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Durante il Restauro


Prove dinamiche (I) 

Particolare di una delle catene del portico sottoposta a prova dinamica.

Fig. 4 – Morsasco (Al),Chiesa di San Vito.

Particolare di una delle catene del portico sottoposta a prova dinamica

Le prove dinamiche (Nota 4) effettuate sulle cinque catene presenti sull’edificio (fig. 4) – tre in corrispondenza degli archi del portico e due interne -hanno dimostrato che uno dei tiranti del portico (quello in corrispondenza del prospetto sud) palesava uno stato di trazione più elevato con possibilità di rotazione del pilastro, sul lato destro. Il movimento subito da tale pilastro presentava anche una componente trasversale, in quanto la catena orizzontale di congiungimento dei due pilastri del portico registrava uno stato tensionale ancora maggiore. Questo tipo di indagine puntuale, oltre ad avere consentito di stabilire che la causa della grossa lesione presente sul prospetto sud (fig. 5) era proprio l’eccessiva trazione del tirante, ha dato informazioni in merito ad un possibile cedimento fondale in corrispondenza della zona porticata.

Nota 4: Queste indagini sono state eseguite in collaborazione tra il gruppo di ricerca e il D.I.S.E.G. della facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova del Prof. Ing. Sergio Lagomarsino.

Nota 5: Anche queste indagini sono state eseguite in collaborazione tra il gruppo di ricerca e il D.I.S.E.G. della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Genova del Prof. Ing. Sergio Lagomarsino

Le prove soniche (Nota 5) effettuate sulla muratura (fig. 6) hanno consentito, attraverso la determinazione del modulo elastico medio, di individuare i punti in cui le caratteristiche della struttura non erano buone.

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Fig. 5 – Morsasco (Al), Chiesa di San Vito.
Particolare della grossa lesione presente

sul prospetto sud.

Campagna di rilevamento delle indagini soniche sulla muratura

Fig. 6 – Morsasco (Al), Chiesa di
San Vito.
Campagna di rilevamento delle indagini
soniche sulla muratura.

I risultati ottenuti sulla muratura absidale hanno evidenziato una buona velocità di propagazione in relazione alla tessitura muraria che però, in corrispondenza di grosse lesioni passanti, si abbassava notevolmente. Anche questa informazione si è rivelata estremamente utile e ha determinato alcune delle scelte progettuali adottate in fase di restauro come l’utilizzo di miscele leganti per il costipamento delle discontinuità presenti sulla muratura absidale.
Grazie all’indagine endoscopica è stato possibile effettuare un’accurata ispezione, di tipo puntuale e non distruttivo, della struttura terminale interna e della muratura della chiesa.
Il primo sondaggio, effettuato sul prospetto sud in corrispondenza della trave di copertura, ha mostrato danni all’orditura lignea del tetto causati da infiltrazioni di umidità (provenienti dalla copertura fortemente deteriorata) e l’avanzato degrado della trave di appoggio della struttura principale alla muratura portante. Il secondo sondaggio, effettuato su una lesione della parete sud, ha palesato il distacco dell’immorsatura tra la muratura del campanile e quella della chiesa. Il terzo ed ultimo sondaggio, effettuato all’interno dell’aula in corrispondenza di un microforo praticato sulla volta a crociera (fig. 7), ha permesso di valutare l’effettivo spessore della volta dell’aula attraverso la sequenza degli strati costitutivi.

Campagna di rilevamento delle indagini soniche sulla muratura.

Fig. 7 – Morsasco (Al), Chiesa di San Vito.
Indagine endoscopica: sondaggio eseguito all’interno dell’aula, in un microforo praticato sulla volta a crociera.

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Fig. 8 – Morsasco (Al), Chiesa di San Vito.
Monitoraggio generale del regime termoigrometrico.
Rilevazione dell’umidità in corrispondenza della parte inferiore della zona absidale interna

Il monitoraggio del regime termoigrometrico della chiesa è stato eseguito in maniera generale mediante l’utilizzo di un misuratore elettrico ( Nota 6) (fig. 8) che ha consentito di rilevare l’umidità relativa e la temperatura dell’aria e l’umidità interna ai materiali da costruzione (quest’ultima mediante l’utilizzo di specifici elettrodi ad infissione che hanno reso l’indagine parzialmente invasiva).

Nota 6: Gann Hydromette RTU 600, Bresciani.

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