Arte&Dintorni

Restauro audiovisivi

Fonte: dott. M. Matarazzo

Il continuo sviluppo di nuove applicazioni informatiche ed il crescente interesse per la tutela delle opere d arte hanno generato una forte spinta verso lo studio e la ricerca di soluzioni per la conservazione e la diffusione del patrimonio artistico-culturale del passato.  Il computer e le tecniche di calcolo, di grafica e di archiviazione digitale sono divenuti gli strumenti più utilizzati nella conservazione del patrimonio culturale, sia per il monitoraggio e la catalogazione, sia per la preservazione fisica e il restauro.

Da alcuni anni, grazie all’introduzione delle nuove tecnologie digitali, l’interesse si è spostato verso la conservazione e la diffusione delle opere audiovisive (fotografia, cinema e audio). Queste tre aree sono sempre state al centro di una lunga controversia circa la loro natura artistica . Attualmente il materiale audiovisivo è considerato opera d arte a tutti gli effetti, sia come valore culturale, sia come valore materiale e sia come valore prettamente artistico. Come ogni manufatto antico anche il materiale audiovisivo è soggetto all’azione degradante, dispersiva e distruttiva di eventi e processi fisico-chimici o biologici e quindi si rende necessario contrastare o quanto meno rallentare il conseguente degrado con tutti gli accorgimenti possibili.

Leggendo la Carta del Restauro degli oggetti d Arte e di Cultura 1987 ho trovato molte similitudini con l’universo di oggetti audiovisivi, certo con le dovute differenze, ma il fine è sempre lo stesso: la salvaguardia di un patrimonio che rischia di perdersi o rovinarsi nel pieno rispetto dell’originalità e dell’autenticità di ogni opera. Una delle differenze sostanziali sta nell’utilizzo delle tecnologie digitale negli interventi di restauro. Il digitale rappresenta una grande risorsa per il materiale di tipo audiovisivo.

Viene spontaneo chiedersi quale sia l’utilità di tale tecnologia. Per capire le ragioni che hanno reso la tecnologia digitale lo strumento più utilizzato negli interventi di conservazione e restauro, è importante analizzare due importanti aspetti.

In primo luogo, la disponibilità di un unico linguaggio (la codifica digitale, le lunghe catene di 0 e 1 ) attraverso un unico strumento (il computer) permette un livello di integrazione fra codici e linguaggi totalmente diverso.  In passato, i supporti utilizzati per le immagini, per i filmati e per i suoni erano molto diversi sia per le tecnologie impiegate e sia per i modi di fruizione. Anche i media erano tecnologicamente molto diversi (si pensi alle differenze esistenti fra televisione, cinema e radio) e la loro integrazione spesso risultava molto difficile, se non del tutto impossibile. In secondo luogo, il computer è in grado di elaborare, gestire e conservare un informazione in maniera del tutto reversibile. Quest’ultimo punto rappresenta il più grande vantaggio di tale metodologia. Con il digitale siamo in grado di intervenire sui manufatti in maniera non distruttiva e ciò ci assicura di non compromettere la natura dei materiali, quindi, qualsiasi errore commetteremo non causeremo nessun danno irreversibile .

Sfruttando le potenzialità del computer e dei relativi programmi di gestione grafica e sonora siamo in grado di ricostruire, in virtuale, anche opere irrecuperabili; si pensi alle opere disperse o non più accessibili al pubblico per le motivazioni più disparate, a quelle non più fruibili a causa della mancanza di apparecchiature di riproduzione idonee, a quelle fortemente deteriorate ecc.. Grazie al digitale, tutte le opere possono ritrovare una loro visibilità, come è giusto che sia, data l’unicità e l’importanza che ogni opera rappresenta per la nostra storia.

Cercare di spiegare in poche righe le peculiarità delle nuove tecnologie digitali è un compito assai arduo. In questa dissertazione ho cercato di fornire le informazioni di base ai fini di una più ampia conoscenza della moderna pratica del restauro di materiali audiovisivi.

Marina Matarazzo, nata a Benevento nel 1970, si è laureata in Scienze dell’Informazione con una tesi sul formato Mp3 ed il commercio elettronico di musica. E’ docente di Tecniche di Elaborazione Audio presso la Scuola di Alta Formazione di Amalfi (SA) e collabora in progetti di ricerca sulla digitalizzazione e il restauro di materiali audiovisivi. E’, inoltre, impegnata nella divulgazione scientifica e tecnologica attraverso pubblicazioni e partecipazioni a seminari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Translate »