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Chiesa di San Rocco

 

Chiesa campestre di S.Rocco a Felizzano (Al)

Analisi stilistica e diagnostica delle pitture murali absidali

Affreschi del Catino Absidale

L’intera scena riprodotta nel catino absidale è racchiusa in una cornice decorata a festoni con motivi ripresi con qualche variazione (verdi collinette ed angioletti con il braccio alzato ad indicare il cielo) anche nella parte sottostante. Gli Evangelisti affrescati a contorno del Cristo sono rappresentati come creature tetramorfe, così come descritte dal profeta Ezechiele nel racconto della sua visione (1,10) e nell’Apocalisse (4,6).

L’Evangelista Matteo (a sinistra di chi guarda) ha sembianze umane, è dotato delle ali degli angeli ed è rappresentato in ginocchio (fig. 7).

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Fig. 7: Pitture murali del catino absidale. Particolare di San Matteo e San Marco.

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Fig. 8: Pitture murali del catino absidale. Particolare di San Giovanni e San Luca

  

L’affresco si presenta per buona parte lacunoso, sebbene sia rintracciabile una porzione del viso e parte del corpo inferiore. Il Santo regge un cartiglio che reca l’iscrizione: “LIBER GENERATIONIS JESU CHRISTI FILI” (Nota 8). 

Nota 8. Cfr. B. BOFFITO SERRA, a cura di, Gli affreschi…, cit., p. 2.

 

L’Evangelista Marco è rappresentato sotto le spoglie del leone (fig. 7): l’animale ha il pelo rossiccio e la criniera molto ricciuta, la bocca aperta a mostrare la lingua e i denti e sul dorso ali rosse e verdi. Tiene aperto il libro sul quale si può leggere la frase “APPARUIT ILLIS JESUS” (Nota 9: Cfr. IBID).

L’Evangelista Giovanni (in alto a destra di chi guarda) è rappresentato sotto le spoglie di un’aquila possente e di colore grigio, purtroppo la testa dell’animale è andata parzialmente
perduta, al contrario, è ben visibile tutta la parte bassa (fig. 8). Il rapace poggia gli artigli poderosi su un libro aperto sul quale si legge: “IN PRINCIPIO ERAT VERBUM” (Nota 10: Cfr. IBID).

L’Evangelista Luca, rappresentato come il bue alato (fig. 8), ha gli stessi toni cromatici del leone, sul dorso mostra le ali rosse e verdi mentre con la zampa sinistra ferma un cartiglio che reca l’iscrizione: “MISSUS EST ANGELUS GABRIEL A DEO IN CIVITATEM GALILEAE” (Nota 11:Cfr. IBID

La disposizione a “X” degli Evangelisti richiama, secondo la simbologia cristiana, l’idea delle virtù cardinali: è stato per primo Ireneo di Lione (fine del II secolo) a collegare il quaternario con i Vangeli, segnalando come il leone esprima il concetto della regalità, il bue del sacrificio, l’uomo dell’incarnazione e l’aquila dello Spirito che sorregge la Chiesa.
È stato invece San Gerolamo ad associare gli “animali” agli Evangelisti. Il Vangelo di Matteo inizia con l’incarnazione il simbolo utilizzato è, pertanto, quello dall’angelo o uomo, probabilmente perché egli insiste, con la genealogia, sull’umanità di Gesù;
Marco esordisce, invece, con la figura del Battista, “(…) Voce di uno che grida nel deserto (…)”, potente e solitaria come il ruggito di un leone; Luca, ponendo l’accento sul tema del sacrificio sopportato da Zaccaria reso muto per la sua incredulità, è associato al bue o toro; Giovanni, infine, con il suo Prologo al Vangelo compie un volo spirituale talmente alto e con vista così acuta da risultare simile a quello di un’aquila.
Nelle tradizioni esoteriche a queste figure vengono solitamente associate particolari qualità sapienziali: l’Uomo alato rappresenta l’intuizione della Verità; il leone, il fuoco, la forza e il movimento; il bue, la terra, la resistenza e il sacrificio; l’aquila infine, l’intelligenza e l’azione.
 

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