Antiquariato e storiaIl Mobile nella culturaProposte dell'antiquario

30 – Cinque minuti di Antiquariato: Andrea Brustolon

Fonte: Sergio Salomone collaboratore esterno della ditta Studio Laboratorio di Antichità s.a.s.

“Messer Giacomo Brustolon riveritissimo, vengo a darvi con questa mia notizia del Vostro figlio Andrea, il quale come di Vostro intendimento io ho messo in studio di M. Filippo Parodi, et mi pare che lui si trovi bene fino a che la nuova stagione gli permette di andare a Roma. Egli ha fatto già tempo, per il suo maestro li modelli di una statua, il quale li dice che sii molto ben riuscito”

Primogenito di cinque figli, Andrea nacque a Belluno il 20 luglio 1662 da Giacomo e Marietta Brustolon.

Per molto tempo i testi hanno riportato che papà Giacomo fosse scultore anch’esso e che quindi avesse indirizzato il figlio alla sua medesima professione. Questo è un equivoco forse da ricondurre al cognome della mamma, Auregne, parente di un famoso intagliatore. Nella realtà il padre era dirigente nel settore della riscossione delle decime e imposte gravanti sul territorio per la conduzione del legname destinato all’Arsenale di Venezia.

30 – Cinque minuti di Antiquariato: Andrea Brustolon

Dunque poco conosciamo della formazione giovanile di Andrea, probabilmente venne inserito come garzone in una bottega di intagliatori del marito di una zia, appunto tal Giovanni Auregne che godeva di una certa notorietà. Sempre per supposizione possiamo pensare che questo suo primo maestro lo indirizzò in seguito alla bottega di Filippo Parodi di origini genovesi, operante in Venezia; si pensa, ma non è confermato che soggiornò in seguito a Roma per studiare le opere del Bernini.

Tornato a Venezia si dedicò alla produzione di mobili in legno: numerosi furono i suoi committenti aristocratici, ad esempio i Correr e i Pisani; ma primi fra tutti i Venier. Dal 1690 al 1700 circa, Brustolon fu impegnato nella realizzazione della cosiddetta “fornitura Venier”, costituita da seggioloni da parata e da moretti, putti e allegorie porta vaso. Tutti i pezzi della fornitura sono di ottima fattura, sia per la minuziosissima ricerca e resa dei particolari, sia per la preziosità dei legni, dato che alcuni elementi sono di ebano, e non ultimo, la maestria con cui sono applicate le vernici.

Eseguite per la Chiesa, ci restano numerose testimonianze di sculture in legno spesso dorate. Nel 1711 Andrea Brustolon realizzò due angeli in legno dorato destinati alla basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari; immortalati in volo, sono conservati nella sacrestia come reggi lampade per un grandioso reliquiario.

Verso il 1720 tornò a Belluno e Vi aprì bottega, dando origine ad una serie di imitatori tra gli artisti del bellunese. Le opere di questo periodo sono per lo più a tema religioso. Nella Chiesa di San Pietro a Belluno sono conservate due preziosissime pale lignee. La morte di San Francesco Saverio e la Crocifissione. Troveremo particolari altari lignei a Feltre, nello Zoldano, in Comelico, in Alpago e nell’Agordino.

Una delle più emozionanti e meravigliose opere del Brustolon è sicuramente Tizio, realizzato all’incirca nel 1727. Il soggetto è ispirato alla mitologia greca e rappresenta il figlio di Zeus a cui, dopo essere stato ucciso e giunto nel Tartaro, fu imposta la pena che avvoltoi e serpi gli divorassero il fegato.

La parte più imponente e importante della produzione si trova presso il Museo del Settecento Veneziano a Cà Rezzonico.

Morì il 25 ottobre 1732 e fu sepolto a Belluno, nella Chiesa di San Pietro, ma la sua tomba andò rovinosamente perduta durante alcuni lavori di ristrutturazione eseguiti nel 1831.

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