11 – Cinque minuti di Antiquariato: la Credenza
Nel Medioevo a noi più prossimo, verso la fine del periodo Gotico, direttamente derivanti dai cassoni e aventi gli stessi ornamenti, ma con sostegni più alti, sono le credenze.
Fonte:Sergio Salomone collaboratore esterno della ditta Studio Laboratorio di Antichità s.a.s.
Nel periodo medievale l’ammobiliamento delle case private era assai semplice: qualche lettiera, alcuni sedili, poche tavole e diversi cassoni da cui deriveranno presto mobili più complessi.
Il cassone ha vari usi: per ripostiglio, per guardaroba, per dispensa, per sedile, per trasporto in viaggio. Nel Medioevo a noi più prossimo, verso la fine del periodo Gotico, direttamente derivanti dai cassoni e aventi gli stessi ornamenti, ma con sostegni più alti, sono le credenze. Esse servivano essenzialmente a tenere le vivande e i piatti, e, più ancora, a raccogliere e tenere esposto il vasellame e le varie portate nelle sale da pranzo.
Il termine credenza deriva appunto da questo periodo storico: in una serie di situazioni in cui spesso si invitavano a pranzo gli avversari per poi eliminarli con il veleno, nasce l’esigenza di tranquillizzare i convitati di particolare rango e importanza, per cui nelle famiglie nobili viene creata la figura del “Maestro Credenziere” dotato di una livrea particolare che lo distingueva dagli altri servitori.
Dunque l’incaricato entrava nella sala del banchetto per “fare la credenza” e collocatosi a fianco del mobile su cui erano stati esposti tutti i piatti, di fronte ai commensali, assaggiava tutte le portate prima che venissero servite, concludendo con un profondo inchino e dicendo –Signori, Vi è stato offerto servizio di credenza-, cioè invitando gli ospiti a credere nella bontà ma soprattutto nella genuinità e sicurezza dei cibi offerti e mancanza di veleno negli stessi.
L’incaricato restava poi, per tutta la durata e di fronte a tutti, nella Sala del Banchetto per testimoniare, con la Sua presenza, di non essere colto da malore. Da questo periodo la cerimonia della “Credenza” diede genericamente il nome al mobile della Sala da Pranzo.
Le credenze nel secolo successivo con l’avvento in Italia del Rinascimento, mutarono nell’aspetto decorativo ma la figura del “Maestro Credenziere” rimase attiva per ancora buona parte del secolo.
Durante il ‘500 il nostro mobile assumerà una nuova denominazione, verrà infatti anche chiamato: Buffet. Dobbiamo infatti sapere che Pierre Buffet era il cuoco di Francesco I di Valois, Re dei Francesi; durante la campagna d’Italia, il fidato cuoco, seguì nella penisola il suo sovrano. Per adeguarsi ai frequenti spostamenti ideò un mobile da utilizzare alla bisogna.
Si trattava di una specie di grande cassa idonea a trasportare stoviglie preziose e pietanze che una volta scoperchiata, diventava una vera e propria credenza, utilizzata per esporre tutto ciò che serviva per il pasto del Re.
Ben presto il cassone di Buffet divenne largamente conosciuto e imitato e “buffet” vennero chiamate in Italia anche le già esistenti credenze. Il termine Buffet ha ovviamente lo stesso significato in francese ma anche in inglese, e, con scrittura appena leggermente diversa, in tedesco. Modernamente il termine Buffet sta ad indicare un tavolo per un rinfresco o una colazione in piedi.
Gli altri tutorials di Sergio Salomone
- 38 – Cinque minuti di Antiquariato: André Mailfert
- 37 – Cinque minuti di Antiquariato: Paolo Buffa
- 36 – Cinque minuti di Antiquariato: Jean Henri Riesener
- 35 – Cinque minuti di Antiquariato: Jean Franҁois Oeben
- 34 – Cinque minuti di Antiquariato: Pierre-Emile Legrain
- 33 – Cinque minuti di Antiquariato: Giovanni Battista Galletti
- 32 – Cinque minuti di Antiquariato: Henry Thomas Peters
- 31 – Cinque minuti di Antiquariato: gli ebanisti Jacob
- 30 – Cinque minuti di Antiquariato: Andrea Brustolon
- 29 – Cinque minuti di Antiquariato: Rembrandt Bugatti
Vedi tutti gli articoli di Sergio Salomone