Le Fasi del Restauro

Lucidatura Gommalacca

La lucidatura alla gommalacca è stata sempre quella più utilizzata per i mobili di pregio impiallacciati o lastronati. Vediamo come prepararla e come applicarla col metodo a tampone.

Pubblicato il 2 giugno 2009
Preparazione della Gommalacca

Il solvente più comune usato per preparare la vernice è l’alcool etilico con gradazione minima del 94%. Questo vale anche per quasi tutte le gommalacche premiscelate vendute in commercio. È anche il solvente più comune, in forma denaturata, per le preparazioni hobbistiche.
La miscelazione è semplicissima.

In un contenitore di vetro o plastica, dal collo relativamente stretto (ma non una bottiglia, od introdurvi le scaglie diventa una penitenza, versate la quantità desiderata di scaglie, e poi aggiungete l’alcool. Agitate per qualche minuto. Lasciate riposare per 15. Poi agitate ancora. Nel giro dei primi 30 minuti quasi tutte le scaglie si saranno in gran parte sciolte. A quel punto potete travasare in una bottiglia (una bottiglia di PET dell’acqua minerale va benissimo), o comunque in un contenitore con un coperchio ermetico. Se vi và, agitate di tanto in tanto. Dopo alcune ore, la gommalacca si sarà sufficientemente disciolta per essere usata. Per la nostra esperienza è però preferibile lasciar maturare la gommalacca per almeno 24 ore prima dell’uso, meglio qualche giorno.

In questo modo ci si accerta che tutta la gommalacca sia perfettamente disciolta. Il piccolo innalzamento di temperatura provocato in un contenitore trasparente ermetico, aiuta la maturazione (tra le tante altre storie, si dice che Stradivari facesse maturare la vernice per un anno. Chissà, allora una vernice parzialmente esterificata è acusticamente migliore…!!??).
Le proporzioni della miscela possono variare a piacere, variando ovviamente la densità della vernice.
Secondo il tipo di applicazione della vernice, una particolare densità può andare meglio di un’altra.

Nei paesi anglosassoni, la densità si esprime in cut, dove si intende il peso in libre delle scaglie sciolte in un gallone di vernice finita.

In Europa continentale usiamo il più elegante percento, dove esprimiamo il peso percentuale delle scaglie secche su una unità di peso di prodotto finito. Si tratta di una definizione scientificamente esatta. Una ragionevole approssimazione empirica usa i grammi per le scaglie, ed i litri per il prodotto finito. Quindi se diciamo una vernice al 30%, indichiamo 300 grammi di scaglie secche messe in un contenitore da un litro colmato con alcool.

Una volta che le scaglie si sono sciolte in etanolo, incomincia un processo chimico noto come esterificazione, che non è altro che la lenta modifica della resina in una gomma appiccicosa che non essicca. Questo processo è il responsabile di una delle lamentele più comuni sulla gommalacca. Quindi bisogna stare alla larga dalla gommalacca venduta già premiscelata (a parte il suo prezzo), a meno che sul contenitore non sia riportata la data di scadenza.

La gommalacca comune ha una durata tipica, in forma miscelata, di tre anni. Altri tipi di gommalacca (ma più rari o addirittura introvabili sul mercato hobbistico) possono avere durata inferiori ai sei mesi. Tutto ciò porta a preferire l’acquisto di gommalacca in scaglie che, oltre ad essere più economica, permette maggiore flessibilità nella sua conservazione e nel suo uso.
Le scaglie di gommalacca si conservano molto a lungo, se mantenute nelle condizioni corrette; ma non in eterno. Col tempo, particolarmente in condizioni di caldo umido, la gommalacca reagisce con sé stessa per formare polimeri insolubili.

Le gommalacche a basso tenore di cera sono particolarmente prone alla polimerizzazione spontanea. Quindi attenzione a conservare le scaglie al fresco asciutto: per i perfezionisti si tratterebbe di metterle in un contenitore ermetico in frigorifero. Ma si sa, i frigoriferi domestici sono dedicati ad altri usi… Se si è in dubbio sulla utilizzabilità di un particolare sacchetto di scaglie, basta scioglierne un po’ e verificare, dopo tre giorni, che non vi siano residui gelatinosi in sospensione. Nei mesi estivi è possibile che le scaglie si raggrumino; questo però non è un problema, né un segno di guasti, basta frantumarle prima di mescolarle con l’alcool, come solito.

A parte l’etanolo, le scaglie sono solubili anche in metanolo e alcool butilico e propilico. Il metanolo garantisce l’evaporazione più veloce, mentre gli altri alcool sono più lenti, nell’ordine nel quale sono stati citati (non sorprende: la velocità di evaporazione è inversamente proporzionale al peso molecolare). Questa caratteristica fa sì che si possano usare alcool butilico e propilico come additivi ritardanti di gommalacche preparate con etanolo; la vernice così preparata, che rimane liquida più a lungo, si presta meglio per applicazioni a pennello. Come noto, il metanolo è altamente tossico, quindi, a parte la difficoltà per un hobbista di procurarselo in commercio, è decisamente preferibile non usarlo.

Comunque quanto sopra può essere visto da un hobbista più come cultura generale che come suggerimenti pratici. Di gran lunga il metodo più economico e che comunque dà risultati più che soddisfacenti è l’uso delnormale alcool denaturato per uso domestico e disinfettante a 94°. Solo pochi consigli. Attenzione al contenuto in acqua degli alcool denaturati in commercio: alcuni sedicenti alcool sono in realtà delle miscele di detergenti vari, dove l’alcool vero e proprio è presente in percentuali minoritarie. Leggere attentamente le etichette. Un altro caso, benché rarissimo, dove il comune alcool denaturato può non andar bene, è nel caso di uso di gommalacche chiare (se riuscite a trovarle…), cui la colorazione rosata del denaturante di stato potrebbe fare brutti scherzi. La scelta dovrebbe quindi andare all’alcool etilico industriale, che non ha coloranti. Ma dubito che l’hobbista riesca a procurarselo facilmente, ed allora bisognerebbe fare il sacrificio ed usare etanolo puro, quello usato dalla nonna per le amarene sotto spirito e così gentilmente tassato…., come menzionato più sopra.
Una volta dissolto in alcool, la gommalacca eventualmente esterifica. Bisognerebbe quindi sempre sciogliere solo la quantità necessaria nell’immediato futuro e datare tutti i  contenitori di vernice avanzata (ricordarsi anche di indicare la densità percentuale). Dopo sei mesi dalla miscelazione, è opportuno provare la vernice prima dell’uso: basta farne cadere una goccia su un pezzetto di vetro, controllando se la goccia è asciutta dopo 5 minuti. Se non lo è, e meglio buttare la vernice in questione: sempreché non siate Stradivari…

Ricetta per la preparazione della Gommalacca

La Gommalacca in scaglie la si trova nei negozi di ferramenta che vendono prodotti e articoli di Belle Arti.

In un recipiente introdurre gr. 150-200 di gommalacca in scaglie, ricoprirla con un litro di alcool etilico a 94° (meglio se maggiore gradazione).

Dopo aver ben chiuso il recipiente occorre attendere che la gommalacca si sciolga completamente. Per questo occorre lasciare riposare il recipiente  per una giornata. Al termine delle 24 ore, occorre filtrare il contenuto travasandolo in una bottiglia di vetro per poterla conservare. Per filtrarlo si può usare una vecchia calza di nylon da donna messa sopra ad un imbuto. Quando si è riempita la bottiglia, la si chiude con un turacciolo di sughero. Riposta così in un luogo fresco e buio, dura praticamente sempre. La si può usare anche  subito.  Quando la si va ad usare, conviene filtrarla nuovamente.

Non esistono regole fisse per quello che riguarda la concentrazione della resina perché dipende dalla fase di procedimento  in cui la vernice viene usata. In linea di massima per la verniciatura a tampone si sciolgono 100 gr. di gommalacca in 1 lit. di alcool. La vernice così preparata potrà essere colorata usando aneline all’alcool.

Concentrazione della Gommalacca:

• Chiusura dei pori: 1 etto in 2 litri di alcool

• Lucidatura: 1 etto in 1 litro di alcool

• Brillantatura: 1 etto in 2 litri di alcool 

Estrazione della sezione cerosa

Questo procedimento è necessario per la gommalacca Seedlac o Buttonlac che contiene un eccesso di residuo ceroso.

Si può estrarre gran parte della cera contenuta nella gommalacca con un procedimento semplice. Si prepara una soluzione in alcool con densità del 50%, e la si lascia in un contenitore ermetico per una settimana circa. Quindi si filtra con carta filtro, o altri filtri cartacei eventualmente reperibili. La soluzione filtrata è quasi completamente priva di cera, e si può usare come tale, o dopo ulteriore diluizione con alcool. Si può anche lasciar evaporare per estrarre la gommalacca (in scaglie più piccole, stavolta), per conservazione prolungata o se si necessita di gommalacca con densità superiore al 50%.
Quanto rimane nel filtro va buttato.

L’ uso della gommalacca: vantaggi e svantaggi

Ci sono molti vantaggi nell’usare la gommalacca. Bassa tossicità, facilità di applicazione e di riparazione sono le ragioni migliori per usarla; ciò nonostante, come per ogni altra vernice, ci sono alcuni svantaggi. Talvolta però, sono considerati come svantaggi caratteristiche che sono solo luoghi comuni. Due dei più comuni possono essere facilmente spiegati. Il primo è che la gommalacca non essiccherebbe mai; questo può essere evitato usando gommalacca miscelata di fresco. Il secondo è che la gommalacca avrebbe bassa resistenza all’umidità. Per confutare questa idea basta fare una semplice prova: usate una superficie di legno verniciata con gommalacca fresca e completamente asciutta (lasciata asciugare per almeno una settimana), e versatevi un poco d’acqua. Lasciatela per tutta una notte; il mattino dopo ritroverete la pozzanghera dove l’avete lasciata, mentre la vernice sottostante si sarà solo leggermente opacizzata. La capacità della gommalacca di resistere all’umidità decresce però col tempo, pertanto non fate la prova di sopra con una superficie verniciata da molto.
Un altra caratteristica interessante della gommalacca è la sua alta resistenza al vapore. In alcune prove fatte da agenzie governative statunitensi per verificare l’efficacia delle vernici nel bloccare la penetrazione del vapore nella struttura cellulare del legno, la gommalacca ha dato risultati migliori di vernici poliuretaniche, alcheidi, fenoliche e alla nitrocellulosa.

Vantaggi

Non ingiallisce

Essicca rapidamente; oggetti verniciati con gommalacca possono essere utilizzati dopo poche ore dall’applicazione

Grande varietà di colori disponibili (ma di difficile reperibilità sul mercato hobbistico)
Ottima aderenza

Alta durezza; può essere carteggiata o trattata con abrasivi in genere
Eccellente come prima mano sigillante, per far sollevare le fibre libere del legno nuovo, per successiva carteggiatura. Eccellente anche per sigillare residui di silicone, olii, cera o resina.

Facilmente riparabile; siccome la gommalacca si riscioglie in alcool, piccoli graffi ed altre imperfezioni si possono riparare con piccoli ritocchi; la nuova gommalacca scioglie parzialmente quella vecchia, mescolandosi completamente.

Facile da rimuovere; gommalacca vecchia e nuova può essere tolta con alcool, eliminando la necessità di usare sverniciatori chimici, altamente velenosi e corrosivi 

Si può applicare a tampone, a pennello od a spruzzo; sempre con ottimi risultati.
È commestibile, quindi può essere usata su utensili di cucina e giocattoli per bimbi.

Durante l’ applicazione ed essiccatura, non genera vapori

Svantaggi

Si riscioglie in alcool, quindi profumi e superalcolici la rovinano

Forma dei segni ad anello quando a contatto con acqua, in particolare se la gommalacca è vecchia od ad alto contenuto di cera

Tende a mettere in evidenza graffi; questo accade per il suo basso peso molecolare, contrariamente a vernici acriliche o poliuretaniche, ad esempio. Si può aumentare la resistenza ai graffi con una leggera inceratura finale

Ha una durata definita dopo miscelatura con alcool (esterificazione)

Non è resistente ai composti alcalini, come soda, liscivia e ammoniaca, in quanto la sua base acida reagisce con tali composti. Notare che molti detersivi domestici li contengono.

È sensibile al calore; la gommalacca inizia ad ammollire intorno ai 65 °C, quindi oggetti caldi ne danneggiano la superficie (non usate mai un tavolo verniciato con gommalacca come tavolo da stiro.

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