Antiquariato e storia

36 – Cinque minuti di Antiquariato: Jean Henri Riesener

Nato a Gladbeck in Germania, Jean Henri Riesener giunge molto giovane in qualità di apprendista nell’Atelier di Jean-Francois Oeben, falegname ebanista del Re, all’Arsenale, divenendo nel tempo suo stretto collaboratore.

Fonte: Sergio Salomone collaboratore esterno della ditta Studio Laboratorio di Antichità s.a.s.

Quando il maestro morì prematuramente nel gennaio 1763, la vedova, Franҁoise Vandercruse, prese le redini dell’impresa e dovette cercare un ebanista di fiducia per dirigere i lavori. L’atelier aveva dei buoni operai, tra i quali uno dei più abili, Leleu, ambiva il posto e prevedeva di ottenerlo.

35 – Cinque minuti di Antiquariato: Jean Henri Riesener

Ma la Sig.ra Oeben, avendo individuato in Riesener meriti ancora superiori, lo preferì. Tra la proprietaria e il direttore del laboratorio nacquero legami affettivi, che quattro anni più tardi si consolideranno con il matrimonio.

Divenuto titolare dell’atelier, otterrà il titolo di Maestro il 23 gennaio 1768. Ma non sono le uniche cose che lo resero così strettamente connesso al Suo maestro Oeben: infatti poco dopo porterà a termine il famoso Bureau a Cilindro, iniziato dal predecessore e destinato inizialmente al re Luigi XV, ma che verrà poi utilizzato da Luigi XVI. Questa scrivania era stata iniziata intorno al 1760 ma terminata nove anni dopo.

Opera imponente, coinvolse in tutto quattordici artisti, tra ebanisti, bronzieri, cesellatori, doratori, orologiai. Una sola chiave apre la calatoia principale e contemporaneamente sblocca tutte le altre aperture. Il successo per l’assolvimento di tale compito gli valse una ricompensa ufficiale: nel mese di luglio 1774, diviene ebanista dei Mobili della Corona, in sostituzione di Gilles Joubert, dimessosi all’età di 86 anni.

I dieci anni che seguirono furono i più brillanti della sua vita artistica. Dagli inventari risultano prodotti da Riesener, dal 1774 al 1784, circa 700 mobili per la corte, inoltre tutta l’alta società si serviva da Lui.

Numerosi sono i mobili meccanici. Conducendo la prodigiosa attività all’insegna dell’ordine e dell’economia, Riesener ammassa rapidamente una grande fortuna economica. La moglie muore nel 1776, il loro unico figlio Henry-Franҁois, si farà conoscere come ritrattista. Dopo sette anni di vedovanza Jean-Henri Riesener si risposa con la figlia minorenne di un borghese di Parigi.

Da allora il suo successo cominciò a diminuire; si asserisce che il ménage famigliare assumesse sempre più carattere di scontrosità e le dispute con la seconda moglie caratterizzeranno il resto della Sua vita; ma non basta, egli è progressivamente allontanato dalle forniture per la corona, a causa dei prezzi sproporzionati che pretende. Verrà preferito l’ebanista Beneman, dopo il 1786, nei due anni successivi, le commesse per la corona crollano.

Ciononostante conservò ancora tutto il favore della regina che era troppo una grande dama e donna frivola per lesinare sui propri desideri. Riesener continuerà dunque a fornire a Maria Antonietta magnifici mobili, destinati principalmente al castello di Saint-Cloud. Nonostante la caduta del re nel periodo della rivoluzione, mantenne il suo ottimismo, pensando ad una crisi passeggera; ma l’impossibilità di ottenere i crediti dal Ministero del Tesoro e la perdita della affezionata clientela, avevano pesantemente compromesso la Sua fortuna.

Tentò una speculazione per ristabilirla: quando la Convenzione mise all’incanto la mobilia reale, l’anziano ebanista acquisto una parte delle Sue opere, nella speranza di realizzarne un lauto guadagno appena i disordini fossero passati. Ma presto, a corto di risorse economiche, dovette decidere di disfarsi dei ricchi arredi che ingombravano i suoi magazzini.

Nel gennaio 1794, nei momenti più bui del Terrore, pubblicò annunci per vendita a trattativa privata. Non avendo ottenuto riscontro, li rinnoverà nel periodo del Direttorio. L’operazione ebbe poco successo, perché la cultura imperante screditava l’arte del tempo di Luigi XVI e lo stesso Riesener aveva perso il favore del pubblico. La Sua competenza venne ancora apprezzata e sovente venne designato come giudice arbitrale dal Tribunale del Commercio.

Abbandonato l’Arsenale, si trasferì in rue Saint-Honoré, dove morirà il 6 gennaio 1806, all’età di 71 anni. Questo maestro, a lungo dimenticato dopo la Sua morte, ha ritrovato ai nostri giorni il posto importante che merita nella considerazione delle persone di gusto. Le ricerche hanno ricostruito la Sua opera e permesso di apprezzarne la vena artistica, l’abbondanza e la diversità.

La maniera di Jean-Henri Riesener è rappresentata particolarmente nella ricchezza dei bronzi dei suoi mobili, analogamente alla loro estrema semplicità. I bronzi, molto più finemente cesellati rispetto a quelli di Oeben, sono influenzati dall’antichità classica.

Come detto, allievo di Oeben, adotta le forme rettilinee dello Stile Luigi XVI ma ingentilite frequentemente con un leggero movimento, ricordo dello Stile Luigi XV, osservabile nella curvatura dei piedi o nel profilo frastagliato dei piani. Ama le marqueterie geometriche, i pannelli fioriti con composizioni evidenziate.

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