltà – (sfingi con funzioni di cariatidi, teste di faraoni, quali terminali di lesene, palmette, fiori di loto, urne funerarie ecc), in un interpretazione più severa e monumentale rispetto allo stile „Luigi XVI°“, tale da celebrare la grandezza di Napoleone, incutendo quasi „timore riverenziale“ .

Console dell’impero viennese con cariatidi . 1800 c.a

Tale moda, sulla scia dei successi Napoleonici, si diffonde ben presto in tutta Europa. Il Belgio era stato annesso alla Francia. Napoleone batte gli austriaci ad Austerlitz, occupa Vienna, crea la confederazione Germanica del Reno, entra a Berlino e raggiunge anche Varsavia. In pochi anni tutta l’Europa Centrale è finita nell’orbita della Francia, e gli intensi collegamenti con Parigi, e le corti governate da sovrani di fiducia dell’imperatore o da membri della sua stessa famiglia, fanno sì che la moda e il gusto risentano fortemente delle tendenze francesi, ma con le dovute differenziazioni.

E’ a Vienna che lo stile impero dell’Europa Centrale raggiunge il massimo splendore. L’atmosfera della corte Viennese, che anticipa il mito dell’”Austria Felix”, contagia le dimore patrizie e l’ispirazione degli artigiani, le cui opere uniscono in un insieme unico e originale, capriccio e regalità, con un aspetto quasi “femminile” e non prettamente “austero” come in Francia, con comunque sempre presente un evidente richiamo alla sobrietà.

Vienna 1800 c.a Secretaire impero  (Principessa Sissi antichità)

Le tendenze verso un’incurvarsi delle strutture, in un insieme di raffinata eleganza, anticipano quasi le morbidezze del Biedermeier. Si sviluppa quindi nella metropoli di Vienna, all’inizio del XIX° secolo, a causa della distanza geografica e politica dalla Francia, una personale e raffinata interpretazione di tale stile. Vienna, nelle forme e nella simbologia, risente marginalmente, a differenza della Germania meridionale, dell’influsso francese; il risultato è stato una versione molto elegante e fantasiosa dello stile impero. Per tale motivo e per orgoglio del risultato ottenuto, lo stesso Kaiser Francesco I°, allestiva in Vienna, nel 1807, una esposizione denominata “Kaiser-Produkten-Kabinetten”, che comprendeva la tipologie di mobile dove tale raffinata interpretazione dello stile raggiungeva la sua massima espressione, ossia gli stipi, i secrèter e i tavoli a globo.

Molti ebanisti Viennesi, che al contempo erano dei desiner, erano del tutto indipendenti appunto, dall’influsso francese. Fra i vari (catalogati ben 297), spicca l’opera di Gottlieb August Pohle, ebanista, architetto e designer. Molto non è conosciuto della sua vita, ma è nota la sua collaborazione con la famiglia reale, ed è giunta fino a noi è una pagina di un suo manoscritto con disegni, datata 1806, conservata al Museo delle Arti Applicate di Vienna.

Vienna 1800 c.a Vetrina impero (Venduta – ex Principessa Sissi antichità)  

I mobili di tali ebanisti, tra cui gli altrettanto noti Franz Dettler e Johann Haerle, dei quali due realizzazioni sono conservate sempre nel citato Museo di Vienna, erano riservati ad una sfera di clientela esclusiva, erano anche esportati nelle regioni dell’impero austro-ungarico ed in Russia. Va ricordato che i mobili del primo impero sono rari e preziosi, conservati oggi per lo più appunto nei musei e nelle pubbliche gallerie.

Lo stile impero viennese assume quindi le caratteristiche così descrivibili: è un’interpretazione molto più leggera ed elegante, molto meno “pomposa” dello stile francese. E’ evidente una attenzione marcata per i piani sottili e sollevati, , in contrasto con gli spazi vuoti. Evidenti angoli, con raffinate colonne, dai leggeri basamenti, tolgono rigidità ai cubi “francesi”. Le rigide sfingi, leoni e grifoni vengono, a Vienna, sostituite da raffinate cariatidi, cigni, serpenti, cornucopie, lire, acanto e figure mitologiche in movimento. Spesso sono presenti delle belle cimase dorate.

Vienna 1810 c.a Armadio guardaroba impero (Venduto – ex Principessa Sissi antichità)    

Solo i tipici piedi leonini dorati, conferiscono un aspetto severo. Il materiale usato per le decorazioni, all’insegna del risparmio, non è il bronzo dorato, ma il tipico legno scolpito e dorato a foglia, in combinazione con le parti ebanizzate e il cosiddetto “antico-verde”, amato poi particolarmente da Joseph Danhauser.

Altamente desiderabile al collezionista, sono gli intarsi e le decorazioni in china a pennino. Le forme sono eleganti e in movimento. Specialità degli ebanisti viennesi, sono i tavoli globo, console con cariatidi, e soprattutto i secretèr a lira. Il successivo passaggio allo stile biedermeier è graduale, e spesso i mobili presentano caratteristiche stilistiche che si fondono. Gli eventuali bronzi dorati, perdono ogni caratteristica “napoleonica”, ma sono di derivazione mitologica o egizia (aquile, fasci littori, rosette, vasi, ghirlande, lire e scene della mitologia greca, come “Amore e psiche”). L’essenza preferita, per i mobili più raffinati, è il mogano. Altri nomi noti di tale ebanisteria sono Martin Braun, Ernst Seiffert, Michael Manner, Martin Shaker, Felix Goser, Joseph Schwab, Matthias Krupnik, Johann Hertel, Anton Walffsohn, Joseph Klein, Karl Beck, fino al noto Joseph Danhauser, nella prima parte della sua produzione.

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