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Arte del Mobile in Italia: parte prima

Con questo interessante articolo si apre un ciclo che analizza l’Arte del mobile in Italia dal punto di vista del repertorio decorativo analizzando il succedersi degli stili fino ai giorni nostri.

Fonte: Laboratorio di Restauro di Sandro Rongione

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Arte del Mobile in Italia: Parte Prima – dal Medioevo alla fine del Settecento

dal Medioevo alla fine del Settecento

Definire lo stile di un’epoca consiste nell’analizzare il “gusto” prevalente in un certo periodo storico-artistico. In questo articolo si propone, quindi, un bagaglio iniziale di conoscenza dei repertori decorativi per addestrare l’occhio dell’interessato alla lettura formale.

Ragionando sull’arte del mobile in Italia ci si avvede che non è corretto inquadrarla solo nelle categorie della storia degli stili (Luigi XIII, Luigi XIV, Luigi XV, ecc.), fidandosi in tutto e per tutto di certe periodizzazioni correnti. Ai vari stili si può fare riferimento per sottolineare gli spunti propriamente imputabili a siffatte desunzioni.
Più corretto è rifarsi alle periodizzazioni delle arti maggiori, soprattutto dell’architettura, se è vero che da essa traggono principio tutte le movenze degli artigiani del mobile. Eppure per quei pochi casi che ci sono noti, la stretta parentela formale non significa assolutamente l’ immediata corrispondenza cronologica, anche perché i casi noti e documentati sono quasi sempre di architetti e scultori di nome che producono esemplari fuori foggia, ovvero fuori serie. E’ però vero che a grandi linee le forme espresse dagli artigiani del mobile si inalveano nelle correnti fondamentali, alle quali dunque ci si può rifare per significare un’omogeneità di stile e non una precisa, univoca datazione.

Lo stile Gotico (1200-1400)

Con il termine Gotico (1200-1400) intenderemo quelle forme prodotte entro l’ambito di una cultura internazionale, durata ben oltre il secolo XV, con espressioni distinte a seconda delle regioni o degli ambiti di produzione. L’elemento di maggior spicco, e riconoscibilità, è l’arco acuto che viene riproposto singolo, doppio (la bifora), triplo (la trifora), che andrà a modificarsi successivamente nell’arco inflesso detto anche “ ad ansa di paniere”: questo elemento decorativo si avvale della trasformazione, allo scopo di evidenziare le linee di struttura.

Fregio fiammeggiante
Fregio fiammeggiante

Si diffonde anche l’uso di inserire nei tondi dei monogrammi: appare spesso il monogramma di Cristo (JHS) ma anche monogrammi che si riferiscono alle iniziali del proprietario dell’oggetto. Altri temi decorativi assai diffusi sono il tralcio di vite, talvolta unito al grappolo d’uva, e tralci vegetali con un fiore.

Motivo a tralcio di vite con grappolo d’uva
Motivo a tralcio di vite con grappolo d’uva
Motivo con architettura traforata
Motivo con architettura traforata

E’ evidente che questi ultimi soggetti così flessuosi ben si adattavano alla sinuosità imperante del gotico fiammeggiante, oltre a consentire agli artigiani di dimostrare la propria abilità di intagliatori.

Decorazione e pergamena
Decorazione e pergamena

Verso la metà del XIV secolo il mobilio si arricchisce ovunque di una particolare decorazione già presente, però, verso la fine del XIII secolo. Si tratta di una forma pieghettata, intagliata a rilievo sul fondo liscio del pannello, che ha l’aspetto di un panno accuratamente piegato oppure di un foglio di pergamena srotolato. Nonostante quest’ultima impressione sia la meno convincente, si è generalizzato l’uso di definire questo tipo di decorazione col termine di pergamena.

Motivo complesso con archi acuti, bifore, rosoni, pinnacoli e fioroni
Motivo complesso con archi acuti, bifore, rosoni, pinnacoli e fioroni
Motivo ritmato sulle controcurve
Motivo ritmato sulle controcurve
Chiave di volta con monogramma Fregio con monogramma
Chiave di volta con monogramma
Fregio con monogramma
Fregio con monogramma
Il Rinascimento (1400-1540)

Nel corso del medesimo secolo nasce lo stile “moderno”, il Rinascimento (1400-1540: prima a Firenze, poi a Roma), prodotto da una rivoluzione formale ispirata a un linguaggio emulante quello dell’antichità classica.

Festone
Festone

Fra i motivi utilizzati si staglia il festone, motivo decorativo classico formato da un fascio di fiori o frutta appeso alle estremità in modo da cadere a catenaria con ritmo dolce. Si ritrovano spesso dei nastri che arricchiscono i motivi detti bandelle.

Motivo della candelabra sulla lesena
Motivo della candelabra sulla lesena
Motivo a voluta doppia alata

La decorazione delle parti verticali, come ad esempio le lesene, è spesso ottenuta con la candelabra, nella quale vi è una continua sovrapposizione di motivi come i mascheroni, le volute fogliate, i candelabri ( da cui il nome del motivo decorativo), i grifoni posti uno di fronte all’altro (affrontati).

Notevole importanza viene data alla decorazione simmetrica costituita da una corona di alloro completata da bandelle svolazzanti. Sovente le soluzioni angolari sono risolte mediante l’uso di volute doppie con l’inserimento di ali e di fiori rotondi con foglie avvolgenti.

Formella con motivi geometrici
Formella con motivi geometrici

La decorazione più semplice è ottenuta con formelle di semplice impostazione geometrica nelle quali si inseriscono rombi e cerchi con decorazione ad anelli multipli.

Motivo a corona d’alloro con nastri
Motivo a corona d’alloro con nastri
Motivo col vaso e la fontana affiancato da girali fogliati
Motivo col vaso e la fontana affiancato da girali fogliati

Un motivo assai ricorrente è quello della fontana dell’amore: sopra un basamento ornato da chimere appoggia un vaso dove è inserito un candelabro affiancato da girali fogliati che si conclude con un piatto su cui arde un braciere. E’ ovvio che le fiamme si riferiscono al fuoco d’amore.

Per sottolineare determinate sporgenze viene fatto largo uso di una modanatura composta da una serie di ovoli cui si sovrappone una modanatura a dentelli. Gli ovoli sono composti da un “occhio di bue” entro un alveo diviso dai successivi mediante la “freccia” o “dardo”. I dentelli sono una decorazione formata dalla ritmica successione di parallelepipedi applicati a una fascia con modanatura sporgente.

Modanatura con ovoli e dentelli
Modanatura con ovoli e dentelli
Grifoni affrontati
Grifoni affrontati

I grifoni (animali chimerici con le ali e la testa d’aquila e il corpo di leone) rappresentano una reinterpretazione rinascimentale del leone assiro. Lo stilema più diffuso è il girale, motivo decorativo composto da un elemento naturale desunto dal mondo vegetale che si ritorce su se stesso venendo a formare una spirale nel cui occhio sta un fiore.

Il Cinquecento

Il Cinquecento vede affermarsi, nelle arti decorative, valori plastici e volumetrici derivati direttamente dai temi proposti dalla scultura come elemento caratterizzante l’architettura.

L’impatto visivo è chiaramente timbrico, mentre nel secolo precedente era prevalentemente tonale, quindi con forti aggetti nei quali il gioco plastico dell’alternarsi di luci e ombre rende il repertorio decorativo tanto legato alla struttura degli oggetti d’arte applicata da fondersi completamente con la forma.

In pratica forma e decorazione sono un tutt’uno. L’esempio più evidente è dato dai busti femminili alati nei quali l’abilità scultorea si manifesta appieno. Assai diffusi sono anche le cartelle e i cartocci.

Testa femminile inserita in un cartoccio a foggia di piedistallo
Testa femminile inserita in un cartoccio a foggia di piedistallo
Motivo con testa d’ariete, festone, sbaccellature e piede leonino
Motivo con testa d’ariete, festone, sbaccellature e piede leonino

La cartella è un motivo decorativo racchiuso in forme mistilinee e simmetriche mentre il cartoccio è determinato dal ripiegarsi di elementi naturalistici; tali elementi si presentano isolati oppure ripetuti ritmicamente con contrapposizione di curve.

Motivo con girali fogliati, cornucopie e mascherine
Motivo con girali fogliati, cornucopie e mascherine

Nel repertorio decorativo un tema sovente ripreso è quello della cornucopia; si tratta di un corno dal quale escono fiori, frutta ed altri elementi naturali stilizzati. La cornucopia, che è simbolo di abbondanza, permarrà a lungo nelle decorazioni.

Terminale a foggia di pigna
Terminale a foggia di pigna
Motivo del capitello ionico sulla lesena scanalata
Motivo del capitello ionico sulla lesena scanalata

Gli ornamenti impostati sul tondo sono di tipo pieno (il rosone) e vuoto (la ghirlanda circolare).

Il rosone è formato da un fiore o da un gruppo di elementi vegetali stilizzati a forma circolare; tipico della decorazione dei soffitti permarrà anch’esso a lungo nei vari repertori decorativi. La ghirlanda circolare è un motivo composto da foglie, fiori e frutti legati da un nastro e disposti ad anello.

Grifone alato
Grifone alato
Motivo con volute a girale fogliato, baccellature e piede leonino
Motivo con volute a girale fogliato, baccellature e piede leonino

Le decorazioni delle fasce presentano particolari motivi complessi detti zoofori. Si tratta di una decorazione nella quale sono prevalenti immagini di animali, fra questi il preferito è il grifone, di netta derivazione quattrocentesca, alternati a candelabri, girali fogliati e vasi.

Baccellatura disposta a cartella
Baccellatura disposta a cartella

Un elemento di grande vigore plastico e assai utilizzato per sostenere decorativamente i basamenti è il baccello. Si tratta di un motivo decorativo imitante il baccello delle fave che si presenta sia in forme naturalistiche sia in forme stilizzate, nelle quali l’andamento curvo e di grande rilievo ha un notevole impatto scultoreo.

I sostegni a foggia di zampe di leone si presentano con un notevole numero di varianti e talvolta vengono associati alla voluta rovescia. Motivo, quest’ultimo, che troverà grande favore nel repertorio decorativo del secolo successivo.

Il termine Rinascimento godrà di un’ampia escursione cronologica, sia perché partirà con manifesto ritardo rispetto alle innovazioni introdotte nell’architettura dal Brunelleschi e dall’Alberti, sia perché durerà più a lungo nel corso del secolo XVI quando da Michelangelo, Raffaello e dai loro seguaci avrà già avuto avvio il Manierismo (1540-1600: Firenze, Roma, Venezia, Genova), contraddistinto da un repertorio formale ben caratterizzato che dalle radici del coevo Rinascimento trarrà spunti per produrre soluzioni formali animanti ornati mossi pittoricamente.

 Motivo italiano “a bambocci”
Motivo italiano “a bambocci”
Decorazione italiana a lira
Decorazione italiana a lira

Il Sansovino nel Primo ‘600 (1600 circa-1645) sarà in merito figura esemplare di grande pregio, nei quali si darà soprattutto il sopravvento all’intaglio. Sulla rigorosa intelaiatura rinascimentale l’intagliatore scava, incide, produce rilievi e intacca superfici. Il mosso e contrastato pittoricismo di questi mobili, non per nulla felicemente apprezzati e prodotti nella città che meglio di tutte poteva gustarli, Venezia, gioverà non poco alle tensioni barocche.

L’intaglio tende a liberarsi dai modelli tardo-rinascimentali o manieristici assai dettagliati e minuti per approdare a espressioni più vigorose, più legate alle esperienze del Barocco, come nel caso di foglie a volute larghe oppure di immagini zoomorfe e, in casi assai rari, antropomorfe.

Lo stile Barocco (1645-1720)

Infatti il Barocco (1645-1720: Roma, Torino, Venezia, Milano, Genova, Bologna) troverà in quelle animate superfici lo spunto per approfondire una appena principiata rivoluzione formale.

Anche l’ossatura del mobile subirà la deformazione anticlassica cui tendevano i manieristi alterando gli ornati. Gli ordini verranno sostituiti da volute e modiglioni; i piani da superfici concave e convesse. Il superficiale, mosso chiaroscuro degli intagli (ricordando l’ornamentista Giocondo Albertolli) si amplificherà, dando all’intagliatore una duttilità di mestiere paragonabile a quello degli scalpellini e degli stuccatori coevi.

Il repertorio decorativo barocco italiano si esprime con caratteristiche diverse a seconda delle regioni.

In area toscana si privilegiano motivi a grandi mazzi di fiori fuoriuscenti da vasi panciuti, spesso uniti a fiori singoli e uccellini. In area ligure e lombarda ha notevole sviluppo la decorazione detta a bambocci: si tratta di intagli complessi nei quali si sovrappongono, in senso verticale, figurette di fanciulli, figure femminili, mostri marini, ecc. completati da volute e foglie di acanto.

In area piemontese hanno grande sviluppo formelle geometriche, che racchiudono motivi curvilinei o di linea spezzata: tale concetto decorativo permarrà con caratteristiche formali rococò per tutto il secolo successivo. In area bolognese avrà fortuna l’uso di una tornitura molto intensa, assai più vicina a modelli decorativi desunti dall’architettura che non da tipi sofisticati. Il tema della figura femminile composta da una testina con un accenno di busto e che si completa con una cascata di frutta sarà comune in tutto il nord Italia.

Motivo italiano a doppia voluta
Motivo italiano a doppia voluta
Motivi italiani a voluta con conchiglia
Motivi italiani a voluta con conchiglia
Lo stile Barocchetto (1710-1740)

Ciò avverrà più propriamente nel Barocchetto (1710/20-1730/40: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna) che si pone entro la prima metà del secolo XVIII, con il progressivo venir meno dell’impianto del mobile, della sua resistente ossatura, cedendo a un mosso, dorato effetto di superficie.
Gli esiti di raffinatezza e di eleganza che si raggiungono in questo settore non sono del tutto autarchici, giacché vi concorrono spunti del Rococò (1730/40-1775 circa: Francia, Austria), caratterizzati dalle asimmetrie: licenze estreme di un linguaggio che andava perdendo coscienza di esprimere saldi principi formali, segno di un’eventuale decadenza morale (come avrebbe pur rilevato l’ Albertolli), però magnificamente aderente al mondo dell’Arcadia.

Il pieno Settecento in area italiana assume caratteristiche formali e decorative diverse a seconda dell’area di produzione. In Lombardia la decorazione più caratterizzante è data dall’uso di modanature nere che si stagliano su superfici rivestite di radiche chiare; tali modanature hanno un andamento sinuoso di chiara matrice rococò. Sono sempre in auge le conchiglie sfrangiate e le volute contrapposte nonché l’onnipresente foglia d’acanto.

Motivo decorativo a cuore ricorrente nel mobilio lombardo
Motivo decorativo a cuore ricorrente nel mobilio lombardo
Gambe di sedile piemontese con piede a forma di zoccolo
Gambe di sedile piemontese con piede a forma di zoccolo

In area ligure, ove le forme del mobilio sono decisamente tributarie dei modelli francesi, si evidenzia un caratteristico motivo decorativo a foggia di quadrifoglio, nonché il prevalere, nei mobili dipinti, dei temi dei fiori minuti e degli uccellini. In area veneta confluiscono repertori decorativi diversi ma sempre caratterizzanti. Nel mobilio intagliato si privilegiano elementi floreali assai naturalistici: conchiglie a pettine, affiancate da volute fogliate; il tutto trattato con un intaglio sontuoso e largo che risente della scuola veneta di scultura in legno che ha il suo più prestigioso rappresentante in Andrea Brustolon (1662-1732).

Motivo genovese a quadrifoglio
Motivo genovese a quadrifoglio
  Motivi decorativi veneziani a intaglio
Motivi decorativi veneziani a intaglio

Nel mobilio dipinto si preferiscono fiori di grandi dimensioni cromaticamente debitori nei confronti della grande scuola di pittura veneta. Un tema caro ai veneti è anche quello delle cineserie, ottenute sia con rilievi in oro su fondo colorato, per lo più verde, sia con la pittura, sia con la tecnica dell’ “arte povera”, che consisteva nell’applicazione di stampine incise sul corpo del mobile poi completate con l’aggiunta di parti dipinte in modo da simulare la lacca orientale.

Motivo decorativo asimmetrico piemontese
Motivo decorativo asimmetrico piemontese
Motivo decorativo asimmetrico piemontese
Motivo decorativo asimmetrico piemontese

Nei piedi e negli schienali dei sedili sovente si riscontrano particolari decorativi direttamente desunti dai modelli inglesi e, talvolta, olandesi. Il Piemonte è, in parte, tributario dei modelli francesi, ma si distingue per e volute di grande respiro e le gigantesche conchiglie nonché per l’apporto inventivo dei due grandi intarsiatori del tempo: Luigi Prinotto (attivo dal 1712 al 1776) e Pietro Piffetti (1700-1777). Questi privilegiarono la ridondanza e la complessità degli stilemi rococò intrecciandoli in un calligrafismo articolato con grazia. Tipici del Piemonte sono i piedi a foggia di zampa di capriolo e, per quanto concerne le formelle degli armadi e delle credenze, le riquadrature rococò assai eleganti specie nelle aree di Torino,Varallo e Vercelli.

Pannello decorativo area di Varallo
Pannello decorativo area di Varallo
Pannello decorativo area di Vercelli
Pannello decorativo area di Vercelli
Lo stile Neoclassico (1775-1795)

Così estenuandosi il Barocchetto si ponevano le premesse per un ritorno alla saldezza antica: il Neoclassico (1775 circa-1795 circa: Roma, Milano, Firenze, Parma), nello spirito e nei modi cui sopra abbiamo fatto riferimento. L’entusiasmo creato a metà Settecento dagli scavi e dai restauri di monumenti e opere d’arte dell’antichità classica in corso a Roma, Ercolano e Pompei è l’evento che sta alla base dal 1775/1780 della nascita del periodo neoclassico fino a poco prima della metà dell’Ottocento.

L’interesse per le antichità classiche coinvolse tutto il mondo dell’arte e si estese all’antica Grecia e all’antico Egitto, fino a trasformarsi in una espressione di stile. Di conseguenza sui mobili apparvero richiami dello stile Pompeiano, di quello Greco e di quello Egiziano.

Il periodo neoclassico vede affermarsi, specialmente nell’Italia del Nord, alcuni artisti assai abili, che hanno segnato il loro periodo ma che, come nel caso del Maggiolini, hanno provocato una schiera di imitatori e seguaci così numerosa da far nascere uno stile Maggiolini in auge fin oltre la metà dell’ ottocento.

Giuseppe Maggiolini (1738-1814), abile intarsiatore, ebbe la ventura di poter contare, oltre che sui propri disegni, sulla costante e intensa collaborazione con gli artisti del tempo che gli fornirono un’ampia varietà di modelli decorativi. Questi pittori, scultori e decoratori – artisti che hanno formato il gusto neoclassico italiano – rispondono ai nomi di Giuseppe Levati, Andrea Appiani, Carlo Cantalupi, Raffaele Albertolli, Agostino Comerio, Cherubino Mezzanzanica.

Garofano, modello usato dal Maggiolini
Garofano, modello usato dal Maggiolini
Trofeo d’amore con arco e frecce modello usato dal Maggiolini
Trofeo d’amore con arco e frecce modello usato dal Maggiolini

Fra i tanti motivi decorativi fanno spicco i trofei, le scene mitologiche, i girali variamente atteggiati, le cornucopie, i nastri annodati, le rose, i garofani, i tulipani e molti altri generi di fiori.

Occorre chiarire che il Maggiolini non era un puro e semplice, seppur abilissimo, esecutore materiale. Si riscontra la sua autonomia in modo inequivocabile confrontando i disegni fatti dagli artisti sopracitati con i mobili eseguiti su questi modelli. Apparirà chiaro come il Maggiolini liberamente e liricamente interpretasse i motivi, variandoli, arricchendoli o semplificandoli a seconda del suo sentire e delle necessità tecniche della lavorazione del mobile.

Motivi decorativi usati dal Maggiolini
Motivi decorativi usati dal Maggiolini
Motivi decorativi usati dal Maggiolini
Motivi decorativi usati dal Maggiolini

Anche gli intarsiatori piemontesi Ignazio Ravelli (1756-1836) e Luigi Ravelli (1776-1858) realizzano mobili neoclassici e, il loro repertorio decorativo si incentra sul nastro annodato, sulle volute fogliate che spesso debordano dai margini di contenimento, sui trofei e sulla lira affiancata dai girali. Altro grande esponente di gusto fu il piemontese Giuseppe Maria Bonzanigo (1745-1828), intagliatore che rielabora in chiave neoclassica i motivi di Berain, e privilegia i medaglioni con busti inseriti fra girali nonché le cascate di fiori, non trascurando i consueti trofei musicali, i vasi e le ghirlande.

Motivi decorativi usati dal Maggiolini
Motivi decorativi usati dal Maggiolini
Motivo decorativo usato dal Bonzanigo
Motivo decorativo usato dal Bonzanigo

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